HJELMSLEV, Louis Trolle

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

HJELMSLEV, Louis Trolle

Amedeo De Dominicis

Linguista danese, nato a Copenaghen il 3 ottobre 1899, morto ivi il 30 maggio 1965. Studiò la linguistica comparativa indoeuropea con H. Pedersen all'università di Copenaghen; seguì anche corsi di filologia romanza, di indiano e di filologia classica. Laureatosi nel 1923 con una tesi sulla fonologia del lituano, nel 1923-24 seguì a Praga i corsi sulla sintassi indoeuropea tenuti da J. Zubatý. Grande importanza nella sua formazione ebbe un successivo soggiorno di studio a Parigi (1926-27), durante il quale seguì i corsi di A. Meillet e J. Vendryes e venne a contatto con l'eredità saussuriana. Nel 1925 lesse per la prima volta il Cours de linguistique générale di F. de Saussure. In questo periodo preparò l'opera Principes de grammaire générale (1928) ed elaborò le Etudes Baltiques con cui ottenne il dottorato nel 1932. Nel 1931 aveva fondato, con altri giovani linguisti danesi, il Circolo linguistico di Copenaghen. Nello stesso tempo portò avanti gli studi di indoeuropeistica pubblicando l'edizione completa delle opere di Rasmus Rask, cui fece seguito un corposo commento (vol. i, 1932; ii, 1933; iii, 1935). Professore (1934-37) all'università di Aarhus, nel 1937 successe a Pedersen sulla cattedra di Linguistica comparativa dell'università di Copenaghen.

Insieme a H.J. Uldall (1907-1957), H. è il fondatore della scuola glossematica. La sua figura nella storia della linguistica novecentesca occupa una posizione di rilievo in quanto epistemologo e ideatore di una semiotica generale, di cui la linguistica, in senso stretto, è un caso particolare. In tal senso, riprende l'eredità di Saussure, rielaborandola e portandola alle estreme conseguenze.

In particolare, Saussure distingueva una dimensione concreta, variabile della lingua (la parole) e una astratta, invariabile e sistematica (la langue); H. riprende e sviluppa questa opposizione in quella tra sostanza e forma, ma propone specificazioni più fini: la distinzione tra sostanza dell'espressione e del contenuto e, parallelamente, quella tra forma dell'espressione e forma del contenuto. Ciò permette di concepire la lingua non più come un semplice sistema di ''segni'' (parole, morfemi, ecc.), ma come un sistema di regole di associazione tra unità di espressione (per es. i fonemi) e unità di contenuto (per es. le categorie semantiche), di rango inferiore ai ''segni'' linguistici. La teoria glossematica si caratterizza per una ricerca di formalizzazione delle categorie. Ma la sua maggiore difficoltà risiede nella definizione e nell'applicazione del concetto di identità linguistica. Infatti, la teoria esclude ogni riferimento alla somiglianza fonetica e fa affidamento solo sulle caratteristiche formali, astratte delle unità. Tuttavia, per es. per quanto riguarda il piano dell'espressione linguistica, lo stesso H. sembra accorgersi che un'intuizione fonetica preliminare non solo guida l'identificazione di unità in posizioni diverse (come per es. due foni di uno stesso fonema), ma è, in qualche modo, l'operazione implicita preliminare alla stessa prova di commutazione, la quale rappresenta uno sviluppo formalizzato del test delle coppie minime.

Un secondo importante contributo di H. consiste nell'elaborazione di una tipologia nel cui quadro opera la distinzione tra sistemi linguistici e sistemi simbolici. Un simbolo è un non-segno, nel quale l'espressione e il contenuto si identificano e non si possono scomporre in parti, cioè sono isomorfi. La novità del contributo hjelmsleviano consiste nel fatto che tale distinzione è operata sulla base dei risultati della prova di commutazione cui viene sottoposto il sistema. Questa prova, elaborata dalla Scuola di Praga alla fine degli anni Venti, perde con H. i caratteri di puro procedimento di scoperta e diventa un criterio formale di una tipologia linguistica.

Opere principali: La catégorie des cas. Etude de grammaire générale, i, in Acta Jutlandica, 7, 1 (1935); e ii, ibid., 9, 2 (1937); Omkring Sprogteoriens Grundlaeggelse (1943; trad. ingl. a cura di F.J. Whitfield, Prolegomena to a theory of language, 1953); Essais linguistiques (1959); Sproget. En Introduktion (1963); Essais linguistiques, ii (1973); Résumé of a theory of language, a cura di F.J. Whitfield (1975).

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