MAZZONE, Marc’Antonio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 72 (2008)

MAZZONE, Marc’Antonio

Cesare Corsi

– Nacque a Miglionico (presso Matera) tra il 1540 e il 1550. La maggior parte delle notizie sulla sua vita derivano dalle dedicatorie anteposte ai libri di musica e dalle sue opere letterarie edite.

Da una breve digressione contenuta in una sua opera letteraria (I fiori della poesia dichiarati… da tutte l’opere di Virgilio, Ovidio, e Horatio, Venetia, F. de’ Franceschi, 1593) si sa che fu ordinato sacerdote nella città di Acerenza, sede episcopale della diocesi cui Miglionico apparteneva.

Successivamente, forse all’inizio degli anni Sessanta, il M. si stabilì a Napoli. A quel periodo sono connesse due raccolte di madrigali pubblicate a Venezia nel 1569 presso G. Scotto, le quali mostrano quanto fosse ben introdotto negli ambienti culturali e aristocratici napoletani.

Il primo libro de madrigali a quattro voci, composti nella sua «più verde etade», come afferma il M. nella premessa, è dedicato ad Antonio Grisone, un giovane esponente del patriziato napoletano dagli spiccati interessi musicali, che nello stesso anno era menzionato come «fatto novamente cavalier di S. Giacomo et per la sua virtù e bona qualità molto caro al viceré don Parafan duca d’Alcalà» (Contarino, p. 353). Grisone, di cui il M. era stato «charo maestro e amorevole servidore», ricordandone (come si legge nella dedicatoria) la perizia nella «musica vocale, com’ancho istrumentale», era annoverato tra i «musici eccellenti» della città (ibid.); più tardi fu pure menzionato da S. Cerreto come «raro suonatore della viola d’arco».

La seconda raccolta, Il primo libro de madrigali a cinque voci, è dedicata a un importante membro della magistratura napoletana, Tommaso Salernitano, presidente della Regia Camera della sommaria. Nella dedicatoria di quest’opera il M. ricorda la sua «anticha servitude» presso Salernitano, raccomandando le proprie musiche perché fossero favorite dal «suavissimo suono delle viole ad arco», strumenti al cui esercizio, come rammenta, si dedicavano i fratelli del magistrato napoletano; una preziosa indicazione, questa, riguardo alla possibile destinazione strumentale di alcuni dei brani compresi nella raccolta.

All’epoca in cui apparvero questi libri di madrigali, il M. doveva già aver lasciato Napoli. Nella dedicatoria anteposta al Primo libro di madrigali a cinque voci affermava infatti di essersi da poco stabilito a Venezia. All’ambiente di questa città rimandano in vari modi tutte le sue opere successivamente pubblicate.

Nel 1570 il M. diede alle stampe a Venezia, ancora per i tipi di Scoto, l’antologia di villanelle Corona. Primo libro delle napolitane a tre et a quattro voci di diversi eccellentissimi musici. A questa pubblicazione il M. contribuì con diciannove brani, assumendo la cura editoriale delle altre musiche. Le villanelle sono opera di alcuni dei più importanti autori del genere, come Giovanni Leonardo Dell’Arpa, Giovanni Domenico da Nola, Stefano Lando e Rocco Rodio, tutti attivi a Napoli, e che il M. dichiarava nella prefazione essere tutti «amicissimi». Alcune delle canzoni del M. furono riprese, trascritte per liuto, in un’altra raccolta pubblicata nello stesso anno 1570 da Scoto, Il Turturino. Il primo libro delle napolitane ariose da cantare et sonare nel leuto, composte da diversi eccellentissimi musici, et novamente per il rever. P. F. Cornelio

Antonelli da Rimino detto il Turturino, acomodate sul leuto.

Una lettera di Cesare Carafa, scritta al duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga nel 1591 allo scopo di presentare i lavori del M., informa che all’epoca era rettore di una chiesa sull’isola di Murano.

L’attività editoriale del M. si interruppe bruscamente per riprendere solo negli anni Novanta. Nel breve volgere di tre anni, dal 1591 al 1594, diede alle stampe altre due raccolte di musiche, un libro di canzoni spirituali e uno di Magnificat (Il primo libro delle canzoni a quatro voci, tra le quali molte ne sono in laude della Madonna benedetta, Venetia, presso A. Gardano, 1591: ed. moderna a cura di M.A. Cancellaro, Firenze 1990) e Il primo libro delle [sic] Magnificat… (Venetia, presso A. Gardano, 1593), intercalate dalla pubblicazione nel 1593, presso F. de’ Franceschi, di due opere letterarie: i già ricordati Fiori della poesia e L’oracolo della lingua latina.

Questi due libri rivelano il versante letterario e umanistico del M.; si tratta in entrambi i casi di sussidi didattici per l’insegnamento della lingua latina; soprattutto la seconda opera godé di una discreta fortuna editoriale, come si presume dalle numerose ristampe susseguitesi fino al 1665. Sia I fiori sia L’oracolo rendono testimonianza della lunga frequentazione del M. con l’ambiente veneto. La prima opera fu arricchita dagli epigrammi di vari letterati attivi a Venezia; inoltre, in entrambi i libri vi sono frequenti riferimenti agli ordinamenti veneziani e a espressioni idiomatiche della lingua veneta.

