PELLOUX, Luigi Girolamo

Enciclopedia Italiana (1935)

PELLOUX, Luigi Girolamo


Generale e uomo politico italiano, nato il 1° marzo 1839 a La Roche (Savoia), morto a Bordighera il 26 ottobre 1924. Entrato nella carriera militare, nell'arma di artiglieria, partecipò a tutte le campagne di guerra dal 1859 al 1870; a Custoza, nel 1866, si meritò la medaglia d'argento al valore; a Roma, nel 1870, comandò le batterie che aprirono la breccia di Porta Pia, meritandosi la croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Salì pertanto rapidamente agli alti gradi dell'esercito: colonnello nel 1878, generale nel 1885, nel 1887 era nominato ispettore degli alpini. Ma s'era intanto iniziata anche la carriera politica del P., che nel 1880 era entrato alla Camera come deputato per il secondo collegio di Livorno e nel 1881 era segretario generale alla Guerra, col ministro Ferrero. Nel febbraio 1891 il P. diveniva ministro della Guerra, nel gabinetto Di Rudinì (sino al maggio 1892); manteneva il suo posto anche nel successivo gabinetto Giolitti dal maggio 1892 al novembre 1893, e lo riassumeva nel secondo gabinetto Di Rudinì dal luglio 1896 al dicembre 1897. Il 29 giugno 1898 succedeva infine al Di Rudinì nella presidenza del consiglio, in un momento assai delicato della vita politica italiana, subito dopo i noti torbidi di Milano del maggio 1898, repressi con la forza dal ministero Di Rudinì, e quando l'agitazione e il disordine turbavano gli animi. Il P., che si era riservato il portafoglio dell'Interno, si trovò così ad affrontare una situazione assai difficile; ed egli cercò di risolverla, procedendo con estremo rigore. Propose così severe leggi di stampa e limitazioni al diritto di associazione: il che provocò la violenta opposizione dei partiti di sinistra, che ricorsero in parlamento all'ostruzionismo. Ne nacque una serrata contesa fra gli oppositori e il P., che il 14 maggio 1899 formava un secondo ministero (sempre tenendo per sé il portafoglio dell'Interno): ma le elezioni generali politiche del 3 e 10 giugno 1900 riuscirono contrarie al governo e il P. rassegnò così le dimissioni (24 giugno 1900).

Ritiratosi dalla vita politica, ebbe ancora il comando del corpo d'armata di Torino; ma lasciò il servizio militare nel 1902. Era stato creato senatore il 15 luglio 1896.