ZOPPO, Marco

Enciclopedia Italiana (1937)

ZOPPO, Marco

Giuseppe Fiocco

Pittore. Nacque a Cento nel 1433 e morì a Venezia nel 1478, quindi vent'anni innanzi di quanto finora si supponesse.

Benché adottato nel 1453 con i soliti modi da F. Squarcione, dal quale due anni dopo si distaccò vivacemente, a base della maniera dello Zoppo sono piuttosto altre influenze e precisamente quelle di Niccolò Pizzolo e del Mantegna giovane.

Nella sua pittura appare subito chiara tuttavia anche l'influenza di Piero della Francesca, che le dà quel fare alabastrino e traslucido, proprio della branca ferrarese legata a Padova, talvolta con accenti che preludono e accompagnano il formarsi di Giovanni Bellini, senza che vi sia possibilità di confusioni.

La sua arte limitata va dalle prime opere, ancora di fondamento lippesco (pittura del re di Romania e Madonna firmata di lord Wimborne), attraverso a forme che hanno talvolta, come nella Madonna Cook, un'altezza degna di Cosmè Tura, ma più spesso sgradevole aspetto di opere a sbalzo (Pietà di Londra e di Pesaro, S. Girolamo della coll. Kaufmann, ecc.), fino alla larghezza solenne della pala ora a Berlino, dipinta a Venezia per Pesaro nel 1471, la quale rappresenta con il trittico del Collegio di Spagna a Bologna e con il S. Gerolamo testé apparso a Londra col nome del Mantegna, il massimo dei raggiungimenti pittorici del piccolo maestro.

I suoi importanti disegni si possono ridurre a due gruppi principali, l'uno cartaceo, disperso fra Londra, Brunswick, Amburgo, Francoforte, Monaco, ecc., per lo più con studî di Madonne, e un altro pergamenaceo, un tempo assegnato al Mantegna nel British Museum, inciso da Francesco Novelli (1795), ricco di composizioni varie: guerrieri orientali, bimbi giocanti, teste, Madonne, ecc., condotte come opere a sé, e quindi minutamente rifinite.

Questi disegni sono così belli che lo stesso Alberto Dürer poté ammirarli e ricavare da uno di essi (e più da quello simile di Amburgo), il motivo di una sua incisione rappresentante Orfeo ucciso dalle Baccanti, il cui prototipo si fa risalire al Mantegna.

Bibl.: V. Lazzarini, Documenti relativi alla pittura padovana, in Nuovo archivio veneto, 1919; A. Venturi, Storia dell'arte ital., VII, iii, Milano 1911, pp. 22-34; I. B. Supino, Nuovi documenti su M. Z., in L'Archiginnasio, XX (1925), pp. 128-32; G. Fiocco, Un libro di disegni di M. Z., in Miscellanea Supino, Firenze 1933, pp. 338-351; id., in L'Arte, XXXVII (1934), pp. 230-43; id., A. Mantegna, Milano 1937; B. Berenson, Pittori e pitture italiane del Rinascimento, trad. it., Milano 1936.