MANGIAGALLI, Luigi (Luigi Camillo). - Nacque a Mortara da Angelo e da Teodolinda Falzoni il 16 giugno 1850; dopo avere completato i primi studi nella città natale, si laureò in medicina e chirurgia nell'Università di Pavia il 25 luglio 1873.
Nominato subito dopo assistente nel frenocomio di Reggio nell'Emilia, nell'ottobre successivo preferì iniziare la sua esperienza clinica presso l'ospedale di Vigevano, dove prestò servizio per circa un anno. Nell'ottobre 1874 fu ammesso come praticante nell'ospedale Maggiore di Milano: qui fu nominato assistente gratuito nell'aprile 1875, e nell'agosto 1876 divenne assistente stipendiato assegnato al reparto ostetrico ginecologico e pediatrico diretto da E. Valsuani. Avviatosi decisamente allo studio e alla pratica della specialità, che stava allora affermandosi come una branca autonoma della medicina, il M., che a Pavia era stato allievo di L. Porta, intuì subito la potenzialità innovativa del razionale approccio chirurgico alla ginecologia e, in considerazione di una certa arretratezza che caratterizzava allora sul piano clinico il reparto specialistico dell'ospedale Maggiore, nel 1877 si trasferì nella vicina, più autorevole scuola pareggiata di ostetricia di S. Caterina, diretta da D. Chiara. Entrato come secondo assistente, fu promosso primo assistente nel 1879, subentrando ad A. Cuzzi, chiamato in cattedra a Modena.
Raggiunta ormai una buona reputazione sul piano clinico e scientifico, il M. si avviava alla carriera universitaria. Nel novembre 1882, superato il concorso, assunse, come professore straordinario, la direzione della cattedra di clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Sassari, quindi nel 1885 fu chiamato come professore ordinario a dirigere quella dell'Università di Catania. In ambedue le sedi si adoperò per ampliare e migliorare le strutture, e curò con grande attenzione la didattica. Tuttavia, non essendo riuscito a ottenere il trasferimento presso l'ateneo di Padova, nell'ottobre 1888, dimessosi dalla cattedra catanese, assunse la direzione del reparto ostetrico-ginecologico dell'ospedale Maggiore di Milano, originato due anni prima dallo sdoppiamento del vecchio reparto reso necessario dall'imponente sviluppo della ginecologia operatoria: vi rimase come primario per 7 anni, facendone una clinica di avanguardia e un centro di notevole attività scientifica, presso il quale si formarono numerosi, validi allievi (cfr. C. Decio, I primi 15 mesi del comparto ostetrico-ginecologico dell'ospedale Maggiore di Milano diretto dal prof. L. M. (ottobre 1888 - dicembre 1889). Rendiconto clinico, in Annali di ostetricia, ginecologia e pediatria, XII [1890], pp. 89-108, 231-250, 372-412, 457-464, 526-550, 721-744, 765-780).
Nel 1895 il M. riprese la carriera universitaria: chiamato nel febbraio dalla facoltà medica, assunse come professore ordinario la direzione della cattedra di clinica ostetrica e ginecologica di Pavia, succedendo a Cuzzi. Si dedicò allora all'ampliamento e alla riorganizzazione della clinica e a un'attività didattica unanimemente riconosciuta di elevato livello. Nello stesso tempo, continuatore dell'attività di Cuzzi, assunse anche le responsabilità scientifiche e organizzative della Guardia ostetrica di Milano, l'opera pia fondata nel 1887 per assistere a domicilio la gravidanza e la maternità delle donne di classi disagiate, del cui consiglio fece parte dal 1896 con l'incarico di consulente e di direttore.
Nel 1903 il M., lasciata l'Università, assunse la direzione della scuola di ostetricia di S. Caterina di Milano. Divenuto presidente dell'Associazione medica lombarda, aveva indotto l'assemblea ad approvare un ordine del giorno auspicante la fondazione di un istituto biologico superiore ovvero di istituti clinici di perfezionamento. Si fece promotore di una convenzione stipulata nel 1904 tra Comune, Provincia e ospedale Maggiore, da cui nacquero gli Istituti clinici di perfezionamento pei giovani medici, eretti l'anno successivo in ente morale. La sua nomina il 4 marzo 1905 a senatore del Regno facilitò lo sviluppo del progetto.
