MAGDEBURGO

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

MAGDEBURGO

H. Faensen

(ted. Magdeburg; Magadoburg nei docc. medievali)

Città della Germania, capoluogo del distretto omonimo, posta sul medio corso dell'Elba.M. ebbe importanza in età medievale sia come centro di traffici commerciali con l'Europa orientale, sia come residenza di Ottone I (936-973), sia infine come testa di ponte della colonizzazione tedesca verso E. La grande considerazione di cui godeva il tribunale degli scabini, precocemente istituito, fece sì che numerose città fondate a E di M. nei secc. 13° e 14° ne adottassero il diritto. Il patrimonio architettonico della città vecchia, distrutto per l'80% nell'ultima guerra mondiale, è stato ampiamente ricostruito.La prima menzione di M. nei documenti si trova nel capitolare di Diedenhof dell'805, in cui Carlo Magno diede disposizioni in merito al commercio con gli Slavi e insediò a Magadoburg Aito come conte di confine (MGH. Capit., I, 1881, p. 123, nr. 44). Il nucleo dell'insediamento originario, un centro mercantile fortificato sulla sponda occidentale dell'Elba, corrisponde alla più tarda area di immunità del duomo. Sulla piazza del duomo sono stati ritrovati, sull'alto della sponda, fossati di fortificazione e resti di fondi di capanna del 9° secolo. Le definizioni civitas e castellum compaiono nelle fonti nel 10° secolo.Ottone I intendeva fare della città di M. una nova Roma, un centro della propria sovranità da affiancare a Roma e ad Aquisgrana. Egli fece erigere una residenza con palatium e fondò nel 937 il St. Mauritius, monastero e chiesa sepolcrale regale, che, a partire dal 955, venne trasformato in duomo; in seguito all'incoronazione imperiale del 963 e all'istituzione dell'arcivescovado nel 968, nonché alla conseguente utilizzazione del St. Mauritius come cattedrale, il monastero benedettino si trasferì nel Kloster Berge, di nuova fondazione.A S, ai piedi della Domburg, presso un guado sull'Elba, si trovava il suburbium, la vera e propria città, menzionato nei documenti per la prima volta nel 965; ne facevano parte un mercato, il Kloster Berge dedicato a s. Giovanni Battista e l'area dell'abitazione del decano del duomo, che nel 1288 ricevette il nome di Sudenburg. Gli insediamenti dei mercanti e degli artigiani si svilupparono in seguito, a partire dall'area che assunse successivamente la denominazione di Alter Markt e dalla zona intorno alla più tarda Petrikirche, nel villaggio di Frohse. Problematica è la datazione della Johanniskirche sull'Alter Markt, che nel 1152 viene menzionata come ecclesia forensis, ma che potrebbe essere identificata con la ecclesia mercatorum, citata già nel 941 nel Chronicon di Thietmar di Merseburg. Reperti rinvenuti nelle vicinanze sembrano riferibili alla corte del margravio di Sassonia Gero e alla Cyriakuskapelle (959 ca.; Die Magdeburger Schöppenchronik).Il Breiter Weg, la strada che correva in direzione N-S e passava tangente ai nuclei costitutivi dell'insediamento, si sviluppò sino a divenire l'asse viario principale; sulla base dei ritrovamenti dei secc. 9° e 10° si suppone che esso fosse già stato utilizzato come strada militare carolingia. Sotto l'arcivescovo Gero (1012-1024) vennero fondate, a O e a N-E dell'area di immunità del duomo, le collegiate di St. Sebastian (1015) e della Vergine (1015-1018); le fortificazioni ottoniane vennero inoltre ampliate a formare la prima cinta muraria urbana. Nel sec. 11° la città vecchia si estese intorno alla parrocchia di St. Ulrich, mentre fuori le mura sorsero i quartieri delle più tarde parrocchie di St. Katharina (seconda metà sec. 12°) e di St. Jakob (post 1213); risale invece all'epoca dell'arcivescovo Wichmann (1152-1192) l'ampliamento dell'Alter Markt e dell'area circostante, con l'inclusione di una parte del villaggio di Frohse. All'interno della cinta muraria l'area di immunità del duomo e la città vecchia rimasero amministrativamente e giuridicamente divise.L'arcivescovo Albrecht II (1205-1232) dispose, insieme alla ricostruzione del duomo, l'edificazione di una nuova cinta urbica e l'ampliamento di M., che ricevette sotto di lui nel 1230 il diritto civico. Rimangono resti delle fortificazioni sul lato rivolto verso l'Elba, fra la