TAGLIAVINI, Luigi Ferdinando

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019)

TAGLIAVINI, Luigi Ferdinando

Elisabetta Pasquini

– Nacque a Bologna il 7 ottobre 1929, primo dei quattro figli di Carlo, insigne glottologo e cattedratico nell’Università di Padova, e di Nella De Lorenzo Tobolo.

Terminati gli studi liceali (1946), si iscrisse all’Università di Padova, ove si laureò nel 1951 con una tesi in lingua e letteratura tedesca sotto la guida di Ladislao Mittner (Studi sui testi delle cantate sacre di J.S. Bach, Padova-Kassel-Basel 1956). Avviati gli studi di pianoforte con Napoleone Fanti, si diplomò cum laude in organo e composizione organistica nel Conservatorio di Bologna, sotto la guida di Ireneo Fuser (1949). Si perfezionò quindi nel conservatorio di Parigi con Marcel Dupré; da lui Tagliavini affermava di aver appreso il rigore e la disciplina, virtù preclare della sua carriera di musicista e musicologo. Ancora a Bologna si diplomò in composizione, con Riccardo Nielsen (1953); allo stesso anno risale la Passacaglia per organo su tema di Hindemith (Padova 1954), che gli procurò il secondo premio al Concorso nazionale Incontri della gioventù.

Nel conservatorio di Bologna fu docente incaricato di organo complementare e canto gregoriano (dal 1952), poi anche di esercitazioni corali (1954). Nel 1954 prese servizio come docente incaricato di organo e composizione organistica nel conservatorio di Bolzano, ove nel 1959 ottenne il ruolo; cinque anni più tardi ebbe il trasferimento nel conservatorio di Parma, ove rimase fino al 1965. Dal 1959 insegnò nell’Accademia organistica di Haarlem, e tenne poi analoghi corsi estivi anche nell’Accademia di musica per organo di Pistoia e nelle Settimane per la musica antica di Innsbruck. Dal 1954 al 1959 fu bibliotecario (dapprima supplente, poi di ruolo) nel conservatorio di Bologna; in quegli anni, assieme a Napoleone Fanti e Oscar Mischiati, perfezionò l’edizione del Catalogo della biblioteca musicale G.B. Martini di Bologna (I-V, Bologna 1961-1970) di Gaetano Gaspari. Se si escludono i periodi durante i quali fu visiting professor nella Cornell University di Ithaca, New York (1963), e nella State University di New York a Buffalo (1969), la carriera accademica di Tagliavini si svolse in toto nell’Università di Friburgo (Svizzera), ove ricoprì il posto (dal 1965 come professore straordinario, dal 1971 come ordinario) che era stato di Peter Wagner, e ove diresse ininterrottamente l’istituto di musicologia; negli anni 1979-80 presiedette la facoltà di lettere. Nel 2000 gli fu riconosciuto l’emeritato.

Nella sua lunga dedizione di musicista, musicologo e collezionista di strumenti, Tagliavini seppe coniugare con sapiente maestria gli esiti della propria ricerca storico-critica, filologica e organologica: aspetti, questi, ch’egli considerava inscindibilmente connessi. Svolse un’intensa attività concertistica e realizzò numerose incisioni discografiche per importanti etichette internazionali. Nel contempo fu tra i pionieri della cosiddetta Orgelbewegung italiana, fondata sul principio del restauro conservativo e del ripristino funzionale degli strumenti antichi sulla scorta di dati storici, e nel contempo attenta alla prassi costruttiva dei nuovi strumenti: emblematico il caso degli organi di Lorenzo da Prato (1475) e Baldassarre Malamini (1596) nella basilica di S. Petronio a Bologna, riportati all’antico splendore e inaugurati nel 1982 dopo un decennio di lavori (O. Mischiati - L.F. Tagliavini, Gli organi della basilica di San Petronio in Bologna, Bologna 2013).

