CHIAPPELLI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 24 (1980)

CHIAPPELLI, Luigi

Mario Sbriccoli

Nacque a Pistoia il 2 sett. 1855, da Francesco, medico di cospicua fama, e da Clementina Sozzifanti, appartenente ad una antica e nobile famiglia pistoiese. Fratello di Alessandro, filosofo, sociologo e storico della letteratura, e di Alberto, anch'egli cultore di memorie patrie, trascorse la sua intera vita nell'ambito pistoiese, in un quadro di rapporti culturali e familiari che segnarono profondamente la sua formazione intellettuale, i suoi studi di storico del diritto e di storico locale, e il suo stesso impegno civile.

Dopo essere stato allievo del liceo classico "N. Forteguerri" di Pistoia, seguì gli studi di giurisprudenza nella facoltà pisana, laureandosi nel luglio del 1877 con una dissertazione su Cino da Pistoia, prima stesura di uno dei suoi studi più famosi, quello intitolato Vita ed opere giuridiche di Cino da Pistoia, pubblicato a Pistoia quattro anni dopo, nel 1881. Sempre a Pisa, con il conseguimento della libera docenza in storia del diritto italiano, iniziò una camera universitaria alla quale non dette seguito: l'interesse per gli studi locali, la salda radicazione nella città natale ed i rapporti con le sue istituzioni culturali, lo distolsero da un cursus honorum che lo avrebbe necessariamente portato lontano da Pistoia e per periodi non brevi.

Tutto ciò non significò, però, isolamento provinciale ed estraneità al dibattito culturale della sua epoca: il lungo e fruttuoso sodalizio con Ludovico Zdekauer, la familiarità con Hermann Fitting, nata al tempo di un giovanile viaggio di studi in Germania, gli stretti rapporti con i massimi esponenti italiani degli studi storico-giuridici, e gli stessi contatti non sporadici con uomini come Giuseppe Toniolo, dimostrano la sua attiva presenza nella vita culturale e civile italiana dei decenni a cavallo del secolo.

Due furono principalmente i terreni del suo impegno scientifico: la storia del diritto e della scienza giuridica e la ricostruzione del passato (soprattutto di quello altomedievale) della sua città. Nel settembre 1898 fondò la Società pistoiese di storia patria, insieme con lo Zdekauer, i fratelli Alberto (che la presiedette lungamente) e Alessandro, e con l'apporto di altri studiosi locali come Q. Santoli, G. Zaccagnini, A. Chiti. Quando nel 1930, morto il fratello Alberto, il C. divenne presidente della Società, essa aveva già dato un contributo notevole alla storia non solo pistoiese, e prevalentemente per opera sua. Il frutto maggiore della attività della Società pistoiese fu certamente il Bullettino storico pistoiese, pubblicato fin dal 1899 e diretto dal C. a partire dal 1901.

Con esso, sulla spinta del "rinnovamento positivo" della storiografia italiana di fine secolo, il C. si proponeva di "illustrare la storia dell'antico comune di Pistoia e della sua antica circoscrizione fin dalle origini sue, al modo che si fa ormai per molte società consimili in Toscana e fuori, colla pubblicazione di documenti inediti, colla revisione critica di cronache antiche già pubblicate, colla illustrazione dei monumenti pistoiesi, e segnatamente dei meno noti o mal noti..." (Prefazione al primo numero del Bullettino, 1899).

Il lavoro fu denso e proficuo. Videro la luce nel Bullettino alcuni tra i suoi studi più impegnativi, dalle Nuove ricerche su Cino da Pistoia (1911) fino alla Storia di Pistoia nell'alto Medio evo, compiuta nel 1932, nella quale, dopo aver esaminato in particolare i periodi longobardo e carolingio della storia pistoiese, ebbe modo di applicare fruttuosamente un modello già precedentemente elaborato nel lavoro La formazione storica del comune cittadino in Italia (1930), valorizzando la funzione svolta dai nuovi ceti intellettuali ed imprenditoriali (legisti, negotiatores, ecc.) nell'affermarsi in Italia della esperienza cittadina come esperienza istituzionale e politica.

I suoi contatti con la storiografia locale non si fermarono a Pistoia. Anche se il contenuto delle sue ricerche fu quasi del tutto ancorato alla storia patria, egli tenne collegamenti provati dalla sua assidua collaborazione a riviste come l'Archivio storico italiano ed alle pubblicazioni delle altre deputazioni (in particolare quella marchigiana, nel periodo maceratese dello Zdekauer): collegamenti che ne fecero uno dei punti di riferimento italiano di quel genere di studi, già benemerito per l'aria di novità che aveva portato in una storiografia viziata dall'eccessivo politicismo patriottico-risorgimentale, ma ormai in crisi e sempre più marginale rispetto allo stesso dibattito italiano.

Anche l'impegno politico e civile del C. si svolse nell'ambito locale. Legato per formazione culturale e tradizione familiare alle componenti moderate del cattolicesimo liberale, fece parte, come membro eletto, del comitato diocesano a partire dal 1897 (il comitato era allora presieduto dal fratello Alberto) e fu lungamente presidente del Circolo ricreativo cattolico, fondato nel marzo del 1898. Nel 1899 entrò nel Consiglio comunale di Pistoia, eletto nella lista clericale, e fece parte in seguito anche del Consiglio provinciale di Firenze. Dalle lettere di Giuseppe Toniolo (professore nell'università di Pisa) è possibile vedere come il C. fosse un elemento importante nella rete di presenza civile dei cattolici toscani in quel torno di anni. Seguendo in ciò la via di tanti altri esponenti del moderatismo cattolico, spinto anche da un acceso nazionalismo, avrebbe aderito in seguito al fascismo.