Johanniskirche e la chiesa degli Agostiniani (od. chiesa dei Valloni); il convento dei Domenicani e quello dei Francescani si trovavano lungo il Breiter Weg, rispettivamente dal 1228 e dal 1270. Della tardoromanica loggia del Consiglio, sull'Alter Markt, si è conservata solo una cantina a due navate con volte a botte; nelle vicinanze sono stati portati in luce altri edifici voltati dei secc. 12°-13°, come il capannone dei conciatori nella Buttergasse, a quattro navate e volte a crociera. Davanti all'od. municipio, in stile barocco, si erge il Cavaliere di M., copia della più antica statua equestre libera conservatasi in territorio tedesco (l'originale, risalente al 1240 ca., si trova nel Kulturhistorisches Mus.); essa raffigura Ottone I oppure Ottone II, personificazione del diritto di sovranità conferito all'arcivescovo dall'imperatore, accompagnato da due figure femminili recanti stendardo e scudo.Scavi archeologici (1959-1968) hanno restituito il palazzo di Ottone I nella piazza del duomo, limitatamente tuttavia alla sola parte occidentale. I tracciati delle fondazioni e alcuni resti dell'alzato consentono di riconoscere una muratura a sacco con rivestimento in conci di calcare; la pianta, che conferma la presenza di un'aula regia, è simmetrica e in forma di croce, poiché tratti di mura indicano una prosecuzione verso E. L'ingresso principale era costituito da una possente nicchia absidata, il cui vertice era tangente all'abside ovest del lato breve di un vano rettangolare che, verso E, era dotato di una più piccola contro-abside; all'altezza della base dell'abside occidentale si innestava un corpo rettangolare trasversale. Sul lato est si ripete il motivo della doppia abside. Vani di copertura annessi alle conche conferivano all'edificio una struttura esterna quadrangolare. Gli ambienti al piano terreno avevano presumibilmente volte su pilastri e le scale a chiocciola a N e S-E indicano l'esistenza di due o più piani: l'aula, la vera e propria sala del trono, poteva essere situata al piano superiore, dove l'abside ovest serviva come nicchia per il trono; le facciate erano articolate da lesene. Il modello di tale complesso è da presumersi identificabile non solo nelle costruzioni palaziali bizantine (Nickel, 1973), ma anche nel tipo del palatium sacrum e nell'architettura delle ville di epoca tardoantica, come esempio di una seconda fase di recezione, dopo quella dei palazzi carolingi (Lehmann, 1984). A E si aggiungevano edifici di abitazione e di gestione, e la cappella privata, dedicata alla Vergine e a s. Gangolfo; nelle vicinanze si trovava anche la residenza dell'arcivescovo, mentre l'ecclesia rotunda menzionata nel Chronicon da Thietmar di Merseburg era probabilmente situata a N. Si ipotizza (Schlesinger, 1968) che il palazzo reale divenisse gradualmente palazzo arcivescovile, nel quale il re trovava alloggio quando era presente a Magdeburgo.A S, in posizione parallela rispetto al palazzo, si iniziò nel 937 la costruzione della chiesa monastica di St. Mauritius, dove trovò sepoltura nel 946 la prima moglie di Ottone I, Editha. Al più tardi dal 955 la chiesa venne ampliata per essere trasformata nella cattedrale dell'arcivescovado che si intendeva istituire. A giudicare dalla pianta, non del tutto chiara, si doveva trattare di una lunga basilica a tre navate su colonne, fornita a E di transetto, cripta a ferro di cavallo e torri quadrate ai fianchi del coro e a O di cripta a tre navate, atrio, forse anche di transetto, coro e battistero a pianta circolare. Ottone I la dotò riccamente di spolia - fusti di colonne e capitelli antichi provenienti dall'Italia (forse da Ravenna) - e di reliquie, come il corpo di s. Maurizio e di alcuni dei suoi compagni, traslate da Ratisbona nel 961 (Thietmar di Merseburg, Chronicon). Nel 968 si insediò il primo arcivescovo di M., Adalberto, sepolto nel 981 presso l'altare della Croce; a lui, per la prima volta in Germania, era stato assegnato un collegio di cardinali-preti more Romae ecclesiae. Le consacrazioni di altari e della cripta, le sepolture e le traslazioni degli arcivescovi, attestate nei documenti per i secc. 11° e 12°, comportarono interventi sull'architettura; non si conosce esattamente dove fossero collocati i sarcofagi