Come musicologo collaborò sin da giovanissimo a importanti imprese editoriali (su tutte, la Neue Mozart-Ausgabe, per la quale curò le edizioni critiche delle partiture italiane giovanili Ascanio in Alba, Betulia liberata e Mitridate, re di Ponto, Kassel 1956, 1960 e 1966) e licenziò numerosi saggi storico-critici di riferimento; spiccano, sulla linea della prassi esecutiva storicamente documentata, quelli dedicati all’uso delle appoggiature nella musica vocale: «Sposa! Euridice!»: prosodischer und musikalischer Akzent, in De editione musices, a cura di W. Gratzer - A. Lindmayr, Laaber 1992, pp. 177-202; «O Freunde, nicht diese Töne!»: considerazioni su alcuni aspetti negletti della prassi esecutiva, in «Et facciam dolçi canti», a cura di B.M. Antolini - T.M. Gialdroni - A. Pugliese, II, Lucca 2003, pp. 963-987. Nel 1960 fondò L’organo: rivista di cultura organaria e organistica (con Renato Lunelli, al quale dal 1968 subentrò Oscar Mischiati, legato a Tagliavini da profonda amicizia e da un consolidato sodalizio professionale), sulle cui pagine furono pubblicati anche suoi importanti contributi (tra gli altri, Nuove vie dell’arte organaria italiana, III (1962), pp. 77-113; La situazione degli antichi organi in Italia: problemi di censimento e di tutela, VII (1969), pp. 3-61, con O. Mischiati; Note introduttive alla storia del temperamento in Italia, XVIII (1980), pp. 3-13; Varia frescobaldiana, XXI (1983), pp. 83-128).

Ma è forse nella sua preziosa raccolta di strumenti, dal 2010 custodita nell’Oratorio bolognese di S. Colombano sotto l’egida di Genus Bononiae, che le diverse anime della personalità artistica e intellettuale di Tagliavini si compenetrarono idealmente. Com’egli scrisse nel primo catalogo della collezione (la quale annovera soprattutto clavicembali, clavicordi e spinette, alcuni di raro pregio storico-artistico e tutti sapientemente restaurati nel tempo), «ogni nuovo strumento costituiva un apporto alla conoscenza di caratteristiche costruttive o sonore o d’aspetti della prassi esecutiva cembalistica; per non tacere di frequenti elementi d’interesse sconfinanti dal campo dell’arte musicale in quello dell’arte pittorica, o inserentisi in un più ampio quadro storico-culturale» (Clavicembali e spinette dal XVI al XIX secolo: collezione L.F. Tagliavini, a cura di L.F. Tagliavini - J.H. van der Meer, Bologna 1986, pp. 9 s.; cfr. anche Collezione Tagliavini: catalogo degli strumenti musicali, I-II, a cura di J.H. van der Meer - L.F. Tagliavini, Bologna 2008). Il magistero di Tagliavini fu d’esempio per numerosi allievi, sia musicologi sia organisti e clavicembalisti, ch’egli seguì con dedizione, disponibilità e pazienza.

Ottenne numerosi premi e riconoscimenti: in ambito accademico, il dottorato honoris causa nell’Università di Edimburgo e la fellowship onoraria nel Royal College of organists di Londra (entrambi 1996), nonché la laurea honoris causa in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo nell’Università di Bologna (1999), il dottorato honoris causa in musica sacra nel Pontificio istituto di musica sacra di Roma (2011) e la nomina a professore onorario nell’Università Anton Bruckner di Linz (2013). Nel 1971 Tagliavini fu aggregato all’Accademia filarmonica di Bologna, e nel 1991 all’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Nel 1971 il ministero della Pubblica Istruzione lo insignì della medaglia d’oro di benemerito della scuola, della cultura e dell’arte, e nel 1984 il governo regionale del Tirolo gli conferì il Tiroler Adler d’oro; al 1982 risale l’Ambrogino d’oro del Comune di Milano, al quale seguirono, tra gli altri, il Leoncino d’oro di Pistoia (2000), e in Bologna l’Archiginnasio d’oro del Comune (2006) e il Battistino del conservatorio G.B. Martini (2011). Nel 1991 si aggiudicò il premio Massimo Mila per la critica musicale italiana. Come musicista, nel 1985 la American Guild of organists gli attribuì il premio riservato al miglior esecutore dell’anno. Numerose sue registrazioni discografiche furono premiate: basti menzionare l’XI e il XII premio della discografia italiana (rispettivamente, 1973 e 1974) per i dischi realizzati sugli organi di S. Bernardino di Carpi (L’organo di anonimo, sec. XVII, Milano 1971) e della Collegiata dei Ss. Martino e Stefano di Serravalle Scrivia (L’organo di Carlo Serassi, Milano 1973), nonché i premi Choc de la musique e Antonio Vivaldi della Fondazione Cini di Venezia, entrambi per un disco registrato con Liuwe Tamminga nel tempio musicale della città natale (Gli organi della basilica di S. Petronio in Bologna, II, Andrea e Giovanni Gabrieli, Bologna 1991). Fu insignito del titolo di cittadino onorario di Dallas, Texas (2000), e di Comelico Superiore, Belluno (2009); nello stesso anno la città di Friburgo gli conferì il droit de cité communal d’honneur e la bourgeoisie d’honneur.

