RESPIGHI, Lorenzo

Enciclopedia Italiana (1936)

RESPIGHI, Lorenzo

Gaspare Ambrosini

Astronomo, nato a Cortemaggiore (Piacenza) il 9 ottobre 1824, morto a Roma il 10 dicembre 1889. Laureato ad honorem in matematica nel 1847 all'università di Bologna, due anni dopo veniva nominato lettore di meccanica razionale presso la stessa università e nel 1854, a soli 27 anni, vi otteneva la cattedra di astronomia e quindi la direzione dell'annesso osservatorio astronomico. Nel 1865, dopo la morte dell'astronomo Ignazio Calandrelli, il governo pontificio lo chiamò a Roma, a succedere al Calandrelli come titolare della cattedra di astronomia e direttore dell'allora pontificio osservatorio del Campidoglio. E a Roma rimase fino alla morte.

Come molti astronomi, il R. esordì con la matematica pura, pubblicando una memoria sui Principi del calcolo differenziale, che venne presentata da A. Cauchy all'Accademia delle scienze di Parigi, e quindi altri lavori sopra Le equazioni generali dell'equilibrio dei fluidi, Sul moto del pendolo, ecc. Ma presto si dedicò all'astronomia, consacrandovi tutte le sue forze e compiendo ivi un'opera assai vasta che abbraccia l'astrofisica (e particolarmente la fisica solare), l'astronomia di posizione, l'astronomia geodetica e l'astronomia strumentale.

Nel campo dell'astrofisica, le ricerche più importanti del R. riguardano: 1. la scintillazione delle stelle (v. scintillazione); 2. lo studio della cromosfera del Sole; il R. fu il primo a eseguire osservazioni sistematiche su tutto il bordo del Sole, col metodo della "fenditura allargata" da lui immaginato, e cioè collocando la fenditura dello spettroscopio tangenzialmente al bordo solare, allargando la fenditura in modo da comprendere tutta l'altezza delle protuberanze solari e ponendo un vetro rosso innanzi all'oculare; giustamente l'astronomo A. Riccò scriveva in proposito che "l'osservatorio del Campidoglio (diretto allora dal R.) precedette tutti gli altri in questo genere di studî, di cui fu più tardi riconosciuta l'importanza"; 3. lo studio sistematico delle relazioni tra macchie e protuberanze solari, deducendo che in quei punti del bordo del Sole, dove nasce o tramonta una macchia, la cromosfera appare più sottile: legge assai importante per la teoria delle macchie del Sole; 4. lo studio delle variazioni del diametro del Sole, in connessione col ciclo undecennale delle macchie; a tale scopo iniziò al Campidoglio nel 1873 una serie di misure quotidiane del diametro solare, misure che si continuano tuttora; 5. lo studio dello spettro delle macchie; il R. osservò che, sopra le macchie, le righe spettrali appariscono deformate, allargate e, qualche volta, credette anche di vederle sdoppiate; ma la fisica era ancora troppo poco progredita per permettergli di comprendere l'importanza del fenomeno, che fu poi messo in completa luce dal Hale ed è dovuto al campo magnetico delle macchie stesse.

Nell'astronomia di posizione, si devono al R.: 1. il catalogo delle declinazioni di 2534 stelle, ognuna delle quali venne osservata più volte col meridiano di Ertel, sia direttamente sia per riflessione sul bagno di mercurio; ma, come scriveva G. Ferrari, "il merito singolare di questo lavoro e che può essere apprezzato soltanto dagli astronomi di professione, consiste nel metodo di riduzione escogitato dal R. per eliminare gli errori"; il catalogo fu poi portato a 4012 stelle e completato con le ascensioni rette dagli allievi e successori del R., A. Di Legge e F. Giacomelli, e costituisce oggi il maggior catalogo italiano, dopo quello del Piazzi; 2. le ricerche sopra l'aberrazione delle stelle (v. aberrazione, I, p. 65 seg.) col cannocchiale pieno di acqua; ricerche che si connettono con la teoria di Fresnel sul trascinamento della luce e oggi anche con la teoria della relatività; il R. confermò il risultato di R. Boscovich e cioè l'invarianza dell'aberrazione.

Nell'astronomia geodetica si deve al R. la determinazione della latitudine della torre del primo meridiano a Monte Mario e di quella del Campidoglio e la determinazione della gravità assoluta al Campidoglio.

Nell'astronomia strumentale, il R. ha il merito grandissimo di avere per primo introdotto nuovamente nella fisica stellare l'uso del prisma obiettivo, che ne era stato completamente bandito in seguito alle esperienze mal riuscite di Fraunhofer. Il R. trovò il difetto dell'apparecchio usato dal Fraunhofer (angolo rifrangente troppo grande) e fece costruire, dal Merz, un prisma ad angolo rifrangente di soli 12°, che il 15 febbraio 1869 venne applicato all'equatoriale del Campidoglio. Il R. narra che i presenti, tra cui il fisico francese M.-A. Cornu, si maravigliarono della chiarezza con cui si vedevano le righe spettrali, onde pochi mesi dopo il padre Secchi adottò lo stesso metodo di osservazioni e lo strumento si diffuse rapidamente divenendo uno dei principali sussidi dell'astrofisica.

Bibl.: G. Ferrari, L. R., Roma 1891; P. Agnelli, L. R., Piacenza 1893; A. Di Legge, L. R., in Riv. di astr. e sc. affini, 1912; G. Armellini, Il primo centenario dell'osservatorio del Campidoglio, in Calend. del R. Oss. di Roma, 1927; C. Sadowsky, L'opera di L. R., Piacenza 1934.