GHIRRI, Luigi

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 53 (2000)

GHIRRI, Luigi

Elisabetta Palmieri

Nacque a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, il 5 genn. 1943, da Pavesio, di professione falegname, e da Anna Cagarelli. Nel 1946 si trasferì con la famiglia a Braida, frazione di Sassuolo, presso il collegio di S. Carlo, dove rimase fino al 1960, quindi si stabilì a Modena.

Nel 1962, terminati gli studi d'indirizzo tecnico scientifico, intraprese l'attività di geometra. Contemporaneamente coltivò, da autodidatta, la passione per la fotografia realizzando i suoi primi scatti con una Comet Bencini. Tra il 1970 e il 1973 entrò in contatto con giovani artisti modenesi impegnati in ricerche d'area concettuale; tra gli altri, collaborò con F. Guerzoni, G. della Casa, C. Parmiggiani e F. Vaccari. Nel dicembre del 1972 tenne la sua prima personale presso la galleria Sette Arti club di Modena, presentato proprio da Vaccari, il cui lavoro influì profondamente sulle fotografie realizzate dal G. nel periodo iniziale: per esempio, l'installazione esposta proprio quell'anno alla XXXVI Biennale di Venezia, composta da una cabina per fototessere e dagli scatti che i visitatori realizzavano durante il corso dell'esposizione, potrebbe avere influito sulla serie Infinito eseguita dal G. due anni dopo. In occasione della personale modenese del 1972 il G. incontrò i critici M. Mussini e A.C. Quintavalle, che diverranno in seguito i suoi principali sostenitori, oltre a L. Colombo, che nel gennaio del 1974 ospitò a Milano, presso la galleria Il Diaframma, da lui diretta, il ciclo Paesaggi di cartone, presentato in catalogo da un testo di Mussini.

Abbandonata definitivamente l'attività di geometra, dal 1973 il G. lavorò come grafico presso lo studio Uni di Modena; l'anno seguente, insieme con Margherita Benassi e Paola Borgonzoni, aprì il Grafica studio. Nel 1978 con quest'ultima e il fotografo Giovanni Chiaramonte, fondò la casa editrice Punto e virgola che, specializzata in fotografia, pubblicò in collaborazione con la francese Countrejour, fino al 1982, quando venne assorbita dall'editore Jaca Book di Milano.

La cultura figurativa del G. trova fondamento nelle poetiche del Novecento, dall'objet trouvé dadaista all'arte concettuale; mentre, in campo fotografico, alla base della sua formazione è l'opera degli statunitensi W. Evans e L. Friedlander, dei francesi E. Atget e A. Sander. Le prime prove del G. rivelano, inoltre, uno spiccato interesse per la pop art americana di R. Lichtenstein, J. Dine e T. Wesselman; l'approccio ironico e surreale del G. sottolinea il carattere fittizio della visione della realtà proposta dai mezzi di comunicazione di massa.

Dal 1970 al 1979 il G. lavorò contemporaneamente a numerosi cicli che, concepiti come una struttura aperta, prevedevano la possibilità di inserire di volta in volta le foto di uno di essi dentro la serie di un altro; elemento peculiare dell'intero corpus fotografico è l'impiego esclusivo di pellicola a colori. I cicli di maggiore durata - che interessarono praticamente tutti gli anni Settanta (Kodachrome, Catalogo, Diaframma11, 1/125, luce naturale, Italia ai lati, Il paese dei balocchi e Vedute) - vennero affiancati da ricerche più brevi, come Colazione sull'erba, del 1972-74, Km 0,250 e Atlante, del 1973, oppure In scala del 1977.

L'attività del G. è, in questi anni, indirizzata verso una sottile indagine dell'ambiente urbano e naturale, in un'analisi delle ambiguità e delle contraddizioni del presente. Il suo linguaggio prescinde da finalità documentarie e, specie in Atlante e Infinito (1974), risente della speculazione sul medium fotografico che Ugo Mulas compì tra il 1972 e il 1974 nelle Verifiche. Lo sguardo sulla realtà contemporanea proposto dal G. risulta lontano sia da una visione antropologica, quale quella del fotografo Mario Cresci, sia dalle riflessioni sulla storia dell'arte di un Antonio Migliori.

Nel 1975 venne scelto tra le discoveries dalla rivista Time Life photography, che pubblicò nello stesso anno un portfolio con otto immagini; due anni dopo, insieme con G. Berengo Gardin, M. De Biasi e F. Fontana, venne segnalato nel catalogo Bolaffi della fotografia. L'attività espositiva culminò nel 1979 con l'antologica, curata da Quintavalle e Mussini, al Centro studi archivio comunicazione dell'Università di Parma, dove espose, tra le altre, la serie Kodachrome, pubblicata l'anno precedente in Italia e in Francia con la presentazione di P. Berengo Gardin. Nel 1980 tenne un'importante personale al palazzo dei Diamanti a Ferrara, oltre a quelle presso la galleria Rondanini di Roma e la Light gallery di New York, dove espose il ciclo Still life. L'invito del direttore della Polaroid international di Amsterdam, nel 1980 e nel 1981, a compiere ricerche su un apparecchio fotografico a banco ottico, permise al G. di sperimentare il grande formato: le immagini realizzate furono in parte pubblicate nel 1982 in una selezione della collezione Polaroid ed esposte nello stesso anno all'Expo di Bari. Sempre nel 1982, presentò il nuovo ciclo Topographie-Iconographie alla galleria Pol di Monaco di Baviera e allo studio Marconi di Milano; in settembre, a Colonia, alla mostra Photography 1922-1982 allestita nell'ambito della rassegna Photokina, il G. propose alcune foto di architettura, e venne premiato tra i migliori venti fotografi degli ultimi anni.

