Mandrake

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Mandrake

Alfredo Castelli

Il più celebre mago dei fumetti

Creato nella prima metà del Novecento dallo statunitense Lee Falk, Mandrake è il mago più affascinante nella storia del fumetto. Le gesta prodigiose, i poteri arcani, l’eleganza della figura e dei modi gli hanno assicurato una fama che non accenna tuttora a tramontare

La nascita di un personaggio magico

Intorno al 1930, negli Stati Uniti erano molto diffusi gli spettacoli di illusionismo: sui palcoscenici si alternavano famosi maghi come Blackstone, Thurston, Cardini. In un periodo segnato da una forte crisi economica, si manifestava un gran desiderio di poter credere almeno per un istante che con un colpo di bacchetta magica fosse possibile risolvere tutti i problemi.

Falk, giovane pubblicitario di Saint-Louis, pensò che un mago sarebbe stato il protagonista ideale per un fumetto. Decise di chiamarlo Mandrake: il termine in inglese significa «mandragola», nome di una pianta alla quale già nell’antica Grecia erano attribuiti poteri magici. Per l’aspetto del suo mago, Falk si ispirò un po’ a sé stesso e un po’ all’illusionista Cardini: lo rivestì con il tipico abito dei prestigiatori (frac, cilindro e mantello) e gli affiancò un assistente africano grande e grosso che battezzò curiosamente con un nome tedesco, Lothar.

Falk, che se la cavava bene anche con il disegno, realizzò da solo le strisce di prova (subito dopo subentrò l’abile disegnatore Phil Davis) e riuscì immediatamente a piazzare la serie, che ebbe inizio l’11 giugno 1934.

Uno scontro di sortilegi

Nell’episodio del suo esordio, Mandrake viene presentato come una sorta di stregone in possesso di poteri piuttosto sinistri, utilizzati però a fin di bene. È in grado di compiere veri e propri miracoli, come trasformare i cattivi in topi o maiali, smaterializzarsi, addirittura resuscitare i morti.

Il suo nemico è il Cobra, un personaggio con il volto coperto da un cappuccio, dotato degli stessi poteri di Mandrake volti però verso il male. Quando nella striscia i due personaggi si scontrano, Falk lascia intendere che si conoscono e si combattono da molto tempo, e che sono legati da qualche vincolo misterioso.

L’arcano fu rivelato a poco a poco nel corso di quasi mezzo secolo. Nel 1965 si apprese che il Cobra si chiamava in realtà Luciphor e che, insieme a Mandrake, aveva imparato le arti magiche dal Maestro Theron in una scuola di magia situata nel Tibet. Nel 1979 Theron rivelò a Mandrake di essere suo padre e che Luciphor/Cobra era il suo fratellastro.

Il Mandrake in carne e ossa

Le strisce di Mandrake furono tradotte in tutto il mondo; in Italia piacquero in modo particolare e ancor oggi per dire ‘Non posso fare l’impossibile’ qualcuno usa l’espressione ‘Non sono mica Mandrake!’, in cui il nome del mago è pronunciato come si scrive, e non, come vorrebbe la pronuncia inglese, maendreik.

E fu probabilmente quando la fama del mago si era diffusa che avvenne un incontro davvero impossibile: a un autore di fumetti si presentò in carne e ossa il protagonista della sua serie. Incredibile ma vero, e all’insaputa di Falk, già da anni in Canada si esibiva un illusionista che si chiamava Leon Mandrake, il quale oltretutto assomigliava come una goccia d’acqua al mago del fumetto. Il vero Mandrake avrebbe avuto tutte le ragioni di intentare causa allo sceneggiatore per aver utilizzato il suo nome senza autorizzazione, ma questo non avvenne: tra i due si stabilì invece un’intesa. Infatti nella seconda storia di Mandrake, Falk inventò per il suo personaggio una fidanzata chiamata Narda; guarda caso Narda era il nome della moglie di Leon Mandrake, insieme a cui si esibiva. Non soltanto: i lettori del fumetto appresero che, tra un’avventura e l’altra, il Mandrake dei fumetti si esibiva sui palcoscenici, proprio come faceva Leon. Per quest’ultimo la striscia era divenuta un ottimo veicolo pubblicitario.

Dopo la vicenda del Cobra, nelle avventure fu introdotta una buona dose di ironia, che rese il mago molto più umano. Anche i poteri di Mandrake vennero attenuati: Lee spiegò che non compiva veramente miracoli, ma che, grazie a una forma di ipnosi appresa in Tibet, riusciva a far credere a chi gli stava di fronte che si verificassero le cose più incredibili; in realtà tutto rimaneva come prima. Tuttavia un miracolo vero Mandrake l’ha effettivamente compiuto: a oltre settant’anni dalla sua nascita continua a essere il mago più popolare dei fumetti. E questa non è un’illusione.

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