LOSANNA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)

LOSANNA

N. Schätti

(lat. Lousonna; franc. Lausanne; Leusonna, Lausonna, Lausanna nei docc. medievali)

Città della Svizzera, capoluogo del cantone di Vaud, situata ai piedi del monte Jorat, sulla sponda settentrionale del lago Lemano (o di Ginevra).Il vicus gallo-romano di Lousonna si era sviluppato prima dell'inizio dell'era cristiana sulle sponde del lago Lemano, intorno al porto di Vidy, all'incrocio delle importanti strade di collegamento che dall'Italia conducevano in Francia e dalla Germania alla valle del Rodano. Nei secc. 3° e 4° la sua popolazione si ritirò sulla collina che domina il lago, dove certamente già si elevava un oppidum celtico, dando vita al nuovo insediamento di Losanna.Verso il 600 L. acquisì lo statuto di capoluogo regionale con il trasferimento nella città della sede vescovile di Avenches, dipendente dall'arcivescovado di Besançon (dip. Doubs). L'autorità spirituale del vescovo veniva esercitata su un territorio esteso dal lago Lemano, al Giura e alle Alpi. Quanto al potere temporale, esso si limitava essenzialmente alla città vescovile, alle sue immediate vicinanze e ad alcuni borghi della contea di Vaud. Oltre alla cattedrale di Notre-Dame, citata nell'814, cinque chiese, oggi scomparse ma attestate prima dell'anno Mille, furono elevate al rango di parrocchiali già anteriormente al sec. 13° (Saint-Thyrse, poi Saint-Maire; Saint-Etienne; Saint-Paul; Saint-Pierre; Saint-Laurent).La posizione dei vescovi, indebolitasi nei secc. 11° e 12°, fu contrastata dal sec. 13° dalla casa di Savoia, che si annetté progressivamente quasi tutto il Vaud. Un'organizzazione di borghesi, contrassegnata fino al 1481 dalla divisione tra le comunità della città bassa e della città vecchia (la Cité), di cui il centro di L. risultava composto, fu riconosciuta a partire dal secondo quarto del 14° secolo. Nel 1536 L. fu conquistata, come la maggior parte del Vaud savoiardo, dalla città di Berna, passata alla fede riformata. Il potere temporale dei vescovi di L. fu così annientato e la loro autorità spirituale notevolmente ridotta (una nuova residenza vescovile fu fissata a Friburgo). L'archivio vescovile e quello delle istituzioni religiose, secolarizzati con la Riforma, furono in gran parte trasferiti a Berna, vennero restituiti nel 1798 e attualmente costituiscono le Arch. Cantonales du Canton de Vaud; alcuni documenti presero la via di Friburgo, dove sono custoditi tuttora (Arch. de l'Etat; Arch. de l'Evêché).La città dell'Alto Medioevo si limitava alla Cité, edificata sul promontorio roccioso, chiusa a S dalla cattedrale. Essa si andò in seguito sviluppando in funzione delle esigenze commerciali e artigiane e secondo le necessità imposte dalla configurazione accidentata del sito, attraversato anche da due fiumi. Nel sec. 13°, al suo apogeo, il centro di L. contava dai cinquemila ai seimila abitanti.Delle antiche fortificazioni medievali della città - di cui peraltro non si possiedono piante anteriori al sec. 17° (Mus. Historique, pianta di David Buttet del 1638) - non sussistono praticamente più resti visibili. L'architettura civile e militare di L. risalente all'epoca medievale si limita, pertanto, essenzialmente ai tre castelli vescovili, pure profondamente rimaneggiati, del Vieil-Evêché (secc. 11°-15°), di Ouchy (secc. 12°-13°) e di Saint-Maire (sec. 15°), quest'ultimo con coronamento in mattoni di derivazione piemontese.La cattedrale gotica sostituì un edificio più modesto innalzato intorno all'anno Mille. Le prime fondazioni della nuova chiesa furono gettate a partire dalla metà del sec. 12°, ma solo tra il 1190 e il 1210-1220 la cattedrale trovò la sua qualificazione in senso gotico. Un magister operis, a conoscenza dei modelli architettonici piccardi (Laon, Sens) e anglonormanni (Canterbury), edificò allora il coro, il transetto con la sua torre-lanterna e le torri del capocroce, così come le campate orientali della navata. Il resto della navata e il