CAPRIOLO, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CAPRIOLO, Luigi

Massimo Ilardi

Nacque a Cinzano (prov. Torino) il 10 novembre 1902 da Angelo e da Maddalena Morello. Giovanissimo, fin dall'anno 1921 egli si iscrisse al Partito comunista d'Italia, partecipando alle grandi lotte politiche e sindacali dei comunisti torinesi. Molto attivo nel movimento di opposizione al fascismo che - dopo le leggi eccezionali del novembre 1926 - andava riorganizzandosi a Torino, il C. partecipava all'opera di agitazione sia nel quartiere di Borgo San Paolo, nel quale abitava, sia tra gli operai delle officine S.I.A.M., presso le quali era operaio tornitore. Fu arrestato una prima volta nel gennaio 1927 durante la repressione poliziesca che seguì la vasta azione di sabotaggio del "Prestito del Littorio" (preteso dal regime nella misura di 5 ore settimanali di lavoro non remunerato, pena l'immediato licenziamento). Imputato, insieme con altri due operai, di aver distribuito manifestini contro il prestito e diffuso il giornale Il Fronte unico, invitando gli operai a costituire i comitati di agitazione, venne deferito al Tribunale speciale sotto le imputazioni di complotto, incitamento all'odio di classe e agitazione sovversiva. Processato il 12 maggio 1927, venne riconosciuto colpevole di appartenenza al P.C.d'I, propaganda e vilipendio della Milizia volontaria sicurezza nazionale e condannato a sette anni e sei mesi di reclusione.

Scontata la pena, il C. alla fine del 1932 fu di nuovo a Torino, dove, assieme all'operaio D. Conte, creò uno dei due nuclei comunisti della città cui facevano capo numerose cellule di officina e di quartiere. Scoperto nel marzo 1933, venne arrestato e tenuto per più di un anno in carcere prima che le accuse contro di lui si concretassero in "costituzione del P.C.d'I., appartenenza allo stesso gruppo e propaganda". Processato il 27 sett. 1934 dal Tribunale speciale, fu condannato a sette anni di carcere. Ottenne due anni di condono ma, senza che fosse rimesso in libertà, gli furono assegnati altri sei mesi di confino.

Tornato a Torino nel 1940, il C. fu tra i più attivi militanti della riorganizzazione del Partito comunista ed ebbe un ruolo di primo piano nell'opera di propaganda e proselitismo.

Secondo la testimonianza di L. Geymonat (in Spriano, III, p. 345 n.), l'ingresso di giovani intellettuali come lo stesso Geymonat, E. Carando, Matteo Sandretti e Antonio Giolitti nelle file clandestine del P.C.d'I. fu dovuto al "contatto molto frequente con quella eccezionale figura di compagno del Capriolo". Anche l'accostarsi di C. Pavese ai gruppi attivi torinesi derivò dai contatti con il C., incontrato spesso in casa Guaita.Nel marzo 1943 il C. fu tra gli organizzatori dei grandi scioperi politici contro il fascismo e la guerra; l'8 settembre dello stesso anno, con la carica di secondo rappresentante del P.C.I. nel Comitato piemontese del Fronte nazionale, guidò la delegazione che tentò di indurre il generale Adami Rossi a consegnare le armi al popolo e a collaborare alla difesa della città. Nominato rappresentante del P.C.I. nel Comitato per la stampa e propaganda del Comitato Liberazione Nazionale regione Piemonte, fondò il giornale La Riscossa italiana che come portavoce ufficiale del Comitato di Liberazione, dava nel suo primo numero (20 ott. 1943) l'annuncio dell'inizio della guerra partigiana.

Ufficiale di collegamento tra le formazioni della Val di Lanzo e quelle della Val di Susa, ispettore di comando delle brigate Garibaldi nella zona di Cuneo, il C. si distinse per capacità organizzative e coraggio personale. Nel marzo del 1944, durante un'incursione tedesca nel paese di Nole, dove era di passaggio con la sua formazione, sfuggì alla cattura grazie alla solidarietà del paese. Nell'estate dello stesso anno venne catturato dalle S.S. che, scambiatolo per Pietro Sulis, garibaldino della Val di Lanzo che aveva dato al C. i propri documenti, lo torturarono atrocemente senza venire a conoscenza della sua vera identità. Fu impiccato, sempre sotto il nome di Sulis, il 3 ag. 1944 a Villafranca d'Asti.

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Casellario politico centrale sub voce; Lettere diantifascisti dal carcere e dal confino, Roma 1962, I, pp. 72-80; L. C. di fronte alla morte, in Rinascita, II (1945), pp. 275 s. (lettera scritta dal C. il 6 marzo 1944); D. R. Peretti Griva, L.C., in La Patria indipendente, 21 nov. 1954; P. Gobetti, Ricordo di L. C. militante comunista, in Rinascita, XII (1955), pp. 563 s.; R. Luraghi, Il movimento operaio durante la Resistenza, Torino 1958, pp. 20-23, 36, 62, 84, 93-99; D. Zucaro, Il primo antifascismo clandestino a Torino e inPiemonte, in Rivista storica del socialismo, III,1960, pp. 768 s.; M. Giovana, La Resistenza in Piemonte, Milano 1962, pp. 20-22, 30, 41; F. Frassati-P. Secchia, Storia della Resistenza, Roma 1965, II, p. 829; D. Zucaro, Cospirazioneoperaia, Torino 1965, p. 31; P. Spriano, Storia del Partito comunista italiano, I-IV, Torino 1967-1975, ad Indices; G. Vaccarino-C. Gobetti-R. Gobbi, L'insurrezione di Torino, Parma 1968, p. 184.

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