LANZI, Luigi

Enciclopedia Italiana (1933)

LANZI, Luigi

Giulio Natali

Archeologo, filologo e storico dell'arte, nato a Treia (provincia di Macerata) il 14 giugno 1732, morto a Firenze il 3i marzo 1810. Entrò nell'ordine dei gesuiti, e successe nell'insegnamento a R. Cunich. Dopo la soppressione dell'ordine, ottenuto nel 1775 da Pietro Leopoldo l'ufficio di aiutante antiquario del direttore della Galleria fiorentina, pubblicò una Guida della Galleria di Firenze (Firenze 1782). Il Saggio di lingua etrusca e di altre antiche d'Italia (Roma 1789), opera veramente degna di nota per il tempo in cui comparve, gli meritò il titolo di R. Antiquario aggregato alla Galleria. La Storia pittorica dell'Italia (Bassano 1795-96), se cede per mole ad altre grandi opere erudite del Settecento, le vince tutte per ordine, precisione della trattazione, arguta eleganza dello stile. Eletto presidente dell'Accademia della Crusca, sottopose alla censura di essa la sua traduzione in terza rima e illustrazione di Esiodo, che la Crusca dichiarò testo di lingua.

L'archeologia e la filologia progredirono non poco per lui, "padre degli studî paleoitalici" - come lo definì il Corssen -, e rinnovatore del sistema greco-latino nell'interpretazione dell'etrusco, di cui sostenne la parentela con altre lingue italiche, senza ammettere peraltro la discendenza di queste da quello. La storia della pittura italiana fu da lui per la prima volta metodicamente disegnata e compiutamente esposta. Filologo e artista, scrisse nobili carmi e bellissime iscrizioni latine, e fu buon traduttore dei testi, che sapeva criticamente ricostruire.

Bibl.: O. Boni, Elogio dell'ab. L. L., Firenze 1814; C. Ugoni, Della letteratura italiana, Brescia 1820 (contin. a G. Corniani, I Secoli d. lett. ital., Brescia 1805-13); U. Segrè, L. L. e le sue opere, Assisi 1904; B. Nogara, L'ab. L. L. e l'opera sua negli studî etruscologici e di storia d. arte, Roma 1910; g. Natali, Il Varrone del sec. XVIII (con ampia bibl.), in Idee, costumi, uomini del Settecento, 2ª ed., Torino 1926.