Mantova

Dizionario di Storia (2010)

Mantova


Comune della Lombardia. Fondata (6°-5° sec. a.C.) forse dagli etruschi, nel 5° sec. M. fu occupata dai galli e, in seguito, Roma vi fondò una colonia, Mantua, ricordata già nel 214; durante le guerre civili perdette per confisca parte del territorio, a favore dei veterani (41 a.C.). Saccheggiata dai goti (401), dal 601 passò ai longobardi. Capoluogo di contea (10° sec.), fu assediata da Enrico IV (1091), che poi ne accrebbe i privilegi. Il vescovo Garsedonio impose alla città l’alleanza con Federico Barbarossa (durata sino al 1162), mentre il mutato atteggiamento papale la portò nella Lega dei comuni lombardi (1167). Con l’uccisione del vescovo Guidotto, l’autorità dei vescovi scomparve dalla vita pubblica cittadina (1235); guidati dai Sambonifacio, i mantovani si opposero a Federico II e a Ezzelino da Romano (1259). Il regime comunale si sfaldò nella lotta tra fazioni; vennero espulsi dalla città potenti famiglie e infine, a opera di Pinamonte Bonacolsi, lo stesso podestà Guido da Correggio, primo signore di Mantova. I Bonacolsi furono poi travolti dall’insurrezione popolare diretta dai Gonzaga (1328), che crearono la signoria e resistettero ai ripetuti assalti dei Visconti. Con Gian Francesco Gonzaga (1433) la città divenne capitale principesca; con la corte di Francesco e Isabella d’Este (15°-16° sec.) accrebbe il suo prestigio, che raggiunse l’apice con Guglielmo (1550-87) e Vincenzo I (1587-1612). La guerra di successione (1627-31) che seguì la morte di Vincenzo II determinò il crollo della fortuna di M.; assediata nel 1629, fu occupata dagli imperiali nel 1630. Sottoposta all’influenza francese, sotto il dominio dei Gonzaga-Nevers, la città si ridusse in miseria e si riebbe solo con la reggente Maria Gonzaga (1637-47). Nel 1707 M. passò all’impero; partecipò alle guerre di successione (1735) e a quelle di Napoleone: capitolò nel 1797 ai francesi; fu poi riconquistata dagli austriaci (1799) e nuovamente occupata dai francesi (1801). Tornata all’Austria per il Trattato di Vienna (1815), fu teatro di alcune congiure carbonare nel 1821; durante la prima guerra d’Indipendenza giocò un ruolo strategicamente sfavorevole alle forze italiane impegnate a neutralizzarla, e così pure nella guerra del 1866, nella quale fu tra le cause determinanti della vittoria austriaca a Custoza.

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