LUIGI VII detto il Giovane, re di Francia

Enciclopedia Italiana (1934)

LUIGI VII detto il Giovane, re di Francia

Nicola Ottokar

Il regno di L. VII, figlio di L. VI, nato forse nel 1121, s'iniziò nel 1137 sotto auspici quanto mai favorevoli. Oltre all'antico dominio dei Capetingi (la Francia propriamente detta) il suo potere si estendeva sul ducato di Aquitania, dote della moglie Eleonora. I due stati vicini, l'Inghilterra e la Germania, si trovavano dilaniati da lotte interne. I primi atti del giovane re manifestano il desiderio di affermare i diritti della monarchia non solo sui grandi feudi del regno, ma perfino sulle alte gerarchie ecclesiastiche. Fu appunto a questo proposito che si addivenne a un contrasto piuttosto violento fra il re e il papa Innocenzo II, per cui il papa, impedito di far entrare nella città di Bourges l'arcivescovo da lui sostenuto, eletto contrariamente al volere di L., mise in interdetto tutte le terre del re di Francia in cui il re stesso venisse a trovarsi con la sua persona. Il conflitto si aggravò per il fatto che uno dei maggiori vassalli del re, il conte Tibaldo di Champagne, gran sostenitore della Chiesa e amico di S. Bernardo, si oppose alla politica del re, ed entrò in guerra con lui. La guerra cessò solo dopo la morte d'Innocenzo II, grazie all'intervento di S. Bernardo e del nuovo papa Celestino II. Nel frattempo i conti d'Angiò riuscirono a conquistare la Normandia concentrando nelle loro mani una vasta zona della Francia. E le conseguenze di questo fatto si dimostreranno disastrose per il potere del re di Francia, sopra tutto dopo il divorzio di L. da Eleonora d'Aquitania e il successivo matrimonio di questa con Enrico Plantageneto, conte d'Angiò e duca di Normandia, il quale, aggiungendo ai suoi territorî il ducato d'Aquitania ed essendo stato poi eletto re d'Inghilterra, costituì un vasto impero anglo-francese, che per più di mezzo secolo sarà una continua minaccia per il potere dei re di Francia.

L'episodio della seconda crociata (1147), voluta da L. e sostenuta da S. Bernardo, non accrebbe certo la gloria e il prestigio del re di Francia. Il regno, è vero, amministrato saggiamente da Sugerio, abate di Saint-Denis, durante l'assenza del re, non subì alcuna menomazione; ma oltre all'esito infelice di questa crociata, fu appunto in Oriente, dove L. portò con sé la moglie, che s'iniziarono gli screzî fra lui ed Eleonora che portarono al divorzio. In genere, la seconda parte del regno di L. segna un notevole indebolimento della sua azione. Non interviene quando il re d'Inghilterra comincia a estendere la sua influenza sul ducato di Bretagna, che prepara la successiva annessione di questa regione al dominio dei Plantageneti. Acconsente al matrimonio del figlio del re d'Inghilterra, il treenne Enrico, con la propria figlia Margherita che aveva poco più di sei mesi, e gli concede come dote le provincie situate al confine della Normandia e solo da poco tempo venute in possesso del re di Francia. Il re d'Inghilterra non tarderà a impadronirsi di esse, malgrado le proteste verbali di Luigi VII. Inoltre il re d'Inghilterra, alleato col conte di Barcellona, intraprende una spedizione contro Tolosa, mirando a estendere il proprio potere fino ai limiti della regione di Linguadoca. Intanto egli si allea con Federico Barbarossa, in modo che la Francia si trova minacciata tanto dall'occidente quanto dall'oriente. Il prestigio di L. venne salvato dalla sua alleanza col papa Alessandro III, che trovò rifugio e sostegno in Francia, mentre l'assassinio dell'arcivescovo di Canterbury, Tommaso Becket, voluto dal re d'Inghilterra, ne guastò i rapporti con la Chiesa. Dopo l'insuccesso della rivolta dei figli di Enrico II, appoggiata da L., il re d'Inghilterra dovette cedere alle pressioni del papa e acconsentire al trattato d'Ivry (1177) che proprio nel momento della maggiore umiliazione della monarchia francese riuscì a salvare il prestigio e perfino l'esistenza del regno di Luigi VII. Tutte le speranze del re si concentrarono nell'unico figlio, che gli era nato finalmente dal terzo matrimonio con Adele di Champagne, il futuro re Filippo Augusto il quale venne associato al potere un anno prima della morte di Lu̇igi VII. L. morì a Parigi il 18 settembre 1180.

Il prestigio della monarchia e la sua funzione come elemento d'unione del popolo francese non ebbero a subire, tuttavia, alcuna menomazione durante il regno di L.: e ciò in gran parte è dovuto alla simpatia che il re godeva presso il clero, all'alleanza col papato, nonché alla popolarità di L. fra i ceti più umili della popolazione. Toccherà ai suoi successori di raddrizzare, su questa base rimasta intatta, la potenza politica della Francia.

Bibl.: A. Luchaire, Étude sur les Actes de L. VII, Parigi 1885; id., Histoire des institutions monarchiques de la France sous les premiers Capétiens, 2ª ed., Parigi 1891; R. Hirsch, Studien zur Geschichte König Ludwigs VII. von Frankreich, Lipsia 1892; A. Cartellieri, Philipp II. August von Frankreich bis zum Tode seines Vaters, Berlino 1891; Ch. Petit-Dutaillis, La mon. féod. en France et en Angleterre du Xe au XIIIe siècle, Parigi 1933.

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