Manioca

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fig.

Arbusto (Manihot esculenta; v. fig.) delle Euforbiacee originario dell’America Meridionale ed estesamente coltivato nei tropici, in numerose varietà che si distinguono in m. amare e m. dolci, benché alcune siano amare solo da giovani o viceversa. La m. è alta 2-4 m; fornisce i tuberi radicali, lunghi 30-60 cm e di 4 kg ca., bruni all’esterno e bianchi all’interno, ricchi di amido (allo stato fresco 20-35%), i quali contengono però un glucoside cianogenetico (0,01-0,2% nelle razze dolci; 0,3-0,4% in quelle amare) per cui sono velenosi; tale componente tossico viene eliminato con lavaggi, con la cottura o con l’arrostimento. Le radici di m. vengono essiccate (su aie, su graticci, entro essiccatoi) fino a contenere 80-90% di amido e in tale stato si usano per preparare la fecola, o per preparare glucosio, alcol ecc. La farina si estrae raspando le radici; la poltiglia ottenuta si spreme, per fare scolare il sugo ricco del glucoside cianogenetico, poi si cuoce per distruggere anche le ultime tracce del glucoside e quindi si polverizza. Dal sugo si lasciano depositare i granelli sospesi che, lavati ed essiccati, costituiscono la fecola; questa si può anche ottenere lavando le radici raspate con acqua e lasciando sedimentare i granuli asportati. La fecola umida, foggiata in granelli e seccata, è la tapioca.

I produttori principali di m. (2006) sono la Nigeria (45,72 milioni di t), il Brasile (26,71), la Thailandia (22,58), l’Indonesia (19,93), la Repubblica Democratica del Congo (14,97) e il Costa Rica (300 mila t).

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