corpo occidentale, destinato in origine a ricevere le reliquie della Vergine, furono affidati a un maestro di origine settentrionale, Jean Cotereel; la maggior parte dell'opera doveva essere terminata verso il 1232. A O l'edificio si caratterizzava per la presenza, determinata da ragioni topografiche, di un passaggio (magnum portale) che consentiva il collegamento tra i quartieri superiori e inferiori della Cité.Sebbene privata, con la Riforma, di ogni elemento in rapporto con la liturgia cattolica, la cattedrale ha conservato dell'originaria decorazione, in particolare, le vetrate del rosone del transetto sud, realizzate prima del 1235 a opera di un maestro del Nord della Francia, Pierre d'Arras. Risalgono certamente alla prima metà del sec. 13° anche la rara policromia dell'architettura dipinta all'interno e il complesso di sculture, pure policrome (1220-1230) del portail peint, che costituiva l'ingresso principale della cattedrale sul fianco meridionale. Verso il 1275, al momento della solenne consacrazione, il coro del capitolo venne dotato di stalli scolpiti che, sia pure conservati in stato frammentario, rappresentano oggi uno degli insiemi più antichi della Svizzera. Soggetta a rifacimenti all'inizio del sec. 16°, la cattedrale venne restaurata sotto la direzione di Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc a partire dal 1873.Oltre alla cattedrale, soltanto la chiesa dei Francescani, stabilitisi a L. nel 1258, conserva l'assetto originario anche in elevato. Nel sec. 14° essa fu voltata e parzialmente ricostruita dall'architetto Jean de Liège, maestro d'opera della casa di Savoia dal 1383 al 1393, il quale scolpì anche gli stalli, firmati e datati 1387.Poche testimonianze restano oggi a documentare la vita culturale della città prima della Riforma; tuttavia alcune opere di artisti e di artigiani operanti a L. si conservano nella regione vicina. Dalla metà del sec. 15° alla Riforma, la città vescovile fu un importante centro di produzione di oggetti d'arte in ferro. Già alla fine del sec. 12° due fonditori di L., Pierre e Humbert, avevano lavorato a Roma, alle porte di bronzo di S. Giovanni in Laterano e a S. Pietro in Vaticano; dal sec. 13° è attestata la presenza di orafi. Almeno una dozzina di pittori risiedettero a L. tra l'inizio del sec. 15° e la Riforma, tra i quali Agnus Drappeir, maestro vetraio della cattedrale, originario del Nord della Francia o delle Fiandre, autore delle vetrate del coro della chiesa parrocchiale di Romont, nel cantone di Friburgo, eseguite prima del 1460 su commissione della casa di Savoia. L. accolse anche occasionalmente pittori stranieri, come Pierre Maggenberg di Friburgo, e opere di prestigio vennero commissionate per la città ad artisti attivi in centri dell'Europa settentrionale, come la Borgogna - per es. il dossale in argento della cattedrale, oggi perduto, affidato verso il 1470 all'orafo Charles Humbelot e al pittore Pierre Spicre di Digione - o le Fiandre, da cui provengono l'arazzo dell'Adorazione dei Magi, per la cattedrale, eseguito a Tournai o a Bruxelles verso il 1440-1450 forse da composizioni di Robert Campin o di Rogier van der Weyden, e l'arazzo raffigurante la Giustizia di Traiano e la leggenda di Herkinbald, probabilmente in origine al castello di Ouchy, eseguito a Tournai verso il 1450 (Berna, Bernisches Historisches Mus.).Dopo la Riforma L. perse gran parte delle sue opere d'arte più significative del Medioevo e ciò che rimane è conservato prevalentemente nella cattedrale. I pezzi più importanti provenienti dall'antico tesoro della cattedrale (vesti, ornamenti liturgici, arazzi) si trovano a Berna, nel Bernisches Historisches Mus.; un modello della città nel sec. 17° e alcune opere medievali sono conservati nel Mus. Historique; una collezione di opere regionali e di oggetti provenienti da scavi condotti nel cantone di Vaud è nel Mus. Cantonal d'Archéologie et d'Histoire; il Mus. Cantonal des Beaux-Arts accoglie una piccola raccolta di sculture medievali.

