LOVANIO

Enciclopedia Italiana (1934)

LOVANIO (A. T., 44; fr. Louvain; fiamm. Leuven)

Carlo ERRERA
Yvonne DUPONT
F. L. GANSHOF

Città del Belgio, nella provincia del Brabante, a meno di una ventina di km. a E. della capitale, sulla riva sinistra della Dyle che l'attraversa, dove le colline del Brabante scendono sul piano fiammingo. Sorta al principio del sec. XI intorno al castello dei conti di Brabante, divenne in breve un centro fiorente per le industrie e per i commerci, tanto che nel sec. XIV si calcola che avesse raggiunto una popolazione di 100.000 ab.; si segnalò fra le città fiamminghe del Medioevo soprattutto per l'importanza della sua industria tessile con 3000 telai, e del Medioevo conserva numerose tracce nelle sue fabbriche; il centro è ancora contenuto nella cinta delle sue mura (sec. XIV) abbattute e sostituite da un giro di bei viali per 10 km., dentro ai quali sono frammisti alle abitazioni giardini e orti. La guerra 1914-18 causò gravi danni alla città, che per un incendio scoppiato durante l'occupazione tedesca ebbe distrutte circa 1400 case. Lovanio contava nel 1920 40.028 ab. (38.700 nel 1931), di parlata fiamminga; è capoluogo di arrondissement. Ha stabilimenti industriali abbastanza importanti e un discreto movimento di traffico, specialmente sul canale, lungo 30 km., che la unisce alla Rupel e quindi ad Anversa. La città è sede di un'università cattolica e di un liceo (Athénée Royal).

Monumenti. - La città conserva, nonostante l'incendio del 1914, begli avanzi antichi. Sulla Grand'Place, restaurata dopo la guerra, il palazzo comunale, vero gioiello architettonico, è opera di cesello di Mathieu de Layens (1448-63; statue moderne). La collegiata di S. Pietro è di stile gotico fiorito (1425-97). L'incendio del 1914 distrusse l'alto della torre (sec. XVI), ma risparmiò alcuni monumenti: il tramezzo gotico in pietra (1488) sormontato da un calvario in legno policromo d'arte locale (fine del sec. XV), gli stalli del coro (1438-42), opera di N. de Bruyn e G. Goris di Bruxelles, il tabernacolo a torretta su disegno di M. de Layens (dopo il 1450), tombe di Enrico di Brabante (morto nel 1235), di Matilde di Fiandra e della figlia (sec. XIII), il trittico (1458) della Cena - ricostruito dopo la pace - e quello del martirio di S. Erasmo (1465) opere capitali di Thierry Bouts, la sedes sapientae in legno (1441).

Dell'antico Mercato (les Halles) dei panni (1317-45), poi sede dell'università cattolica, rimangono frammenti della facciata e i pilastri del pianterreno, addossato al pittoresco Mercato vecchio (Vieux-Marché). Attualmente l'università ha sede in un gran fabbricato, elevato, dopo la guerra, dall'americano Whittney Warren.

Notre-Dame-aux-Dominicains è una semplice chiesa gotica del sec. XIII (1230), con coro del XV, stalli di G. van der Loy (1530), dipinti di P. J. Verhaeghen (secolo XVIII). S. Michele, con ricca facciata barocca, fu elevato dal 1650 al 1671 su progetti del padre G. Hésius, con sculture del padre J. van Steen; ha nell'interno superbi rivestimenti lignei (sec. XVII), una Madonna di E. Quellin (sec. XVII), un fonte battesimale di ottone (1473). Ricordiamo ancora le chiese di S. Quintino (circa 1450), di S. Giacomo (secolo XIV-XV; un bel tabernacolo scolpito, 1537-38; una Cena di B. van Orley), di S. Gertrude (secoli XIV e XV), coi più ricchi stalli della regione, intagliati da M. de Waeyer (1538?-1543), e il piccolo Béguinage (sec. XVII). Il grande Béguinage (sec. XVI) ha un oratorio gotico, con antichi dipinti e una vetrata del 1305.

Tra gli edifici pittoreschi della città sono da citare il Collegium Regium, il collegio dei Premonstratensi (1755), l'Asilo dei vecchi (sec. XVI), il Collegio di Savoia, ora Museo d'arte e d'archeologia (dipinti antichi, sculture e antichi documenti), l'antico Collegio dello Spirito Santo o Museo Spoelberch (porcellane e mobili); l'Ospedale civile con porta romanica (1222) e chiostro del 1519. Ricordiamo inoltre gli avanzi di fortificazione e sul Mont César vestigia dei bastioni e del castello dei duchi di Brabante su cui si stende la moderna abbazia benedettina, e tra le case antiche il palazzo van't Sestich (1568). Degni di nota il monumento al padre Damien del Meunierie, e quello ai Caduti, opera di J. de Bondt e M. Wolfers. Nelle vicinanze di Lovanio è l'abbazia del Parco, fondata nel 1129, rimaneggiata nei secoli XVII e XVIII, con chiesa del 1729.

