DOLCE, Lodovico

Enciclopedia Italiana (1932)

DOLCE, Lodovico

Benvenuto Cestaro

Nato a Venezia nel 1508, morto ivi nel 1568, fu mediocre, ma fecondissimo poligrafo. Nobiluomo veneziano decaduto, studiò a Padova e passò poi, oppresso dal bisogno, al servizio del Giolito, per il quale tradusse, rabberciò, commentò, plagiò e tirò giù a scrivere e scrivere. Le cinque commedie (Capitano, Fabrizio, Marito, Ragazzo, Ruffiano) e le Prime imprese di Orlando, poema in 23 canti desunto dall'ultimo libro dei Reali di Francia, sono ancora il meglio dell'opera sua. Ma scrisse anche altri poemi e poi tragedie (Ecuba, Tieste, Marianna, ecc.), poesie d'occasione, poemetti mitologici e biblici, e trattati svariatissimi ma senza valore (Dei colori, Delle pietre preziose, Dell'instituzione delle donne, ecc). Bembista nella lirica, fu avverso all'uso dei metri classici nella poesia volgare. Rime di lui si trovano nelle infinite Raccolte del tempo. Nelle satire e nei capitoli imitò, assai fiaccamente peraltro, Orazio, Giovenale e il Berni. Compilò frettolose biografie di Carlo V, di Ferdinando I, ecc., volgarizzò in prosa e in verso, anche parafrasando, Omero, Virgilio, Ovidio, Catullo, Orazio, Giovenale, Cicerone, Plinio, ecc.; molte traduzioni, anche dallo spagnolo, lasciò incomplete. Trascurabili sono le versioni di tragedie greche fatte da versioni latine come pure le sue tragedie d'ispirazione virgiliana, senechiana o giraldiana.

Molte ristampe ebbero, con altre sue opere, le sue Osservazioni sulla volgar lingua (1550). L'Aretino o dialogo della pittura fu ristampato da G. Bornetti, con l'aggiunta di rime, lettere e introduzione, Firenze 1910, e di nuovo per cura di D. Ciampoli, Lanciano 1912.

Bibl.: E. Cicogna, Mem. Intorno la vita e gli scritti di M. L. D. letterato veneziano del sec. XVI, in Mem. Ist. Ven., XI (1862), pp. 93-207; A. Salza, Delle commedie di L. D., Melfi 1899. Per l'attività del Dolce come curatore di stampe giolitine, S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito De Ferrari, Roma 1880.

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