Costante intanto era proseguito il suo impegno clinico e scientifico, che gli consentì di recare ancora validi contributi nei vari campi della specialità. Pubblicò oltre 100 lavori, tra i quali si ricordano: l'esposizione nella prolusione inaugurale del corso a Pavia dei risultati di 650 casi di laparotomie (La mia opera laparotomica, in Annali di ostetricia e ginecologia, XVII [1895], pp. 171-187); l'introduzione del Veratrum viride nella terapia dell'eclampsia, che ebbe subito un buon successo (Trattamento dell'eclampsia mediante Veratrum viride, ibid., pp. 595-600; Le traitement de l'éclampsie puerpérale au moyen du Veratrum viride, in Annales de gynécologie et d'obstétrique, LIV [1900], pp. 78 s.; The treatment of eclampsia by means of Veratrum viride, in British medical Journal, II [1908], pp. 811-814; Diagnosi, prognosi, genesi e terapia dell'eclampsia puerperale, in Studium, II [1909], pp. 296-308; La cura dell'accesso eclampsico mediante il Veratrum viride in cento casi di eclampsia, in Il Morgagni, LI [1909], pp. 81-88), e di un nuovo, promettente mezzo di indagine nella pratica ginecologica (La cistoscopia in ginecologia, in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia, 1901, VIII [1902], pp. 3-34); i vari studi di fisiologia, fisiopatologia e patologia ostetrico-ginecologica e dei rapporti tra gravidanza e varie patologie (Rapporto tra mestruazione e fecondazione. Nota, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XXXVI [1903], pp. 879-883; Fibromi uterini e sterilità, ibid., XXXVII [1904], pp. 495-499; Cardiopatie e gravidanza, in L'Arte ostetrica, XX [1906], pp. 2-12 e in Annali di ostetricia e ginecologia, XXVIII [1906], pp. 69-81; Pneumonite e pleurite in gravidanza, in L'Arte ostetrica, XXIII [1909], pp. 379-385 e in Gazzetta medica siciliana, XIII [1910], pp. 265-272; Appendicite in relazione alla gravidanza ed alle infiammazioni annessiali, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XLIII [1910], pp. 489-498; Contributo allo studio della peritonite ascitica in gravidanza, in Annali di ostetricia e ginecologia, XXXIV [1912], 2, pp. 537-548); il resoconto dell'attività chirurgica con particolare riguardo alla cura dei neoplasmi dell'utero (La cura chirurgica dei fibromi uterini, ibid., XXII [1900], pp. 145-159; Una centurie di laparomiomectomie, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XLIII [1910], pp. 570-572; Mezzo secolo di esperienza nella cura dei fibromi uterini, ibid., LVIII [1925], pp. 539-542; Mezzo secolo di esperienza nella cura dei fibromi e del cancro dell'utero, in Arch. di ostetricia e ginecologia, XIII [1926], pp. 481-484); la promozione di una stretta collaborazione del suo istituto e della clinica pediatrica milanese con i dispensari antitubercolari comunali e con l'Opera di prevenzione antitubercolare infantile, per garantire l'assistenza, all'epoca carente, a madri tubercolose e alla loro prole, le cui modalità espose poi al congresso di ostetricia sociale tenutosi a Roma nel 1919 (Gravide tubercolose e profilassi antitubercolare infantile, in Annali di ostetricia e ginecologia, XL [1918], pp. 335-353).
Appassionato cultore della specialità, ne descrisse lo sviluppo nell'Ottocento (L'ostetricia nel secolo XIX, ibid., XXII [1900], pp. 1029-1048), ne illustrò alcune tra le figure italiane più significative (E. Valsuani, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, XXXVIII [1905], pp. 105 s.; Commemorazione del m. e. Edoardo Porro, ibid., pp. 77-84 e in Annali di ostetricia e ginecologia, XXVII [1905], pp. 1-8; Domenico Chiara, ibid., XXVIII [1906], pp. 144-148; Dott. Malachia De Cristoforis, ibid., XXXVIII [1916], pp. 157-160), lasciò un ricordo della vecchia scuola di ostetricia (La maternità di S. Caterina, ibid., XXXVI [1914], 2, pp. 61-82). Dal 1896 aveva iniziato a collaborare con E. Pestalozza e A. Guzzoni degli Ancarani al completamento del Trattato di ostetricia e ginecologia, iniziato da Cuzzi nel 1892, redigendo la vasta sezione dedicata alla ginecologia: l'opera, pubblicata a Milano in fascicoli, fu poi completata nel 1909. Il M. riordinò i suoi contributi, li ampliò e li arricchì nel corso degli anni, dando vita al suo Trattato di ginecologia, edito postumo a Milano in due volumi nel 1930. Nel 1928 pubblicò, a Milano, i due volumi Lezioni di ostetricia e di clinica ostetrica.
