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MARCO da Benevento

di Margherita Palumbo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007)
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MARCO da Benevento (Marcus Alexandreus)

Margherita Palumbo

Nacque a Benevento tra il 1460 e il 1465 da Giorgio; si ignora sia il nome di famiglia sia il nome della madre. Dopo la prima formazione, con ogni probabilità a Napoli, prese l'abito della Congregazione benedettina dei celestini. La sua spiccata inclinazione agli studi lo indusse a trasferirsi a Bologna, attratto dalla fama dei professori attivi in quell'università. Dal gennaio del 1494 il suo nome compare - con quello del fratello Matteo - tra i membri del capitolo del monastero celestino di S. Giovanni Battista, il cui Studio era stato incorporato, nel 1377, nella facoltà teologica bolognese. Nel 1494 M. risultava baccalaureato in arti e successivamente, il 9 apr. 1498, conseguì la licenza in teologia. Di tradizionale formazione scolastica, nel maggio 1494 aveva curato l'edizione del commento di Tommaso d'Aquino al Secundum librum sententiarum di Pietro Lombardo (Bologna, B. Faelli, 1494), già avviato da Paolo Barbo da Soncino, morto in quell'anno. Pochi mesi più tardi M. decise però di percorrere una diversa via filosofica, sviluppando un sempre maggiore interesse per le dottrine logiche "moderne" sostenute dai nominalisti oxoniensi e diffuse nell'ateneo bolognese da Alessandro Achillini, di cui fu discepolo. Nel dicembre 1494 diede quindi alle stampe, sempre presso Faelli, il commento di Guglielmo di Ockham alla fisica aristotelica (Summule in libros Physicorum). L'edizione è dedicata proprio ad Achillini, dal quale M. dichiara di essere stato spinto a riportare alla luce la "sottilissima" fisica del francescano inglese, un filosofo troppo a lungo confinato nelle tenebre. Nel 1495 curò la stampa della Logicula di Paolo Veneto, tra i principali esponenti della logica nominalistica (Bologna, B. Faelli, 1495); seguì nel luglio 1496 la Expositio aurea super totam artem veterem di Ockham, edizione ancora una volta impressa da Faelli e che comprende, oltre a scritti logici di Porfirio e Aristotele, anche le Quaestiones di Alberto di Sassonia.

Il volume si apre con un indirizzo di I.B. Millanus al tipografo lionese Johann Trechsel. A tale omaggio rispose, nell'ottobre 1496, il celebre editore Josse Bade che, nel dedicare a M. le Super potestate summi pontificis octo quaestionum decisiones di Ockham, impresse dal genero Trechsel, osservava come l'impegno editoriale di M. fosse apprezzato in tutta l'Europa colta. Bade gli dedicò successivamente le Super quattuor libros sententiarum quaestiones di Robert Holkot (Lione 1497), con parole di sincera ammirazione per le "phisicas metaphisicasque ac plane philosophicas disquisitiones" di Marco da Benevento.

Nel luglio 1498 a Bologna vide la luce l'ultima fatica dedicata da M. a Ockham, la Summa totius logicae, indirizzata a Giovanni Antonio Albergati. Il testo è introdotto da una Commendatio logice et Guilielmi de Occham, nella quale M. polemizza con gli avversari del nominalismo sottolineando la centralità della logica, senza la cui conoscenza e applicazione si seminano errori, si diffondono opinioni vane, si cade in languidi sogni e in finzioni poetiche; in tal senso non vi è migliore introduzione alla logica di quella fornita da Ockham, filosofo di profondo ingegno e sublime virtù. L'edizione si chiude con due epigrammi di Camillo Paleotti e Chiaretto Costanzo Cancellieri in lode di M., testimonianza della stima di cui egli godeva nell'ambiente accademico bolognese. Dopo il 1500 non si ha più notizia della presenza a Bologna di M., che già nel 1501 potrebbe essersi recato Venezia su invito del patrizio Giovanni Badoer, suo compagno di studi. Dalla città lagunare intorno al 1505 si trasferì, al seguito del cardinale Pietro Isvalies, a Roma, dove si dedicò - in collaborazione con Giovanni Cotta - a studi geografici e astronomici che lo portarono a curare una nuova edizione della Geographia di Tolomeo (Roma, B. Vitali, 1507-08).

