Maniera

Enciclopedia Dantesca (1970)

maniera (manera)

Bruna Cordati Martinelli

Nel valore fondamentale di " modo " il termine è presente soprattutto nel Fiore: XXXV 1 Languendo lungiamente in tal manera; LXXVII 8, LXIV 1, LXXXIII 2, CXV 1, CXXXIX 6, CLV 13, CLXIII 7.

In particolare nel Convivio m. è unito ad aggettivo numerale o indefinito: I I 14 La vivanda di questo convivio sarà di quattordici maniere ordinata, cioè quattordici canzoni sì d'amor come di vertù materiate; II V 1 molte maniere di parlare; V 11, VI 6, IV IX 5, XI 7. Come sinonimo di spezie, in II IV 4 le spezie de le cose (cioè le maniere de le cose).

Le locuzioni ‛ per, in m. ' introducono la proposizione consecutiva in Pd XIII 17 amendue girarsi per maniera / che l'uno andasse al primo e l'altro al poi, e Fiore LXXXII 7, CXCV 9.

Nel significato di " garbo ", nello spregiudicato discorso della Vecchia, in CLXXV 1 al pelar convien aver maniera. Nel significato più generico di " modo di fare ", appare in CXCV 9 maniera bella e gente, e LXV 2 lodando sua maniera e sua fazzone. Il parodi spiega nel glossario fazzone con " fattezze "; tuttavia si potrebbero intendere i due sostantivi come sinonimi, tenendo conto soprattutto dell'uso di fazzone in CIII 6 a lor fazzone, " a loro guisa ", significato registrato dal Parodi. È lo stesso caso di LXIV 1 A sua maniera ti mantien tuttora (v. anche SPECIE).