dell'imperatore e della sua consorte. Gli edifici monastici erano posizionati lungo il lato meridionale della chiesa.La cattedrale ottoniana subì un incendio devastante nel 1207. L'arcivescovo Albrecht II, nonostante numerose proteste, fece abbattere le rovine e nel 1209 pose la prima pietra del nuovo edificio tardoromanico-gotico in conci di arenaria, con asse divergente rispetto al precedente; consacrato ai ss. Maurizio e Caterina, esso fu terminato solo nel 16° secolo. Mutamenti di progetto finalizzati all'ampliamento dell'edificio comportarono considerevoli irregolarità.Dall'incontro fra la tradizione locale sassone e la scuola renano-vestfalica sorse nel sec. 13° la terminazione orientale della cattedrale, dove, per la prima volta in area germanica, venne adottato il coro da cattedrale di modello francese, con deambulatorio e cappelle radiali; il coro presenta terminazione pentagonale, mentre le cinque cappelle sono chiuse da un sistema a 3/6. L'imponente spessore dei muri è riconoscibile dalle nicchie strombate e dai profondi sguanci e la robustezza dei pilastri a fascio aumenta in direzione del transetto.Le campate del deambulatorio sono coperte da semplici volte a crociera, in parte fornite di chiavi di volta pendenti. La ricca decorazione dei capitelli, ornamentale e figurata, degli inizi del sec. 13°, è stata recentemente interpretata come illustrazione del libro di Daniele; le statue della Vergine e di un arcangelo formano nel coro il gruppo dell'Annunciazione. Le lastre sepolcrali bronzee degli arcivescovi Friedrich von Wettin (m. nel 1152) e Wichmann (m. nel 1192), poste nel deambulatorio, provengono dall'edificio ottoniano e sono opera della bottega di fonditori di M. del sec. 12° che realizzò la porta bronzea della Santa Sofia a Novgorod.Nel 1230-1235, modificando il progetto del coro, originariamente a un piano, fu edificata da maestranze cistercensi l'ampia tribuna, il c.d. passaggio del vescovo. Al vertice vi si trova un altare a edicola; un portale e un passaggio portavano al palazzo arcivescovile. Di particolare rilevanza sono le colonne agli angoli dei pilastri, le volte a costoloni di forme diverse con chiavi di volta, le finestre ad arco acuto con colonne percorse da una modanatura orizzontale a metà altezza ca. e, all'esterno, i contrafforti ornamentali e i fregi a gigli e palmette sulla cornice del tetto. Una chiave di volta reca l'immagine dell'angelo di s. Matteo; nell'archeggiatura a due piani del coro vennero inserite colonne marmoree provenienti dalla chiesa ottoniana, sui cui capitelli si collocarono statue di santi martiri: Andrea, Pietro, Paolo, Giovanni Battista, Maurizio e il suo capitano Innocenzo sono posti sopra re accovacciati, i loro persecutori, e sotto baldacchini. Lungo il parapetto della tribuna corre un fregio a nicchie di diverse forme, nel coro con le Vergini sagge e le Vergini stolte e sulle pareti laterali, alla stessa altezza ma senza ordine, con venti piccoli rilievi delle Virtù e dei Vizi e con cinque angeli di maggiori dimensioni; tutte le figure, nonostante le differenze di stile, dovrebbero provenire da un portale eseguito secondo il modello di Chartres intorno al 1220-1230.Con la metà del sec. 13° nella cattedrale di M. si affermò definitivamente il Gotico. Il coro, diviso in due campate rettangolari trasversali con volte a crociera costolonate e il Pantocratore nella chiave di volta, venne realizzato di altezza maggiore rispetto al progetto originario, con lunghe finestre archiacute e, all'esterno, una galleria nana. Sui pilastri del coro sono posti di fronte i santi patroni Maurizio (come un moro con maglia di ferro) e Caterina; presso l'altare maggiore sono collocati il sarcofago imperiale e un candelabro pasquale del 12° secolo.Il transetto, a tre campate quadrate con sottili costoloni, doveva probabilmente essere già terminato nel 1274; le absidiole sui bracci vennero inserite tra le sostruzioni delle due torri fiancheggianti il coro. Nel transetto si trovano tre statue della Vergine, una marmorea a N e due in arenaria a S, e una mensola con la figura di un maestro costruttore sul pilastro sudoccidentale della crociera, che risalgono al sec. 13°, mentre il Lettner è datato al 1450 circa. Le dieci figure, relativamente