LUTERANESIMO

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

LUTERANESIMO (XXI, p. 690)

Delio Cantimori

In seguito alla dichiarazione di indifferenza da parte del governo nazionalsocialista di fronte alle contese fra Deutsche Christen e Bekenntniskirche i "tiepidi", inclini ad un'accettazione del governo nazionalsocialista, da essi identificato con lo stato (sinodo di Augusta, giugno 1935), prevalsero, nonostante le dichiarazioni di Barmen e Dahlen (maggio-giugno e ottobre 1934) e l'opposizione di M. Niemöller (v. in questa App.). Dottrinalmente quella corrente di accettazione del nazionalsocialismo fu rappresentata da G. Wünsch (Evangelische Ethik des Politischen, Tubinga 1936). Quando il ministro nazionalsocialista dei Culti, Kerrl, tentò di nuovo, nello stesso 1935, di creare una chiesa nazionalsocialista luterana, la Bekenntniskirche si scisse fra intransigenti e concilianti; ma anche così indebolita e diminuita, resistette quando nel 1937 il governo si dichiarò esplicitamente in favore dei Deutsche Christen. Allora la dichiarazione di Barmen assunse per quei luterani il valore dell'antica confessione Augustana (su una base di comunione interprotestante, ma con tendenza dottrinale luterana: 4° sinodo dell'antica unione prussiana, Halle 1937). Nonostante che nel 1938 la Bekenntniskirche, fondandosi sul precetto luterano di obbedienza all'autorità, ordinasse ai suoi pastori il giuramento di fedeltà a Hitler e al partito nazionalsocialista, la persecuzione continuò, specie contro i pastori che protestarono dal pulpito dopo i pogrom del novembre 1938; ma non tutti i vescovi luterani rifiutarono di propagare la politica razziale. Allo scoppio della guerra, la Bekenntniskirche non fece dichiarazioni. Mentre le persecuzioni continuavano, e più dell'80% dei pastori venivano mobilitati, la Bekenntniskirche, attraverso suoi membri ecclesiastici e laici, partecipò alla resistenza attiva. Dopo la guerra il movimento luterano ha avuto, specialmente per la predicazione del Niemöller, una ripresa di cui è segno anche la rinnovata polemica contro le critiche del Barth al luteranesimo tedesco, per varî aspetti, ma soprattutto circa la sottomissione all'autorità civile e politica della comunità religiosa e dei suoi membri.

Negli S. U. il luteranesimo organizzato da tempo su base unitaria, (a parte l'opera assistenziale per il luteranesimo tedesco, ecc.) ha segnato un maggiore adattamento al clima "liberale" (teologicamente) predominante fra i teologi protestanti americani negli ultimi decennî accanto alla attività assistenziale ("sociale"), ed ha sottolineato della tradizione luterana il misticismo accanto allo spirito critico di indagine esegetica e storica (il "libero esame", ripudiato dalle correnti luterane tedesche recenti), pur rimanendo fedele alla teologia cristocentrica e all'indifferenza teologica alla politica, tradizionali del luteranesimo.

Bibl.: K. Barth, Come guariranno i tedeschi?, Milano 1946; id., Les communautés chrétiennes dans la tourmente, Neuchâtel, 1943; H. Diem, K. Barths Kritik am deutschen Luthertum, Zollikon-Zurigo 1947; A. Frey, Le culte de l'État et le témoignage de l'Église, Ginevra 1943; A. Keller, Amerikanisches Christentum, Heute, Zollikon-Zurigo 1943; E. A. Messerschmidt, La tragedia del movimento tedesco di resistenza, in Quaderni di Roma, I, 1947, pp. 389-413.

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