CARBONE, Ludovico

Enciclopedia Italiana (1930)

CARBONE, Ludovico

Emilio Santini

Nacque a Ferrara nel 1435. Fu scolaro di Guarino Veronese e dal 1455 insegnante di retorica nello studio della sua città e a Bologna. Verseggiatore e scrittore in latino e in volgare, ai tempi di Borso e di Ercole d'Este godette i favori della corte per la sua vasta, varia e alquanto ciarlatanesca cultura. Morì nel 1482. Tradusse in volgare Sallustio e trattati greci d'arte militare; compose, probabilmente nel 1466, un Dialogo e una raccolta di Centotrenta novelle e facetie (edita a cura di A. Salza, Livorno 1900); in latino sette dialoghi, non senza importanza storica, dei quali due soli furono pubblicati: il De neapolitana profectione e il De amenitate, utilitate, magnificentia Herculei Parci scritto tra il 1475 e il'76. Ma più di queste opere lo resero noto le solenni concioni, fra cui quella tenuta nel 1460 per il passaggio a Ferrara di Pio II e quella per la venuta di Federico III a Ferrara nel 1469. Fu insignito della laurea poetica.

Bibl.: G. A. Barotti, Memorie istoriche dei letterati ferraresi, Ferrara 1792, pp. 50-67; G. Carducci, La gioventù di Ludovico Ariosto e la poesia latina in Ferrara, in Opere, XV, Bologna 1905; F. Forti, Di Lod. Carbone e delle sue opere, in Atti e Memorie d. Deputaz. ferrarese di st. patria, XX (1910), pp. 53-80; A. Lazzari, Un'orazione di L. C. a Firenze, in Atti e Mem. della R. Deputaz. di storia patria per le provincie modenesi, s. 5ª, XII (1919).

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