piccole, delle Vergini sagge e delle Vergini stolte sullo sguancio del portale del braccio settentrionale si collocano alla metà del sec. 13°; a queste si associano le figure a grandezza naturale dell'Ecclesia e della Sinagoga. Come tutte le altre opere di questo periodo, esse mostrano influssi della scultura di Reims e di quella, derivata dalla prima, di Bamberga.Intorno al 1310-1320 fu costruito il paradiso quadrato, con copertura a tetto a due spioventi; di particolare effetto decorativo sono i timpani triangolari con rosette a traforo, pinnacoli e foglie rampanti.La costruzione del corpo longitudinale, a pseudo-sala a tre navate, con arcate insolitamente ampie, alte pareti nella navata centrale e un'efficace articolazione orizzontale, durò più di cento anni. Le cinque campate quadrate sono divise ciascuna in due volte a crociera rettangolari; le navate laterali vennero realizzate con un'ampiezza di ca. il doppio rispetto a quella prevista inizialmente nell'ambito del sistema legato. La storia della costruzione è scandita dalle differenti forme delle basi, dei capitelli, delle mensole e dei motivi ornamentali; la consacrazione definitiva avvenne nel 1363 con la conclusione delle volte. A N-O si trova, nella Heiliggrabkapelle, a sedici lati, una coppia di sovrani in trono (metà sec. 13°), identificati ora come Cristo e Maria-Ecclesia, ora come Ottone I ed Editha. All'esterno il corpo longitudinale mostra un aspetto unitario; privo di contrafforti, è dominato dalle grandi finestre del piano alto, da un parapetto che corona le pareti e dai timpani ciechi decorati a traforo delle navate laterali.Il corpo occidentale, iniziato nel 1250 ma terminato solo nel 1477-1520, è composto da un alto atrio con il portale principale, dalle tribune, dal piano intermedio e da due torri laterali a cinque piani. Il settore centrale a tre piani, di grande elevazione, presenta i caratteri dello stile locale; il profondo strombo del portale è però rimasto privo di figure; solo sul pilastro di mezzo si trova una statua del 1310 ca. dell'imperatore Ottone, davanti alla ghimberga di s. Maurizio (sec. 16°). La facciata si distingue per il traforo gotico, simile a una filigrana, dove tra gli altri compare il motivo della vescica di pesce; in alto, sul timpano della parte centrale, appaiono, in una resa studiata per la visione da lontano, la Vergine in gloria con ai lati, un po' più in basso, i ss. Maurizio e Caterina; al terzo piano immagini stanti di Cristo e degli apostoli (ca. 1510).L'ala meridionale del chiostro risale al sec. 12°; l'ala orientale e la parte est di quella settentrionale sorsero con la nuova costruzione della chiesa nel sec. 13°, mentre l'ala occidentale e la parte ovest di quella settentrionale nella seconda metà del 14° secolo. Lungo il braccio orientale si trova il refettorio trecentesco, a due navate di dieci campate; nella sua parete est si apre la Marienkapelle (metà sec. 15°), a quattro campate con volta a reticolo, e a S, vicina a questa, la Redekinkapelle, coperta a crociera. Sulla parete del braccio est, verso la corte, correva un ampio fregio figurato, della metà del Duecento, inciso nell'intonaco, conservato solo in maniera frammentaria, con le raffigurazioni di Ottone I e delle sue due mogli sul trono e dei primi diciannove arcivescovi di Magdeburgo. Davanti al portale del braccio meridionale del transetto la campata del chiostro si allarga e si apre verso la Brunnenkapelle e, nell'angolo tra la navatella sud e l'ala ovest del chiostro, si allunga la grande sagrestia (già Mauritiuskapelle), a quattro campate coperte con volte a crociera costolonate. Nel duomo e nelle cappelle del chiostro si trovano ancora numerose altre opere d'arte, come i rilievi marmorei delle Beatitudini (ca. 1160), gli altari di s. Caterina (1311-1363) e di s. Elisabetta (ca. 1360) e i monumenti sepolcrali degli arcivescovi Otto von Hessen (m. nel 1361) e Albrecht von Querfurt (m. nel 1403).Il secondo monumento di M. per importanza è l'abbaziale dedicata alla Vergine (Liebfrauenkirche, 1015-1018), premostratense a partire dal 1129 per volontà dell'arcivescovo Norberto di Xanten (1126-1134); vi si formarono peraltro i prelati destinati a occupare le sedi vescovili di Havelberg, Brandeburgo