V. tavv. CXXXIX e CXL.

Storia. - Il campo trincerato costruito nell'884 dai Normanni nella località detta Lovanio, sulla riva sinistra della Dyle, nella vicinanza del quale essi furono vinti dal re di Germania Arnoldo di Carinzia, non ha alcuna relazione con le origini dell'attuale città. Questa si formò solo nel sec. XI, per effetto della rinascita economica di quell'epoca, vicino al castrum che il conte di Lovanio, antenato dei duchi di Brabante, aveva costruito su un'isola della Dyle, nel sec. X. Il terreno sul quale sorse la città sembra sia stato proprietà della chiesa collegiale di S. Pietro. Lovanio, al pari di Bruxelles, si sviluppò solo dal sec. XII in seguito all'importanza acquistata in quest'epoca dalla strada che l'attraversa e che unisce direttamente i centri economici importanti di Bruges e di Colonia. Questa circostanza rese possibile a Lovanio la creazione di un'industria d'esportazione di panni, che utilizza la lana inglese.

La borghesia industriale e commerciante possedeva già prima del 1160 un diritto proprio. Un tribunale di scabini, nominato dal conte, ma composto di borghesi, era incaricato della giurisdizione della città, sotto la presidenza del funzionario comitale, il sindaco; ma fin dal sec. XII, essi dovevano dividere questa giurisdizione con gli iurati, amministratori nominati dalla collettività di abitanti (Communio). Nell'anno 1161, la città fu circondata da mura.

La prosperità crescente dell'industria dei panni produsse nei secoli XIII e XIV un considerevole accrescimento della popolazione lavoratrice, raggruppata in corporazioni fin dal sec. XIII. I suoi membri si stabilirono in gran numero nei sobborghi fuori delle mura; essi vivevano in condizioni molto misere e non avevano alcuna partecipazione nel governo urbano, che era interamente nelle mani del patriziato, arricchito dal commercio e le cui più antiche famiglie discendevano dagli antichi servi di San Pietro (familia S. Petri). Raggruppati in una gilda, incaricati del controllo del commercio e dell'industria del panno, i patrizî avevano il predominio anche su tutta la vita economica. Di qui una serie di rivolte del proletariato: nel 1267, nel 1302, poi nel 1360, sotto la direzione di P. Coutereel (v.). Ma solo nel 1378 un ultimo sollevamento ebbe per effetto l'istituzione, su carta rilasciata dal duca Venceslao, di un regime, in cui le funzioni erano divise fra i patrizî e i plebei.

Lovanio in quei tempi occupava il primo posto fra le città del Brabante. Messasi a capo di esse, obbligò il duca a dar loro una partecipazione nel governo del ducato (v. brabante). L'accrescimento della città divenne tale che, dal 1357 al 1363, furono costruite nuove mura di cinta, e di tali proporzioni che vasti spazî erano liberi ancora alla fine del sec. XIX. Ma la decadenza si avvicinava, e nel secolo XVI la città, che fin dal regno di Giovanna e di Venceslao (1355-1406 e 1383) aveva cessato di essere, a profitto di Bruxelles, la residenza preferita dei duchi, perdette ogni importanza.

Divenne invece in prevalenza una città di studî. La sua università, fondata nel 1425 dal papa Martino V su domanda del duca Giovanni IV, acquistò presto molta rinomanza; nel 1518 la creazione del Collegium trilingue, sotto l'influenza di Erasmo, le infuse, anche suo malgrado, il nuovo spirito dell'umanesimo. Ma ciò nonostante, l'università di Lovanio rimase un centro di lotta contro la Riforma e seppe armonizzare i metodi filologici nuovi con l'ortodossia cattolica. Tuttavia dopo il 1606, con la morte del filologo Giusto Lipsio, che l'aveva resa illustre con le sue lezioni, l'università ebbe una profonda decadenza. Soppressa nel 1797 dai Francesi, fu ristabilita come università dello stato dal re Guglielmo I dei Paesi Bassi e divenne università cattolica nel 1836.

Lovanio ha subito due assedî memorabili: uno nel 1547, diretto da Marten van Rossum di Gheldria, l'altro nel 1635, compiuto dalle truppe francesi e neerlandesi nella guerra con la Spagna. L'uno e l'altro finirono in uno scacco per gli assedianti, dovuto all'eroica resistenza della guarnigione e degli abitanti. Durante la guerra mondiale, Lovanio fu distrutta in parte e la sua biblioteca universitaria fu bruciata dall'esercito germanico il 25 agosto 1914.

Bibl.: Brughmans, Les institutions de la ville de Louvain, Lovanio 1931; Calbrecht, De oorsprong der Sinte Peetersmannen, Lovanio 1922; Van der Essen, Une institution d'enseignement sous l'Ancien Régime. L'Université de Louvain, Bruxelles 1921; Van der Linden, Geschiedenis van de stad Leuven, Lovanio 1899; id., Histoire de la constitution de la ville de Louvain au moyen âge, Gand 1892; id., Les Normands à Louvain, in Revue historique, 1917; G. Van Even, Louvain dans le passé et dans le présent, Lovanio 1895; id., L'Université de Louvain à travers cinq siècles, Bruxelles 1927. - Per i monumenti, oltre le opere precedenti, v.: J. Destré, Étude sur la sculpture brabançonne au moyen âge, Bruxelles 1894; R. Lemaire, Les origines du style gothique en Brabant, I e II, Bruxelles 1906 e 1922; P. Parent, L'architecture des Pays-Bas méridionaux aux XVIe, XVIIe, XVIIIe siècle, Parigi-Bruxelles 1926; E. Prisque, L'abbaye de Parc, Lovanio 1932.