Già a Bologna M. aveva coltivato, accanto a quelli filosofici, gli interessi scientifici, seguendo - insieme con N. Copernico - le lezioni di Albergati e di Domenico Maria Novara; e non si esclude che a Venezia sia entrato in contatto con i tanti cartografi attivi nella città. Tali conoscenze si riversarono nell'edizione romana del 1507 della Geographia di Tolomeo, per la quale elaborò, insieme con Cotta, gli ampi Schemata, dedicati all'amico Badoer, curando inoltre l'inserimento, accanto alle tavole classiche dell'Europa, dell'Africa e dell'Asia, di sei "tabulae modernae" per la Spagna, la Francia, l'Italia, la Palestina, l'Europa settentrionale e infine quella centrale, con la prima rappresentazione cartografica della Polonia. Quest'ultima carta fu realizzata dal polacco Bernard Wapowski, amico di Copernico e al tempo residente a Roma. Convinto della necessità di diffondere i risultati delle più recenti navigazioni, M. commissionò a colui che riteneva il più abile cartografo del tempo, il tedesco Johannes Ruysch, la Universalior cogniti Orbis tabula, pubblicata nel 1508 sempre presso Vitali, in un'accresciuta edizione della Geographia. Il planisfero di Ruysch - il primo pervenuto che comprenda il continente americano - è corredato dalla Nova Orbis descriptio redatta dallo stesso M., che, nell'illustrare le nuove conoscenze geografiche, riferisce anche del suo incontro con un "nepos" di Colombo, forse il cartografo Bartolomeo, fratello di Cristoforo, del quale è attestata la presenza a Roma nel 1507.

Dopo la morte del cardinale Isvalies nel settembre 1511, M. fece ritorno a Napoli, presso il cui Studio ottenne la cattedra di logica, e in seguito, tra il 1513 e il 1514, anche quella di geometria. Cocchiarelli ne ricorda inoltre l'attività di docente privato di "mathematicarum omnium scientiarum", compresa l'astrologia (Napoli, Biblioteca nazionale, Mss., XIV.A.28, c. 58r), oltre a lodarne la profondità del sapere che gli valse l'epiteto di "Fenice degli Matematici d'Italia" (Ciarlanti, p. 474).

Di vasta competenza astronomica e astrologica, nonché di quella mordacità elogiata da Nifo nel De re aulica… libri duo (Napoli 1534, par. 87), M. diede saggio nella polemica che lo oppose, tra il 1520 e il 1521, ad Albert Pigghe, docente di astronomia a Parigi. La controversia prese avvio nel 1520, quando Pigghe pubblicò in forma anonima il De aequinoctiorum solsticiorumque inventione, suscitando la reazione di M., che rispose con l'Apologeticum opusculum adversus ineptias cacostrologi anonimi (Napoli, A. Frezza, 1521), aspra critica rivolta all'ignoto astrologo che osava porre in discussione la validità non solo delle tabulae Alphonsinae, ma anche delle scoperte di grandi astronomi quali Georg Peurbach (Purbach) e il Regiomontano (Johann Müller). Pigghe replicò con la Adversus novam Marci Beneventani astronomiam… Apologia (Parigi 1521), alla quale M. rispose nell'agosto 1521 con il Novum opusculum iterum scribentis in cacostrologum referentem ad eclypticam immobilem abacum Alphonsinum (Napoli, A. Frezza), che chiuse una disputa di notevole risonanza.

L'ultima cedola di pagamento emessa a suo favore dallo Studio napoletano è del 1525. Dopo tale data, di M. - che nel Novum opusculum del 1521 si definiva un "senex sacerdos ac Monachus" (c. A2r) - non si ha più notizia; si ignora la data della sua morte.