e Ratzeburg, i quali crearono le fondazioni premostratensi di Sancta Maria in Monte a Leitzkau, di St. Marien und St. Nikolaus a Jerichow, di Vessra e altre. L'originario stile bassosassone-bassorenano della chiesa della Vergine si è conservato nella parte orientale dell'edificio, per es. nelle volte a crociera fra piattabande rettangolari su colonne monolitiche con basi attiche e capitelli a dado, così come nelle finestre con sottili membrature cilindriche. All'epoca di Norberto venne eretto il corpo occidentale con torre centrale quadrata, munita di cella campanaria, e torri scalari cilindriche ai lati, in cui si esplicano chiaramente le tendenze architettoniche della riforma. Nel 1064 l'arcivescovo Werner aveva fatto sostituire la prima chiesa monastica con una basilica a colonne, in conci di arenaria, con copertura piana, cripta nel coro, transetto e crociera centrale isolata. Nel sec. 12° la cripta venne allungata fino all'incrocio, nell'angolo nordorientale venne aggiunta la Hochsäuligekapelle, a tre navate, e si munì la navata laterale sud di un portale a colonne. Dopo l'incendio del 1188 le colonne vennero sostituite da pilastri e si ebbe l'inserimento (1220-1240) delle volte a crociera, del rivestimento parietale con arcate acute, delle membrature e di uno stretto passaggio; inoltre vennero rinnovati il coro, la cripta con la sepoltura di s. Norberto e la Hochsäuligekapelle. Nell'interno (oggi destinato a sala da concerti) predomina lo stile gotico, mentre l'esterno mostra, nonostante la presenza dei contrafforti, l'aspetto di una basilica del pieno Romanico di impronta sassone.Il chiostro con volte a crociera a N della chiesa, la costruzione circolare a due piani del lavabo, davanti alla galleria orientale, il Pönitentiarium nell'ala sud e il refettorio estivo nell'ala ovest possono essere annoverati tra i rari esempi di costruzioni monastiche romaniche (post 1129) ben conservati. Il c.d. vecchio refettorio, nel braccio settentrionale, è un edificio a tre piani, con volta a botte in conci di quarzite, che si prolunga notevolmente verso E. La faccia orientale cuspidata mostra una monumentale trifora e cinque arcate scalari; gli archi a pieno centro di finestre e porte sono costituiti da conci a cuneo con corso di mattoni in chiave; il dormitorio con la sala capitolare non si è conservato. Il complesso è utilizzato oggi come sede del Kulturhistorisches Mus., che conserva al suo interno una vasta collezione di scultura medievale.A O della piazza della cattedrale si erge la chiesa di St. Sebastian, fondata nel 1015 come collegiata, oggi duomo cattolico e prepositura. Resti del transetto e del corpo occidentale a due torri vennero inglobati nella basilica della metà del sec. 12°; il coro e la navata vennero trasformati 'a sala', in stile gotico, nel 14° e 15° secolo. Nella finestra al culmine del coro si conservano i resti di vetrate dipinte con figure di profeti, scene della Passione e scene di martirio, del 1315-1320 circa.Sulla sponda dell'Elba, in direzione N, sorgono poi la Johanniskirche, la Petrikirche, Sancta Maria Magdalena e la chiesa degli Agostiniani. La chiesa del mercato, Johanniskirche, fu preceduta da due edifici, uno ottoniano, di cui si è messa in luce la parte orientale sotto il coro gotico, e uno romanico, una basilica con transetto; della facciata occidentale con due torri, degli inizi del sec. 13°, si è conservato il nucleo. Nel sec. 15° venne eretta una chiesa 'a sala' a tre navate, di sei campate, con alto timpano, atrio tardogotico e terminazione poligonale del coro. La Petrikirche conserva una torre occidentale rettangolare trasversale, con cella campanaria della seconda metà del sec. 12°; l'attuale edificio 'a sala' di cinque campate, con coro poligonale e atrio coperto da volte a crociera costolonate, con portale sul fianco sud, risale al 15° secolo. La Sancta Maria Magdalena, o cappella del Corpus Domini, dell'antico monastero omonimo, venne eretta nel 1315 come cappella espiatoria. La chiesa del convento agostiniano - fondata nel 1285, consacrata nel 1366, passata nel 1694 alla comunità riformata dei Valloni - è una costruzione gotica 'a sala' a tre navate di sette campate, con alte finestre a traforo nel coro slanciato.

