Veronési, Luigi

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Pittore italiano (Milano 1908 - ivi 1998), fratello di Giulia. Protagonista della ricerca astratta in Italia tra le due guerre, continuò a elaborare in dipinti, incisioni o bassorilievi le rigorose, caleidoscopiche configurazioni geometriche dell'esordio. Il suo interesse a indagare i rapporti tra suoni e colori attraverso la trasposizione visiva delle frequenze musicali ha informato anche il suo lavoro di scenografo. Nel 1983 gli venne assegnato il premio Feltrinelli dell'Accademia dei Lincei per la pittura.

Vita e opere

Dopo un soggiorno a Parigi (1932), durante il quale strinse rapporti con F. Léger e si interessò in particolare ai costruttivisti russi e olandesi, V. abbandonò l'impianto figurativo delle prime opere per dedicarsi alla ricerca di un linguaggio astratto di decisa tendenza geometrica; nel 1934 entrò a far parte del gruppo Abstraction-Création. In quegli stessi anni, in rapporto con G. Pagano ed E. Persico, collaborò con fotomontaggi a Casabella, e fu tra gli animatori della rivista Campo grafico, attraverso la quale si fece propugnatore di una riforma della concezione tipografica e illustrativa. Curioso e instancabile sperimentatore a partire dal 1935, V. fu attratto dalle possibilità espressive offerte dalla fotografia e cominciò a sperimentare tecniche diverse, dalla pittura su pellicola al fotomontaggio alla solarizzazione; nel 1939 pubblicò le 14 variazioni di un tema pittorico con commento musicale di R. Malipiero, avviando una serie di ricerche sui rapporti tra scale musicali e scale cromatiche che caratterizzeranno molta parte della sua opera. Nel 1949 aderì al MAC partecipando da questo momento alle mostre del movimento. Proseguendo con coerenza la sua ricerca interdisciplinare, dopo una serie di dipinti definiti da una inedita densità materica e dall'emergere di nuove forme organiche (ciclo Organico, 1960-63), V. tornò ai tracciati lineari e alle rigorose configurazioni geometriche dell'esordio (Composizione 08, 1964, Torino, Galleria d'arte moderna). Accanto all'intensa attività grafica e di xilografo, si dedicò con passione al teatro creando interessanti serie di scenografie e costumi (suoi bozzetti al Museo della Scala a Milano). Dal 1973 al 1977 insegnò composizione e cromatologia presso l'accademia di Brera.

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