Manlio Capitolino

Enciclopedia Dantesca (1970)

Manlio Capitolino

Clara Kraus

Personaggio della storia romana. Console nel 392 a.C., secondo la tradizione (Livio V XXXI 2; Auct. de vir. ill. 24) si acquistò il soprannome di Capitolino per aver difeso dall'assalto dei Galli, nel 390, il Campidoglio dove lui stesso aveva dato il consiglio di rifugiarsi quando ormai la città era caduta tutta in mano del nemico.

La leggenda, raccolta anche da Livio (V XLVII 4), voleva che M. fosse stato il primo a destarsi per lo starnazzare delle oche sacre a Giunone e a dare l'allarme che servì a sventare il tentativo dei Galli di occupare il colle.

L'episodio leggendario ricorre in Cv IV V 18 tra i molti citati da D. per dimostrare che l'impero di Roma dovette la sua ascesa non solo all'operato umano, ma anche e soprattutto alla divina Provvidenza: Non puose Iddio le mani proprie, quando li Franceschi, tutta Roma presa, prendeano di furto Campidoglio di notte, e solamente la voce d'una oca fè ciò sentire?

Nell'ambito della medesima tematica del miracolo divino l'episodio è ricordato in Mn II IV 7, dove D. cita Livio come sua fonte: Cumque Galli, reliqua urbe iam capta, noctis tenebris confisi Capitolium furtim subirent, quod solum restabat ad ultimum interitum Romani nominis, anserem ibi non ante visum cecinisse Gallos adesse atque custodes ad defensandum Capitolium excitasse Livius et multi scriptores illustres concorditer contestantur.

E subito dopo (§ 8) sono riportati i versi di Virgilio, nei quali compare anche il nome di M. (Aen. VIII 652 ss. " In summo custos Tarpeiae Manlius arcis / stabat pro templo et Capitolia celsa tenebat, / Romuleoque recens horrebat regia culmo. / Atque hic auratis volitans argenteus anser / porticibus Gallos in limine adesse canebat. ").