Bibl.:

Fonti. - Cartulaire du Chapitre de Notre-Dame de Lausanne, a cura di C. Roth (Mémoires et documents de la Société d'histoire de la Suisse romande, s. III, 3), Lausanne 1948; R.H. Bauthier, J. Sornay, Les sources de l'histoire économique et sociale du Moyen Age, I, Provence, Comtat Venaissin, Dauphiné, Etats de la Maison de Savoie, 3 voll., Paris 1968-1974; C. Santschi, Les évêques de Lausanne et leurs historiens des origines au 18e siècle (Mémoires et documents de la Société d'histoire de la Suisse romande, s. III, 9), Lausanne 1975; Le diocèse de Lausanne (4e siècle-1821), de Lausanne et Genève (1821-1925) et de Lausanne, Genève et Fribourg (depuis 1925) (Helvetia Sacra, I, 4), Bâle-Frankfut a. M. 1988, pp. 56-64.

Letteratura critica. - E. Bach, L. Blondel, A. Bovy, La cathédrale de Lausanne (Les monuments d'art et d'histoire du canton de Vaud, 2), Bâle 1944; E. Bach, Lausanne, CAF 110, 1952, pp. 40-115; J. Lafond, Les vitreaux anciens de la cathédrale de Lausanne, ivi, pp. 115-132; M. Grandjean, La ville de Lausanne (Les monuments d'art et d'histoire du canton de Vaud, 1, 3-4), 3 voll., Bâle 1965-1981; La cathédrale de Lausanne (Bibliothèque de la Société d'histoire de l'art en Suisse, 3), Berne 1975; Cathédrale de Lausanne. 700e anniversaire de la consécration solennelle, a cura di G. Cassina, cat., Lausanne 1975; Le cloître de la cathédrale de Lausanne (Cahiers d'archéologie romande de la Bibliothèque historique vaudoise, 4), Lausanne 1975; Les arts (Encyclopédie illustrée du Pays de Vaud, 6, 1), Lausanne 1976; Histoire de Lausanne, a cura di J.C. Biaudet, Toulouse-Lausanne 1982; Trésors d'art religieux en Pays de Vaud, cat., Lausanne 1982; E. Deuber-Pauli, T.A. Hermanès, Il portale dipinto della cattedrale di Notre-Dame di Losanna. Procedimenti di esecuzione e novità stilistiche, in Ars et ratio. Dalla torre di Babele al ponte Rialto, a cura di J.C. Vigueur, A. Paravicini Bagliani, Palermo 1990, pp. 210-224; M. Grandjean, G. Cassina, La cathédrale de Lausanne (Guides de monuments suisses, 18, 177), Bern 1990; T.A. Hermanès, Les polychromies intérieures des cathédrales de Genève et de Lausanne et de l'église cistercienne de Bonmont, in Architecture et décors peints, "Actes du Colloque, Amiens 1989", Paris 1990, pp. 67-69; La Maison de Savoie en Pays de Vaud, a cura di B. Andenmatten, D. de Raemy, Lausanne 1990; Stalles de la Savoie médiévale, a cura di C. Lapaire, S. Aballéa, Genève 1991; F. Christe, La 'Cour des Miracles' à la Cité, 1220-1960: une tranche de l'histoire de Lausanne (Cahiers d'archéologie romande, 58), Lausanne 1992; Lousonna: la ville gallo-romaine et le musée (Guides archéologiques de la Suisse, 27), Lausanne 1993; Henri de Geymüller, architecte et historien de l'art. Un novateur dans l'approche de la restauration et de la conservation du patrimoine architectural, cat., Lausanne 1995.N. Schätti

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