Dagli inizi del secolo l'impegno politico, svolto dal M. nelle file del partito democratico, era divenuto più attivo: consigliere al Comune di Milano dal 1899 al 1904, fu eletto deputato al Parlamento come esponente della Associazione democratica milanese nelle elezioni suppletive della XXI legislatura per il IV collegio di Milano nel 1902; il 4 marzo 1905 fu nominato senatore. Interventista, al termine della prima guerra mondiale si schierò tra quanti sostenevano le rivendicazioni dell'Italia su Fiume e la Dalmazia. Eletto sindaco di Milano nel dicembre del 1922 (le elezioni amministrative si erano svolte il 10 novembre) nel Blocco nazionale ("blocco cittadino di azione e di difesa sociale", promosso fin dall'autunno 1920 dai liberali in funzione antisocialista), costituito da liberali, popolari, democratici moderati e fascisti, il M. governò la città alla guida di una giunta dapprima di coalizione, poi, dal 1925, di soli appartenenti al Partito nazionale fascista. Aderendo al progetto per la realizzazione della "grande Milano" - che come egli stesso annunciò "tornerà ad essere l'Insubre Atene" (cfr. F. Nasi, Il peso della carta. Giornali, sindaci, e qualche altra cosa di Milano dall'Unità al fascismo, Bologna 1966, p. 179), una città di livello europeo - attuò una politica volta al risanamento del bilancio e alla realizzazione di importanti opere pubbliche (cfr. L. Mangiagalli, Quattro anni al Comune di Milano, Milano 1926).
Lasciati, per limiti di età, nel 1925 l'insegnamento e l'11 ag. 1926 il rettorato, in seguito all'estensione anche ai Comuni con oltre 5000 abitanti della legge 4 febbr. 1926, n. 237, che aboliva i sindaci elettivi istituendo i podestà di nomina governativa, il M. si dimise anche dalla carica di sindaco. Si dedicò allora, alla realizzazione dell'Istituto del cancro, già progettato e avviato nell'aprile 1925; di questo nuovo ospedale, intitolato a Vittorio Emanuele III, inaugurato il 12 apr. 1928, assunse egli stesso la presidenza. Si dedicò inoltre all'opera antimalarica nella bonifica delle paludi pontine e promosse la costituzione della Associazione per la tutela e la protezione della prima infanzia e dell'Opera antitubercolare infantile, per le quali fondò un istituto a Olgiate Olona. Nel 1927 partecipò alla conferenza interparlamentare del commercio a Rio de Janeiro (Impressioni di un viaggio in Brasile, ibid., pp. 565-575).
Il M. morì a Milano il 3 luglio 1928.
Fonti e Bibl.: Necr., in Annali di ostetricia e ginecologia, L (1928), pp. 727-754; in L'Arte ostetrica, XLII (1928), 7, pp. 93-95; in Atti della Soc. italiana di ostetricia e ginecologia. Congressodi Roma, 1928, vol. 27, pp. LVIII-LXVII; in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, LXI (1928), pp. 464 s.; C. Decio, Note storiche sulla ospitalità e didattica ostetrica milanese, Pavia 1906, ad nomen; Annali di ostetricia e ginecologia, XLIV (1922): fascicolo speciale dedicato al M. in occasione del suo quarantesimo anno di insegnamento; G. Biraghi - E. Alfieri, L. M. come clinico, come filantropo, come maestro, Milano 1928; G. Biraghi, La fondazione dell'Università di Milano con un cenno biografico di L. M. a cura di G. Gallavresi, Milano 1929, pp. 11-22; R. Galeazzi, Commemorazione di L. M. 1850-1928, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, LXV (1932), pp. 249-282; O. Viana - F. Vozza, L'ostetricia e la ginecologia in Italia, Milano 1933, pp. 210-212, 245-250; G. Castelli, Figure dell'Ottocento alla "Ca Granda", Milano 1940, pp. 553-566; I. Clivio, L. M., Milano 1952; Gli Istituti clinici di perfezionamento nel cinquantennio della loro fondazione (1906-1956), Milano 1957, ad ind.; L. Belloni, La scuola ostetrica milanese dai Moscati al Porro, Milano 1960, ad ind.; Id., La medicina a Milano dal Settecento al 1915, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 1017-1021; F. Nasi, Da Mussi a M.: storia dell'amministrazione comunale, Milano 1969, ad ind.; M. Punzo, Socialisti e radicali a Milano: cinque anni di amministrazione democratica (1899-1904), Firenze 1979, pp. 212-217; C. Carelli, I radicali lombardi in Parlamento negli ultimi anni della svolta giolittiana (1900-1904), in Studi lombardi, I, Milano 1984, pp. 90-169; G. Armocida, "Regina Elena". Storia di un ospedale milanese dalla fondazione della Guardia ostetrica ad oggi, Milano 1990, ad ind.; P. Placucci, Dal male oscuro alla malattia curabile. Storia dell'Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano, Roma-Bari 1995, ad ind.; I. Granata, L'avvento del fascismo. Le giunte Filippetti e Mangiagalli, in Storia di Milano, XVIII, 1, Roma 1995, pp. 614-623; E. Decleva, La nascita dell'Università degli studi, ibid., 2, ibid. 1996, pp. 717-742; B. Zanobio, La militanza di L. M. nel R. Istituto lombardo di scienze e lettere, in Rendiconti dell'Istituto lombardo. Accademia di scienze e lettere, sez. B, Scienze biologiche e mediche, 2004, vol. 138, 1-2, pp. 19-26; Enc. Italiana, XXII, pp. 116 s.