MADREPERLA

Enciclopedia Italiana (1934)

MADREPERLA (fr. nacre de perle; sp. madreperla, nácar de perla; ted. Perlmutter; ingl. mother of pearl)

Carlo PIERSANTI
Eugenio CALLERI

Costituisce la superficie interna della conchiglia di alcuni molluschi i quali sono spesso anche perliferi (v. perla). Risulta formata di uno strato lamelloso fatto di una pila di fini foglietti leggermente ondulati e disposti parallelamente tra loro, composti alternamente di sostanza organica (conchiolina) e di sostanza minerale (carbonato di calcio). Secondo Boutan la composizione chimica della migliore madreperla è la seguente: CaCO3 (aragonite) 66%, sost. organ. 2,50%, H2O 31%, perd. 0,50%. L'iridescenza, come ha dimostrato il Brewster, è dovuta a fenomeni d'interferenza che avvengono attraverso alle sottili laminette della materia madreperlacea: infatti della cera finissima o una lega metallica fusibile a bassa temperatura, fatte colare sulla madreperla e conseguentemente staccate con cura dalla conchiglia, riflettono gli stessi colori della madreperla. Le conchiglie più ricercate per la madreperla appartengono ai Lamellibranchi (varie specie dei generi Meleagrina, Pinna, Malleus, Trigonia, Margaritana, Anodonta). Sono importanti per la madreperla anche le conchiglie di alcuni Gasteropodi (Haliotis, Turbo), nonché quelle dei Cefalopodi del genere Nautilus.

Industria. - Le conchiglie che dànno il prodotto più ricercato e più abbondante nell'industria della madreperla appartengono al genere Meleagrina: si trovano specialmente nel Mar Rosso, nel Golfo Persico, a Ceylon, nelle Indie olandesi, fin lungo le coste dell'Australia, in Cina, in Giappone. Abbondante è pure a Zanzibar e attorno all'isola di Madagascar, sulle coste occidentali dell'America, nel Golfo del Messico, ecc. La specie più diffusa di Meleagrina è la Meleagrina margaritifera, che ha un diametro di 20-30 cm., sebbene più pregiata sia la Meleagrina maxima Jameson, completamente bianca nell'interno e che in commercio prende il nome di silver-lip o gold-lip (Australia, Indonesia). Allo stesso genere appartiene pure la Meleagrina vulgaris Jameson (Ceylon, Golfo Persico, Mar Rosso) la quale, dopo il taglio del Canale di Suez, è penetrata nel Mediterraneo (Alessandria, Malta); alcuni tentativi di coltura di questa specie sono stati fatti lungo le coste della Calabria e lungo le coste mediterranee della Francia.

Nell'Oceano Pacifico e nell'Oceano Indiano abbonda il genere Trocus, appartenente ai Molluschi univalvi, rappresentato da grandi conchiglie a forma allungata, adoperato assai bene nella fabbricazione dei bottoni quale surrogato della madreperla, per quanto di questa non abbia né l'iridescenza, né la durezza. I luoghi di raccolta si trovano nell'Australia sud-orientale, nella Nuova Caledonia e nel Mar Rosso (Massaua).

In commercio la madreperla si distingue secondo la provenienza, la grandezza e lo spessore delle conchiglie, il colore, ecc. Secondo la provenienza si hanno, in ordine di qualità decrescente, la madreperla australiana (Thursday, Porto Darwin, Sidney, ecc.); la madreperla delle Indie Orientali (Nuova Guinea, isole Aru, Manilla, Ceylon, ecc.), la madreperla di Massaua, di Tahiti, di Bombay, di Linga, di Panamá, ecc. Secondo la grandezza e lo spessore si hanno: madreperla capitale (bold), mezzana (medium), mezzana grossa (large medium size), mezzana piccola (small medium size), scaglia (chicken), scaglia morta (dead), scaglia tagliata (stale), scaglia piccola (pieces), scagliette (broken), scarto (pickings). Secondo il colore si ha la madreperla bianca, la bianca bastarda, la bianco-gialla, la verde, la nera bastarda.

La lavorazione della madreperla è assai lunga e difficile a causa della sua durezza e fragilità. Anzitutto le conchiglie vengono liberate della crosta esterna e tagliate in pezzi con seghe diritte o circolari; il taglio deve essere eseguito in modo che i pezzi abbiano già approssimativamente la forma dell'oggetto da fabbricare. Nel caso dei bottoni, la conchiglia prima viene tagliata in dischetti e poi liberata dalla crosta. I pezzi poi vengono arrotati con ruote a smeriglio e lavorati al tornio. I fori, ove occorrono, si fanno col tornio o con trapani. I pezzi possono poi essere sottoposti a profilatura e trafilatura, a disegni o a incisione. La pulitura, infine, è fatta a mano o a macchina con una ruota coperta di panno. Lavorazioni speciali sono quelle dei bottoni (v.), dell'intarsio, del mosaico, ecc.

L'uso della madreperla è assai probabile che risalga presso i popoli delle Indie Orientali a tempi remoti. In Europa abbiamo esempî di lavorazione già nel Medioevo. Nel sec. XVIII la madreperla era molto adoperata per la lavorazione di scatole e tabacchiere; e molto di moda erano a quel tempo i mobili con incrostazioni di madreperla. Ora con la madreperla si fabbricano bottoni, manichi di coltello, binocoli, astucci, ecc.

I principali centri europei sono in Francia (Méru, ecc.), in Inghilterra (Birmingham), in Austria (Vienna) e in Germania (Solingen, Amburgo). Particolarmente notevole è la produzione di oggetti di devozione a Gerusalemme, e di oggetti intarsiati in Cina, in Giappone e in America.

In Italia la lavorazione della madreperla si fa in comune col corallo e con altre materie affini: essa ha carattere prettamente d'artigianato. La madreperla è distribuita alle famiglie che procedono alle varie lavorazioni degli articoli che vengono poi confezionati in speciali fabbriche. Per i lavori più fini ed artistici esistono anche dei piccoli laboratorî. L'industria è accentrata nella Campania e specialmente a Torre del Greco ove esiste anche una R. Scuola d'incisione.

L'Italia importa una notevole quantità di madreperla grezza (1927: q. 6564; 1932: q. 8757); mentre la sua esportazione è minima (1927: q. 296; 1932: q. 325). Quanto alle importazioni ed esportazioni di madreperla lavorata, esse si equivalgono (1927 rispettivamente kg. 2276 e 2584; 1932, kg. 1244 e 1231).

Bibl.: E. Orilia, La madreperla e il suo uso nell'ind. e nell'arte, Milano 1908; L. Golzi, Tecn. moderna per la fabbric. dei bottoni, ecc., Piacenza 1933.