Non è certo, inoltre, che per il giubileo del 1525 Clemente VII lo abbia chiamato a Roma con l'incarico di penitenziere della basilica di S. Pietro, come potrebbe far ritenere il riferimento - tra i diversi confessori nominati - a un "Marcus Abbas Beneventanus" nella bolla Pastoris aeterni del 23 dic. 1524. Una tale identificazione, già proposta da A. Vittorelli (Historia de' giubilei pontificii, Roma 1625, p. 347), attende ancora evidenza documentaria.

Fonti e Bibl.: Napoli, Biblioteca nazionale, Mss., XIV.A.28: B. Chioccarelli, De illustris scriptoribus qui in civitate et Regno Neapoli floruerunt, cc. 58r-60r; G.V. Ciarlanti, Memorie istoriche del Sannio, Isernia 1644, p. 474; G. De Nicastro, Beneventana pinacotheca…, Beneventi 1720, pp. 158 s.; G. Origlia, Istoria dello Studio di Napoli, II, Napoli 1754, p. 39; G.B. Tafuri, Istoria degli scrittori del Regno di Napoli, III, 1, Napoli 1754, p. 112; N. Toppi, Biblioteca napoletana…, Napoli 1766, p. 200; M. Barbieri, Notizie istoriche dei mattematici e filosofi del Regno di Napoli, Napoli 1778, p. 92; F. Colangelo, Storia dei filosofi e dei matematici napoletani…, II, Napoli 1834, p. 162; G. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, II, Napoli 1844, p. 56; E. Cannavale, Lo Studio di Napoli nel Rinascimento, Torino 1895, pp. 54-62; L.A. Birkenmajer, M. B., Kopernik, Wapowski a najstarsza karta geograficzna Polski (M. B., Copernico, Wapowski e la più antica carta geografica della Polonia), in Sprawozdania z czynności i posiedzeń Akad. Umiej¢tności w Krakowie (Rapporti delle attività e delle sessioni dell'Accademia delle scienze e delle lettere di Cracovia), VI (1901), pp. 12-17; N. Cortese, L'età spagnola, in F. Torraca et al., Storia della Università di Napoli, Napoli 1924, pp. 334 s.; A. Birkenmajer, M. da B. und die angebliche Nominalistenakademie zu Bologna (1494-1498), in Philosophisches Jahrbuch, XXXVIII (1925), pp. 336-344; F. Ehrle, Der Sentenzenkommentar Peters von Candia…, Münster i.W. 1925, pp. 247 s.; H. Jedin, Studien über Schriftstellertätigkeit Albert Pigges, Münster i.W. 1931, pp. 10 s., 46, 49, 61; S. De Lucia, Medaglioni, Benevento 1937, pp. 21 s.; L. Thorndike, A history of magic and experimental science, V, New York 1941, pp. 199-201; C. De Frede, I lettori di umanità nello Studio di Napoli durante il Rinascimento, Napoli 1960, p. 118; C. Piana, Ricerche sulle Università di Bologna e di Parma nel secolo XV, Firenze 1963, pp. 153, 210-213; H.S. Matsen, A. Achillini and his doctrine of "Universals" and "Trascendentals", London 1974, pp. 64 s., 238 s.; A. Benati, M. da B. e il monastero dei celestini di Bologna nella storia della cultura, in Ravennatensia, IX, Cesena 1980, pp. 373-389; Th. Niewodniczanski, Neue Erkenntnisse zur Karte von M. B., in V. Kartographiehistorisches Colloquium, Oldenburg… 1990, a cura di W. Scharfe - H. Harms, Berlin 1991, pp. 197-214; A. Benati, I celestini e l'Università di Bologna, in Ateneo e Chiesa di Bologna. Atti del Convegno di studi… 1989, Bologna 1992, pp. 153-155.

Vedi anche
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