Maestro del Trionfo della morte

Enciclopedia Dantesca (1970)

Maestro del Trionfo della morte

Isa Barsali Belli

I dipinti del Camposanto di Pisa con il Trionfo della morte, il Giudizio e l'Inferno, e la Vita eremitica, come gli affreschi dell'Orcagna (v.) in S. Croce a Firenze, sono frutto del rinnovato fervore religioso seguito alla peste del 1348.

L'assegnazione di questo ciclo all'Orcagna, risalente al Vasari che conosceva i dipinti di S. Croce, fu per primo messa in discussione dal Cavalcaselle (1864), che riferì i dipinti alla scuola senese, avanzando con cautela il nome di P. Lorenzetti. Seguirono una proposta d'identificarlo con Buffalmacco e un'altra d'individuarlo in un maestro di zona senese (Berenson, A. Venturi, Beenken); più recentemente la critica si è ristretta a due tesi: area pisano-senese e proposta del nome del pisano Francesco Traini (Thode, Supino, Meiss, Salmi, Coletti, Paccagnini), e area emiliano-bolognese (Vitzthum, Longhi, Lavagnino, Carli, Bucci).

Il M. avrebbe forse lavorato prima del 1365. Tra le varie fonti cui egli attinge (le Vitae patrum di D. Cavalca; i poemetti francesi del Dict des trois morts et des trois vifs; il Decamerone, ecc.) deriva da D. una parte dell'Inferno. Sulla porta da cui i diavoli tirano dentro i dannati del Giudizio che tentano di resistere - i due temi risultano perciò strettamente legati - era la scritta Lasciate ogni speranza voi che entrate. I dannati, tormentati con orribili pene fisiche dai demoni irsuti e con zampe uncinate, sono disposti nell'architettura rocciosa di vari scompartimenti; in una conca, sulla destra, è il lago di pece dove i barattieri sono immersi dai diavoli; in basso è il gigantesco Lucifero, con tre facce, che da ogni bocca ‛ dirompe ' un peccatore. Tutto il resto non ha però la minima somiglianza con il testo dantesco.

L'Inferno di Pisa, le cui vicende critiche seguono strettamente quelle del Trionfo della morte cui è unito, non appare aver rapporti né con l'Inferno di Giotto, né con quello di Nardo di Cione.

Bibl. - G. Rosini, Descrizione delle pitture del Campo Santo di Pisa, Pisa 1837, 15 ss.; H. Thode, Studien zur Geschichte des Italienische Kunst des XIV, Jahrhunderts - Der Meister vom " Triumph des Todes " in Pisa, in " Repertorium für Kunstwissenschaft " XI (1888) 13 ss.; J.B. Supino, Il Trionfo della Morte e il Giudizio Universale del Camposanto di Pisa, in " Arch. Stor. Arte " VII (1894) 21 ss.; ID., Il Camposanto di Pisa, Firenze 1896; G. Vitzthum, Van den Quellen des Stils in " Triumph des Todes ", in " Repertorium für Kunstwissenschaft " XXVIII (1905) 199 ss.; M. Meiss, The problem of F. Traini, in " Art Bulletin " XV (1933) 127 ss.; G. Paccagnini, Il problema documentario di F. Traini, in " La Critica d'Arte " s. 3, VIII (1949) 191-201; M. Bucci, in Camposanto Monumentale di Pisa. Affreschi e sinopie, Pisa 1960, 48 ss. (con bibl.).