Il contributo dato dal C. alla storia del diritto ed alla storia dei giuristi italiani, e quindi il contributo di maggior peso culturale, venne decisamente segnato dall'ottica pistoiese che lo dominava. Il suo primo lavoro di storia della cultura giuridica è dedicato a Cino, punto di incontro tra gli studi locali e quelli dedicati alla grande cultura universale dei giuristi italiani del XIII e XIV secolo. Anche lo studio di "congedo" dalla storia giuridica riguardò Cino da Pistoia (le Nuove ricerche del 1911) e concluse una serie molto cospicua di lavori che conservano tuttora la loro importanza.

Gli elementi ricorrenti in questa produzione storico-giuridica sono: quello della rinascita del diritto romano nel primo Medioevo (tema già largamente presente nello studio su Cino e poi ripreso nella serie di saggi sulla "glossa pistoiese" e, soprattutto, nella monografia su Lo Studio bolognese nelle sue origini e nei suoi rapporti con la scienza pre-irneriana, Pistoia 1888); quello della prevalenza dell'elemento culturale romano su quello germanico nella formazione della cultura giuridica europea tra alto e basso Medioevo (dato, questo, al quale non fu estraneo il legame, non solo scientifico, del C. con Hermann Fitting); quello del ruolo politico svolto dai giuristi nella prima fase della autonomia comunale (studi su Cino da Pistoia, La polemica contro i legisti, in Archivio giuridico, XXVI [1881], pp. 295-322, e Le idee politiche di Bartolo,ibid., XXVII [1882], pp. 387-439); quello della funzione avuta dalle università medievali nella formazione della civiltà europea, e non solo nello studio e nella elaborazione della scienza giuridica.

Ma il tema che più di ogni altro lo impegnò nella sua elaborazione storico-giuridica fu certamente quello della continuità tra l'esperienza romana antica ed il rinascimento giuridico medievale: tema tipicamente presente in Fitting, esso venne arricchito e quasi ricostruito dal C. in un vasto arco di ricerche che vanno dai rinvenimenti pistoiesi e non (Glossa pistoiese al Codice giustinianeo, Torino 1885 [Mem. d. R. Acc. d. scienze di Torino, s. 2, XXXVIII, con tutti gli scritti di contorno e di puntualizzazione successivi; Glosse d'Irnerio e della sua scuola tratte dal manoscritto capitolare pistoiese dell'Authenticum, in Mem. d. R. Acc. dei Lincei, IV [1886], pp. 515-546; Nuovi studi sopra la storia delle Pandette nel Medioevo, in Arch. giuridico, XLIV[1890], pp. 515-546; Il manoscritto torinese delle Istituzioni in Zeitschr. d. Savigny Stift. f. Rechtgesch. Römische Abteil., [1890], pp. 308-310) fino agli interventi su numerosi testi giuridici che costituiscono in quegli anni il tema centrale di una discussione filologica e storica di grande rilievo per la ricostruzione dei primordi della scienza giuridica italiana.

Pensiamo alla Notizia sui Nuovi scritti di Irnerio, in Nuova Antologia, 16 dic. 1894, pp. 767-771, a Irnerio secondo la nuova critica storica, pure del 1894, alle ipotesi sul giurista Arrianus, avanzate nel 1896 studiando le Dissensiones dominorum, ed alle Osservazioni sulle Quaestiones e sulla SummaCodicis attribuite ad Irnerio, in Arch. giurid., LIX (1897), con le quali egli restava autorevolmente nella "questione irneriana", vivissima negli anni Novanta del secolo scorso, prendendo ancora posizione accanto al Fitting e dissentendo in modo articolato da diverse opinioni di F. Schupfer, F. Patetta, G. Pescatore e dell'allora giovanissimo E. Besta.

Il C. morì a Firenze il 17 giugno 1936.

Bibl.: Esistono due bibliografie delle opere del C., che vanno integrate tra di loro e che sono pubblicate rispettivamente nel Bull. stor. pistoiese, XXXVIII (1936), 2, pp. 58-63 e nella Rivista di storia del diritto italiano, IX (1936), 1, pp. 477-482. Necrol. in Bull. stor. pist., XXXVIII (1936), pp. 49-57, in Rivista di storia del diritto ital., IX (1936), pp. 476-477; G. Toniolo, Lettere, II, 1896-1903, a cura di G. Anichini, Città del Vaticano 1953, pp. 190, 261, 300; III, 1904-1918, ibid. 1953, pp. 279 ss.; B. Brugi, Alcune osservaz. sul periodo storico dei post-glossatori in Italia,con speciale riguardo al libro dell'avv. C. intorno al giureconsulto Cino da Pistoia, in Arch. giuridico, XXVI (1881), pp. 401-439; H. Fitting, Die Anfänge der Rechtsschule zu Bologna, Berlin-Leipzig 1888, pp. 15-16; L. Zdekauer, Sull'origine del manoscritto pisano delle Pandette, in Arch. giuridico, XLIV (1890), pp. 415-421; Q. Santoli, Saluto a L. C. ..., in Bull. stor. pist., XXXVII(1935), pp. 99-104; B. Paradisi, Gli studi di storia del diritto italiano, in Cinquant'anni di vita intellettuale ital., 1896-1946. Scritti in onore di B. Croce, a cura di C. Antoni-R. Mattioli, II, Milano 1950, p. 382; E. Sestan, L'erudizione storica in Italia,ibid., pp. 425-453; D. Maffei, La "Lectura super digesto veteri" di Cino da Pistoia, Milano 1963, ad Ind.

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