MALAYSIA

Enciclopedia del Cinema (2003)

Malaysia

Grazia Paganelli

Cinematografia

Il cinema approdò in terra malese nei primi anni del Novecento, ossia quando la M. si trovava ancora sotto il protettorato britannico. L'industria fu gestita da alcuni imprenditori cinesi, che già dal 1907 avevano aperto delle sale cinematografiche e organizzato la distribuzione di film importati dalla Cina. Una produzione propriamente malese, invece, ebbe inizio solo nel 1933 con Layla Majnun, l'unico film realizzato dalla società Motilal (andato perduto), diretto dal regista indiano B.S. Rajhans e ispirato al più noto romanzo d'amore della tradizione islamica; la regia si uniformò al modello del teatro d'opera, spettacolo a quei tempi molto seguito da tutta la società malese. Gli interpreti furono reclutati tra gli attori e i cantanti, per sfruttare il successo già conquistato sul palcoscenico e in questo modo caratterizzare il cinema come uno spettacolo immediatamente capace di guadagnare i favori del grande pubblico. Importante fu anche la successiva opera di Rajhans, Menantu durhaka (1942), uno degli ultimi film prodotti in M. prima della sospensione di ogni attività in campo cinematografico causata dai drammatici sviluppi della Seconda guerra mondiale. La figura di questo regista, autore di una ricca filmografia realizzata nel corso di venti anni, contribuì in modo decisivo alla crescita del cinema malese.

Già negli anni precedenti il conflitto mondiale, con i fratelli Shaw ‒ Runme e Run Run ‒ si era definita la crea-zione di un impero economico tale che, alla fine della guerra, in tutti i paesi asiatici si contavano centinaia di sale: tramite la società SB, essi produssero in lingua malese film di cassetta, che si ispiravano sia all'opera lirica occidentale sia a un tipo di spettacolo teatrale di matrice indonesiana nel quale non era previsto il canto.Gli esiti finali di queste produzioni non hanno, tuttavia, permesso l'individuazione di un nome (o nomi) cui attribuire la direzione dei film, che perlopiù nascevano da un lavoro di squadra basato sulla collaborazione delle diverse figure professionali coinvolte.

Teatro di diverse operazioni belliche nel corso della Seconda guerra mondiale, la M. subì anche l'invasione del Giappone: molti dei film e dei materiali girati fino a quel momento furono distrutti dai giapponesi, o anche utilizzati per scopi propagandistici. Dopo la guerra salì alla ribalta del cinema malese il giovane P. Ramlee (nome d'arte di Teuku Zakariah bin Teuku Nyak Puteh) che, dopo aver raggiunto la celebrità come attore e cantante protagonista di oltre sessanta film ‒ ma anche come scrittore e compositore ‒, passò dietro la macchina da presa firmando, tra il 1953 e il 1971, circa trenta opere, tra cui la commedia a sfondo sociale Semerah padi (1956, Rosso come le spighe di riso), riconosciuta poi come un classico del cinema nazionale. Nel frattempo anche Rajhans aveva continuato a lavorare, realizzando tra l'altro Seruan Merdeka (1946, Richiesta di indipendenza), film sulla resistenza antinipponica, nel quale per la prima volta non vennero impiegati attori di formazione teatrale. Nel frattempo la SB dei fratelli Shaw, divenuta la Malay Film Production, si era affermata come la più importante società di produzione malese. Lo stesso Rajhans collaborò con la Malay Film Production per dirigere opere che incontrarono un'entusiastica risposta da parte del pubblico, quali Singapura Diwaktu Malam (1947, Singapore di notte) e Cinta (1948, Amore). Le motivazioni di questo grande successo economico e divistico, totalmente inatteso, possono essere rintracciate negli argomenti affrontati: storie tratte dalla tradizione popolare, sapientemente condite di comicità e fantasia, o antiche leggende dalla trama edificante ma leggera, già molto familiari agli spettatori. Alla fine degli anni Quaranta, sulla scia di questo immenso successo, accanto alla produzione in lingua malese, si impose un altro filone grazie all'arrivo, oltre che di autori filippini, anche di molti registi dall'India, chiamati a soddisfare i gusti del pubblico di origine indiana. Si definì così un nuovo stile, basato su semplici racconti intervallati da numeri di danza e di canto, con modelli piuttosto rigidi di personaggi e ruoli fissi. Nel corso degli anni Cinquanta la Malay Film Production si trovò a dividere il mercato con la Carthay-Keris.Nel 1957 la M. aveva conquistato l'indipendenza all'interno del Commonwealth. Nel decennio successivo arrivò la crisi, accelerata nel 1965 dal distacco di Singapore dalla Federazione e dallo sviluppo dell'industria televisiva: molte ditte private chiusero i battenti, mentre lo Stato intervenne prima nel 1967, con la creazione di una società pubblica per la produzione di documentari, la Filmen Negara Malaysia, e più tardi, nel 1981, di un ente preposto a sostenere lo sviluppo dell'industria cinematografica. La produzione televisiva degli anni Ottanta ha sostituito buona parte dell'attività cinematografica; va tuttavia segnalato l'esordio del regista Aziz M. Osman con Fenomena (1990, Fenomeno), seguito da Fantasia (1991), film più volte censurato per l'offesa alla religione islamica, XX ray (1993, Raggi X), Puteri Impian (1998, La principessa sognata) e infine Senario lagi (2000, Scenario 2a parte).

Bibliografia

Cinemasia 1 e 2, a cura dell'Ufficio documentazione della Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, Venezia 1983.

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