Morì a Bologna l’11 luglio 2017.

Opere. Oltre alle pubblicazioni citate si ricordano: Primo contatto bolognese e Accademico filarmonico, in Mozart in Italia, a cura di G. Barblan - A. Della Corte, Milano 1956, pp. 76-86, 108-122; Un musicista cremonese dimenticato: ritornano alla luce i ricercari a 4 voci di Nicolò Corradini, in Collectanea historiae musicae, II (1956), pp. 413-431; D. Zipoli, Sonate d’intavolatura per organo e cimbalo (1716), I-II, a cura di L.F. Tagliavini, Heidelberg 1957; L’opéra italien du jeune Mozart, in Les influences étrangères dans l’œuvre de W.A. Mozart, Paris 1958, pp. 125-156; Quirino Gasparini and Mozart, in New looks at Italian opera, a cura di W.W. Austin, Ithaca (N.Y.) 1968, pp. 151-171; G. Frescobaldi, Due messe a otto voci e basso continuo, a cura di O. Mischiati - L.F. Tagliavini, Milano 1975; L’arte di «non lasciar vuoto lo strumento»: appunti sulla prassi cembalistica italiana nel Cinque- e Seicento, in Rivista italiana di musicologia, X (1975), pp. 360-378; Johann Sebastian Bachs Musik in Italien im 18. und 19. Jahrhundert, in Bachiana et alia musicologica, a cura di W. Rehm, Kassel 1983, pp. 301-324; Il ballo di Mantova, ovvero «Fuggi, fuggi di questo cielo», ovvero Cecilia, ovvero..., in Max Lütolf zum 60. Geburtstag, a cura di B. Hangartner - U. Fischer, Basel 1994, pp. 135-175; A. Scarlatti, Lezzioni, toccate d’intavolatura per sonare il cembalo, facsimile a cura di L.F. Tagliavini, Bologna 1999; L’erudito, la diva, il maestro: in margine a un libro di Philip Gossett, in Il Saggiatore musicale, XVII (2010), pp. 53-81.

Fonti e Bibl.: Si ringrazia la famiglia Tagliavini per le informazioni fornite. Cfr. inoltre: Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, a cura di A. Basso, VII, Torino 1988, p. 621; Musicus perfectus: studi in onore di L.F. T. «prattico & specolativo», a cura di P. Pellizzari, Bologna 1995 (in partic. J. Stenzl, Omaggio a L.F. T., pp. XI-XVII, e l’elenco delle pubblicazioni e dei dischi alle pp. 275-295); L. Bianconi, Laudatio, in Laurea honoris causa in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo conferita dalla Facoltà di lettere e filosofia a L.F. T., Bologna 1999; Fiori musicologici: studi in onore di L.F. T., a cura di F. Seydoux, Bologna 2001 (in partic. É. Darbellay, L.F. T. le musicologue, pp. 17-25, e l’aggiornamento relativo all’elenco delle pubblicazioni e dei dischi alle pp. 633-638); T., L.F., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXIV, London-New York 2001, pp. 925 s.; T., L.F., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart on line, 2017, https://www.mgg-online.com/article?id= mgg126 64&v=1.2&q=Tagliavini&rs=mgg12664 (2 febbraio 2019).

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