Il tema dell'architettura venne approfondito l'anno seguente grazie al servizio sul cimitero di Modena progettato da Aldo Rossi, commissionato da Vittorio Savi per la rivista Lotus international; l'impegno in questo campo proseguì fino al 1989, in collaborazione con architetti quali P. Portoghesi, L. Figini e G. Pollini, V. Gregotti. La sua attività di curatore iniziò nel 1983 con Penisola, una mostra sulla giovane fotografia italiana al Forum Stadtpark di Graz. Nel 1984 curò, insieme con Giovanni Leone ed Enzo Velati, la collettiva itinerante Viaggio in Italia, alla quale partecipò anche come espositore: qui propose un nuovo modo di intendere il paesaggio, che venne ulteriormente approfondito nella successiva collettiva Esplorazioni lungo la via Emilia (Reggio Emilia, 1986): nella proposta del G., la fotografia di paesaggio non è più intesa soltanto come "narrazione", ma diventa trait d'union con l'architettura, la letteratura, la musica, il cinema e la poesia, in un continuo confronto di culture e modelli.

La diffusione del lavoro del G. divenne più ampia e popolare grazie anche alle quaranta copertine commissionate dalla casa discografica RCA per la serie di musica classica; a quelle per alcuni musicisti emiliani, come L. Dalla, F. Guccini e L. Carboni; alle illustrazioni di libri di narrativa, per esempio, di G. Celati o, in seguito, di I. Calvino.

L'indagine speculativa sul medium fotografico accompagna il lato pratico della sua professione e diventa più rilevante alla metà degli anni Ottanta; dall'insegnamento di tecnica e storia della fotografia presso l'Università di Parma (dal 1984), alla conferenza Opera aperta tenuta presso l'Università della Sorbona di Parigi e pubblicata in Les Cahiers de la photographie nel 1985, al simposio sulla fotografia americana ed europea a Graz nel 1985 organizzato insieme con i fotografi R. Frank e W. Eggleston.

Nel 1986 realizzò per il Touring Club italiano due volumi dedicati all'Emilia Romagna e organizzò la mostra antologica su J.-H. Lartigue allestita al teatro Valli di Reggio Emilia. Nel 1988 curò, per la Triennale di Milano, la sezione fotografia della rassegna Le città del mondo, il futuro della metropoli. Le sue ricerche sul tema del paesaggio proseguirono con l'esposizione Paesaggio padano alla medesima edizione della Triennale milanese, e trovano una ideale conclusione negli ultimi cicli, Paesaggio italiano e Il profilo delle nuvole. Immagini di un paesaggio italiano, con i testi dello scrittore G. Celati, che vennero pubblicati nel 1989.

Il G. morì nella sua casa di Roncocesi, in provincia di Reggio Emilia, il 14 febbr. 1992; venne pubblicato postumo un importante lavoro su Giorgio Morandi e il suo studio bolognese (Atelier Morandi, testo di G. Messori, Parigi-Bari 1992) che lo aveva impegnato per circa due anni.

L'archivio del G., composto da circa 100.000 tra negativi e diapositive, è stato donato dagli eredi alla Regione Emilia Romagna ed è conservato alla fototeca Panizzi di Reggio Emilia. Fotografie del G. si trovano presso importanti collezioni nazionali, come il Centro studi e documentazione dell'Università di Parma, e internazionali, come la Bibliothèque nationale di Parigi, il Museum of modern art di New York e il Musée Réattu di Arles.

Fonti e Bibl.: Contributi di M. Mussini - R. Salbitani, in Colazione sull'erba (catal.), Modena 1975; A.C. Quintavalle, in L. G. (catal., Canon Photo gallery), Milano 1975; D. Benati, in L. G. (catal., galleria Nadar), Pisa 1976; G. Borel-Boissonas, in L. G. (catal., Canon Photo gallery), Genève 1976; A.C. Quintavalle, in L. G. (catal.), Roma 1976; I. Zannier, in L. G. (catal.), Paris 1978; A.C. Quintavalle, in L. G., Parma 1979. Si veda, inoltre, I. Zannier, 70 anni di fotografia in Italia, Modena 1979, pp. 178 s.; A.C. Quintavalle, Enc. pratica per fotografare, I-II, Milano 1980-81, ad indicem; Id., L. G., in Photography 1922-1962 (catal.), Köln 1982, pp. 196-207; F. Vaccari, Lo sguardo ciclico, in L. G., Milano 1983, pp. 4-8; E. Taramelli, Natura-antinatura, ibid., pp. 57-60; A.C. Quintavalle, Messa a fuoco. Studi sulla fotografia, Milano 1983, pp. 431-451; P. Costantini, Dall'interno all'esterno, la fotografia di L. G., in Fotologia, III (1986), 6, pp. 65-67; I. Zannier, Storia della fotografia italiana, Roma-Bari 1986, pp. 378 s.; L'insistenza dello sguardo. Fotografie italiane 1839-1989 (catal., Venezia), a cura di P. Costantini - I. Zannier, Firenze 1989, pp. 30-37; 150 anni di fotografia in Italia: un itinerario (catal.), a cura di I. Zannier - P. Costantini, Roma 1989, pp. 146-155; L. G. Vista con camera: 200 fotografie in Emilia Romagna (catal., Bologna), a cura di P. Ghirri, Milano 1992; L. Ghirri. Niente di antico sotto il sole. Scritti e immagini per un'autobiografia, a cura di P. Costantini - G. Chiaramonte, Torino 1997 (con bibl. e antologia degli scritti del Ghirri).

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