CASTELLAZZO, Luigi

Enciclopedia Italiana (1931)

CASTELLAZZO, Luigi

Mario Menghini

Uomo politico, nato a Pavia il 29 settembre 1827, morto a Roma il 16 dicembre 1890. Seguì a Mantova il padre, che era un impiegato di polizia, poi tornò a Pavia (1846) per seguirvi i corsi universitarî, e due anni dopo corse a combattere la prima guerra dell'indipendenza. L'anno dopo partecipò alla difesa di Roma e, fatto prigioniero dai Francesi, fu internato a Bastia, donde riuscì a evadere. Tornato a Mantova, cospirò col Tazzoli, col Benintendi, ecc., contro l'Austria; e scoperta la vasta congiura, fu arrestato (22 aprile 1852) e coinvolto nel terribile processo che ebbe per epilogo la condanna a morte del Tazzoli, dello Speri, del Poma, ecc., impiccati a Belfiore (v.). Durante gl'interrogatorî, il C. scese a rivelazioni riuscendo a salvarsi dalla morte. Fu condannato al carcere duro, ma amnistiato il 19 marzo 1853. Tornato a Pavia, sei anni dopo combatté a Vinzaglio e a San Martino, e nel 1860 in Sicilia e a Sant'Angelo, presso Capua, dove fu ferito. Fece pure la campagna del Trentino nel 1866 sotto Garibaldi, e l'anno dopo, incaricato d'una missione a Roma, fu arrestato dalla polizia pontificia. Liberato nel 1870, fece la campagna di Francia. Eletto deputato nella XV legislatura per il collegio di Grosseto, la sua convalidazione fu aspramente contrastata (11 dicembre 1884), essendogli stata rimproverata la sua condotta durante il processo di Mantova. Sotto lo pseudonimo di Anselmo Rivalta, il C. scrisse romanzi e novelle, fra cui son da citare: La Lombardia nel 1848. Episodio della guerra dell'indipendenza italiana (Firenze 1862); Dio non paga il sabato (ivi 1863); Tito Vezio, ovvero Roma cent'anni avanti l'era cristiana (ivi 1867); La battaglia d'Armagedon: notti vaticane (Roma 1884).

Bibl.: Per la lunga polemica contro il C., vedi A. Luzio, I martiri di Belfiore, Milano 1905.

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