MAIS

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

MAIS (XXI, p. 970)

Carmelo ARRIGO

La produzione mondiale annua di mais (escluse Cina e URSS; in milioni di q.: 1083 nel 1924-28, e 1012 nel 1934-38) ha continuato a progredire durante e dopo la seconda Guerra mondiale, nonostante la diminuzione delle superfici destinate alla coltura, fino a toccare i 1220 milioni di q. nel 1946, massimo che probabilmente sarà superato nel 1948.

Diminuita di molto la produzione dell'Argentina (65,0 milioni di q. nel 1947-48 contro 78,9 nel 1934-38) e dei paesi danubiani (Romania, Iugoslavia, Ungheria, Bulgaria), l'incremento è dovuto soprattutto alla serie di ottimi raccolti che, con la sola eccezione di quello del 1947, si sono verificati dal 1937 in poi negli Stati Uniti, dove nel 1948 è stato registrato l'enorme raccolto di 906,3 milioni di q., il 70% più che nel 1934-38. E da notare che questi aumenti, pur favoriti da un eccezionale susseguirsi di buone stagioni, sono stati conseguiti specialmente mediante il perfezionamento dei metodi colturali che hanno consentito il miglioramento delle rese unitarie (14,1 q. per ha. nel 1934-38; 23,3 nel 1948) mentre le superfici investite a mais continuavano a restringersi. Cosicché gli S. U., che normalmente consumavano la quasi totalità della loro produzione, sono ormai divenuti grandi esportatori, soppiantando i paesi danubiani e talvolta superando la stessa Argentina (esportazioni in milioni di q.: Argentina 23,4 e S. U. 32,3 nel 1947) negli approvvigionamenti di mais all'Europa. La produzione argentina, infatti, dopo aver superato i 100 milioni di q. nel 1939-40 e 1940-41, ha regredito (65,0 milioni di q. nel 1947-48) sia per avverse stagioni, sia per la riduzione delle superfici investite a mais, voluta per evitare l'accumularsi di eccedenze inesportabili durante la guerra. In Europa l'uso del mais si generalizzò e spesso la farina di mais è stata commista a quella di grano nel pane (nel 1948 può dirsi d'essere giunti ad un anno di transizione, dopo il quale i cereali secondarî torneranno ad essere destinati quasi esclusivamente all'alimentazione del bestiame), ma il livello della produzione segnò dal 1940-41 in poi sensibili falcidie e solo nel 1947 si notano i primi segni di ripresa. In Italia, raggiunti 34,1 milioni di q. nel 1940 (media annua 1924-28: 24,7; 1934-38 30,1) la produzione e il rendimento subirono gli effetti della guerra, e si ebbero così i 16,8 milioni di q. del 1943, i 14,2 milioni di q. del 1945, cui seguirono migliori risultati negli anni successivi fino ai 23,1 milioni di q. previsti per il 1948. A migliori livelli di produzione si potrà forse giungere nei prossimi anni, pur riducendo le superfici investite a mais, con l'affermarsi e il diffondersi in Italia degli ibridi americani.

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