Silva, Luiz Inacio da (detto Lula)

Lessico del XXI Secolo (2013)

Silva, Luiz Inacio da (detto Lula)


Silva, Luiz Inácio da (detto Lula). − Uomo politico brasiliano (n. Garanhuns, Pernambuco, 1945). Leader del Partido dos trabalhadores, nel 2002 si è candidato alle elezioni presidenziali con un programma di rilancio dell'occupazione, riforme fiscali e lotta alla povertà (progetto Fame zero) e si è assicurato al secondo turno il 61,3% voti, ottenendo una vittoria che aspettava da 13 anni (si era già candidato nel 1989, 1994 e 1998). È stato riconfermato presidente anche nelle elezioni del 2006. La sua amministrazione, ispirata a un grande pragmatismo, ha promosso un programma di riforme sociali che, seppure limitato dalle politiche di risanamento finanziario contestualmente avviate, ha permesso al Paese di fare enormi passi avanti. Negli otto anni della presidenza Lula il Brasile è divenuto una potenza economica, con debito pubblico sceso al 40% del PIL, inflazione contenuta, cospicue riserve valutarie, crescita delle esportazioni. Sul piano industriale è stata realizzata una politica ambiziosa, con forti incentivi fiscali per le imprese che sviluppano innovazioni tecnologiche e con ingenti investimenti statali nel settore delle infrastrutture. Sono state stanziate inoltre risorse per la distribuzione della terra ai contadini e per migliorare il sistema sanitario e scolastico, soprattutto nei centri più poveri. Grazie all’introduzione della Bolsa familia, il 12% dei cittadini riceve un sussidio ed è diminuita significativamente la percentuale della popolazione che vive sotto la soglia di povertà (dal 1990 al 2008 è scesa dal 46% al 26%). In politica estera il presidente ha rilanciato il ruolo regionale del Paese intensificandone l'azione nei forum multilaterali, nei gruppi formati dalle medie potenze e alle Nazioni Unite candidandolo ad assumere la leadership indiscussa dell'area. Nonostante gli scandali legati alla corruzione che hanno colpito il suo governo e il Partido dos trabalhadores, la popolarità di Lula è rimasta alta e allo scadere del suo mandato, la candidata del partito D. Rousseff, appoggiata dallo stesso presidente, ha vinto al secondo turno le elezioni presidenziali del 2010 con il 56% dei consensi.

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