Le opere musicali e letterarie pubblicate negli anni Novanta indicano un mutamento di indirizzo nella ricerca di mecenati da parte del Mazzone. I fiori della poesia e Il primo libro delle canzoni sono infatti dedicati al duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga, e al suo giovane figlio Francesco è indirizzato, invece, L’oracolo della lingua latina. Le dediche lasciano trasparire l’intento del M. di guadagnarsi la protezione dei prestigiosi destinatari e forse anche un posto nella corte mantovana, ma non è noto se tale obiettivo fu raggiunto.

Tra il 1598 e il 1599 il M. tornò per pochi mesi a Miglionico per assumervi l’arcipretura della collegiata di S. Maria Maggiore, ma a seguito di contestazioni dovette rinunciarvi. Secondo una tradizione locale, in questo breve soggiorno avrebbe fatto collocare nella chiesa un polittico di Cima da Conegliano. In seguito tornò probabilmente a Venezia o a Mantova.

Dopo il 1599 non si hanno più notizie del M.: è probabile che sia morto non molto tempo dopo.

La produzione del M. ben riflette i suoi diversi interessi; la produzione musicale, muovendosi dai generi profani, come madrigali e villanelle, verso la musica sacra negli ultimi anni, descrive una parabola significativa per un musicista vissuto nella seconda metà del Cinquecento. Particolare attenzione è stata rivolta alle annotazioni teoriche presenti nelle dedicatorie che il M. antepose alle opere stampate, in particolare quella del Primo libro di madrigali a quattro voci, in cui il M., in ragione della sua stessa formazione umanistica e letteraria e forse anche degli interessi musicali del destinatario dell’opera, fa riferimento con notevole ampiezza a quel rapporto tra poesia e musica cruciale nella produzione madrigalistica e nelle riflessioni teoriche che sulla musica si svilupparono tra Cinque e Seicento.

Fonti e Bibl.: L. Contarino, La nobiltà di Napoli, Napoli 1569, p. 353; S. Cerreto, Della prattica musica vocale et strumentale, Napoli 1601, p. 155; T. Ricciardi, Notizie storiche di Miglionico precedute da un sunto sui popoli dell’antica Lucania, Napoli 1867, pp. 221, 247 s.; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca musicale G.B. Martini di Bologna, III, Bologna 1890, pp. 108 s., 204 s., 244; A. Einstein, The Italian madrigal, Princeton 1949, p. 223; U. Prota-Giurleo, Ferrante Sanseverino e il lamento di «Donna Sabella», in Partenope, II (1961), pp. 293-305; M.A. Cancellaro, M.A. M.: musicista e letterato lucano, in Boll. della Biblioteca provinciale di Matera. Riv. di cultura lucana, V (1984), 9, pp. 53-58; K.A. Larson, The unaccompanied madrigal in Naples from 1536 to 1654, diss., Harvard University, 1985, pp. 306 s.; L. Bianconi, Il Cinquecento e il Seicento, in Letteratura italiana (Einaudi), VI, Torino 1986, pp. 320 s., 329; D. Bryant, Alcune osservazioni preliminari sulle notizie musicali nelle relazioni degli ambasciatori stranieri a Venezia, in Andrea Gabrieli e il suo tempo. Atti del Convegno…, Venezia… 1985, a cura di F. Degrada, Firenze 1987, pp. 183 s.; Il madrigale tra Cinque e Seicento, a cura di P. Fabbri, Bologna 1988, pp. 17 s., 25; M. Broglia, L’opera sacra e profana di M.A. M.: magnificat, madrigali, canzonette, napolitane, dissertazione, Scuola di paleografia e filologia musicale, Università di Pavia, 1989; J.A. Bernstein, Music printing in Renaissance Venice: The Scotto press (1539-1572), New York-Oxford 1998, pp. 148 s., 202, 207, 778-782, 833-835, 840; M. Privitera, Orazio Vecchi musico-poeta, in Villanella, napolitana, canzonetta. Relazioni tra Gasparo Fiorino, compositori calabresi e scuole italiane del Cinquecento, a cura di M.P. Borsetta - A. Pugliese, Vibo Valentia 1999, pp. 316 s.; Il polittico di Cima da Conegliano a Miglionico, a cura di G. Scarcia, Napoli 2002; R. Di Benedetto - C. Corsi, La formazione e l’attività musicale tra chiese e case feudali nel Cinquecento, in Gli inizi della circolazione della cartamoneta e i banchi pubblici napoletani nella società del loro tempo (1540-1650), a cura di L. De Rosa, Napoli 2002, p. 219; R. Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon, VI, pp. 411 s.; Bibliogr. della musica italiana vocale profana (Il nuovo Vogel), pp. 1101-1104; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, p. 746; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, p. 198; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), col. 1432.