Bibl.:

Fonti. - Regesta Archiepiscopatus Magdeburgensis, a cura di G.A. von Mülverstedt, 3 voll., Magdeburg 1876; Thietmar di Merseburg, Chronicon, a cura di W. Trillmich, Berlin 1957, pp. 16, 52, 324, 414; Die Magdeburger Schöppenchronik, a cura di K. Janicke, Leipzig 1869, pp. 8 n. 31, 54.

Letteratura critica. - R. Hamann, F. Rosenfeld, Der Magdeburger Dom, Berlin 1910; H. Giesau, Der Dom zu Magdeburg, Burg 1924; W. Paatz, Die Magdeburger Plastik um die Mitte des XIII. Jahrhunderts, JPreussKS 46, 1925, pp. 91-120; K. Weidel, H. Kunze, Das Kloster Unser lieben Frauen in Magdeburg, Augsburg 1925; B. Schwineköper, Die Anfänge Magdeburgs (Vorträge und Forschungen, 4), Lindau-Kostanz 1958; W. Schlesinger, Zur Geschichte der Magdeburger Königspfalz, in Beiträge zur Geschichte des Erzbistums Magdeburg, a cura di F. Schrader, Leipzig 1968, pp. 9-43; G. Wentz, B. Schwineköper, Das Erzbistum Magdeburg (Germania Sacra I, 4), 2 voll., Berlin-New York 1972; E. Nickel, Magdeburg in Karolingisch-ottonischer Zeit, Zeitschrift für Archäologie 7, 1973, pp. 126-140; G. Dehio, Handbuch der deutschen Kunstdenkmäler, III, Der Bezirk Magdeburg, Berlin 1974; E. Schubert, Der ottonische Dom in Magdeburg, AHA 28, 1982; E. Lehmann, Der Palast Ottos des Grossen in Magdeburg, in Architektur des Mittelalters, Funktion und Gestalt, a cura di F. Möbius, E. Schubert, Berlin 1984, pp. 42-62; G. Leopold, Der Dom Ottos I. zu Magdeburg, ivi, pp. 63-83; E. Schubert, Der Magdeburger Dom, Leipzig 1984; J. Fait, Das Danielbuch in Stein, Berlin 1986; Der Magdeburger Dom, ottonische Gründung und staufischer Neubau, a cura di E. Ullmann (Schriftenrehie der Kommission für Niedersachsischen Bau- und Kunstgeschichte bei der Braunschweigischen wissenschaftlichen Gesellschaft, 5), Leipzig 1989.H. Faensen

CATEGORIE
TAG

Libro di daniele

Premostratense

Chiesa 'a sala

Deambulatorio

Annunciazione