CASPIO, MARE

Enciclopedia Italiana (1931)

CASPIO, MARE (ant. Mare Caspium o Mare Hircanium; Sikim degli antichi geografi orientali; A. T., 73-74)

Aldo SESTINI
Giuseppe COLOSI

Il più grande lago della Terra (superficie kmq. 438.000). Occupa la parte occidentale della cosiddetta depressione Aralo-Caspica, e può dirsi appartenga interamente all'Asia, sebbene un tratto della sua costa nord-orientale segni, in parte, convenzionalmente il limite fra Europa e Asia. Allungato in direzione meridiana, si estende fra 47°15′ e 36°32′ di lat. N., e fra 46°41′ e 54°40′ di long. E.; lunghezza massima 1190 km., larghezza nella parte mediana, quasi 300 km., nella parte meridionale 430 km., sviluppo del contorno circa 6000 km. Delimitato, in parte, verso occidente, dalle propaggini del Caucaso e verso sud dalle ripide pendici esterne dell'altipiano iranico, è circondato invece, a nord e a oriente, da estese zone pianeggianti. Le coste occidentali e settentrionali del grande lago sono relativamente poco articolate e in gran parte basse e sabbiose, paludose nell'ampio delta complicato del Volga; forma caratteristica sporgenza la penisoletta di Apšeron. La costa orientale è più mossa, in parte anche alta e rocciosa; la frangiano numerose lagune, con coste sabbiose e salifere, più o meno separate dal Caspio per mezzo di sottili cordoni dunosi: estesissima quella detta di Kara-Bugaz. Nella parte settentrionale il Caspio s'incurva verso oriente, formando un ampio golfo, che poi si restringe nel golfo di Kajdak. Il lago è povero di grandi isole; piccolissime, innumerevoli, quelle nelle quali sembra sfrangiarsi la costa ai lati del Volga, ma quasi sempre piccole e ravvicinate alla costa anche le altre (superficie totale delle isole kmq. 2340).

Il livello del Mar Caspio si trova a circa 26 metri sotto quello medio dei mari; l'area depressa, cioè più bassa del livello marino, ma asciutta, frangia il gran lago con un orlo generalmente sottile lungo le coste della parte meridionale, ma intorno alle coste settentrionali si allarga su vasta regione. Complessivamente la zona depressa, compresa quella occupata dalle acque, misura 736.000 kmq. La profondità massima del Caspio essendo di 945 m., si ha così una criptodepressione di 972 m. sotto il livello del mare (la seconda della Terra come profondità: Bajkal, 1061 m., Mar Morto, 793). La morfologia del fondo permette di distinguere nel Caspio due bacini, dei quali il meridionale, più profondo, scende per grande estensione al disotto dei 500 m. e contiene la massima profondità finora accertata (m. 945). Il secondo bacino è separato da quello meridionale per mezzo di una dorsale dilungantesi fra la Penisola di Apšeron e la costa orientale; ha un'area abbastanza estesa al disotto dei 500 m. e una profondità massima di 768 m. A questo bacino segue a nord un'ampia zona a profondità minima, non toccandosi neppure i 25 m. (ma per vastissimi tratti meno di 10 m.). La profondità media del lago è 182 m. (bacino merid. 325 m., centrale 175 m.), il volume 79.320 kmc.

Il Caspio è un lago chiuso, cioè senza deflusso al mare; vi affluiscono invece le acque di una regione estesissima (3.733.000 kmq.), della quale circa 2/5, costituiscono il bacino del Volga (1.460.000, kmq.); rispetto a questo fiume tutti gli altri che si versano nel lago, anche i maggiori (Liral, Terek, Kura), sono piccola cosa. Il bilancio idrologico del Caspio dipende quindi essenzialmente dagli apporti del Volga (scarse sono le precipitazioni direttamente cadenti sul suo specchio, spesso inferiori a 250 mm. all'anno). In conseguenza il livello del lago presenta un'oscillazione annua di qualche decimetro (massimo livello in giugno); a queste oscillazioni annue, altre se ne aggiungono più forti e di più lungo periodo, dovute a variazioni nelle condizioni meteorologiche generali, ed esse fornirono già importanti elementi al Brückner per lo studio dei cicli climatici. Altre variazioni di livello sono dovute a quelle oscillazioni ritmiche, a breve periodo, comuni a molti laghi, note col nome di sesse; nel Caspio hanno periodi variabilissimi. Notevoli dislivelli delle acque, nonché tempeste, possono poi produrre i venti (anche più di un metro all'anno di amplitudine).

I venti sȧrebbero pure la causa essenziale delle correnti del lago; vi influiscono però anche le differenze di temperatura e altri fattori. Nei due bacini vi è una specie di circolazione e le acque, lungo la costa orientale, si muovono verso nord; lungo la costa occidentale la direzione prevalente è invece verso sud; in corrispondenza della dorsale che separa i bacini si formano delle controcorrenti. La parte settentrionale del Caspio, poco profonda, resta esclusa dall'ambito di questa circolazione.

Il notevole sviluppo del lago nel senso della latitudine, porta sensibili differenze climatiche: la zona settentrionale gela per 3-4 mesi all'anno, mentre a latitudini più basse la formazione di una crosta ghiacciata avviene soltanto in vicinanza della costa e per periodi sempre più brevi. Forti sono le oscillazioni annue della temperatura delle acque nello strato superficiale, fin di 33° (massima temperatura in luglio o al principio di agosto, minima in febbraio). Negli strati più profondi l'escursione annua sembra esser minima e la massima temperatura cadrebbe in gennaio. Le condizioni termiche e la quantità di ossigeno disciolto nelle acque permettono di distinguere nel Caspio quattro zone batimetriche: la prima, fino a 100-200 m. di profondità, ha forti oscillazioni di temperatura e un tenore relativamente alto in ossigeno (massimo tra 10 e 25 m.). La seconda zona va fino a 450 m., e ha il massimo di temperatura nell'inverno, e minor contenuto di ossigeno (a 400 m. 1,5-1,6 cmc. per litro); la terza raggiunge, nel bacino meridionale, le massime profondità ed è caratterizzata da temperatura quasi costante (60 nel bacino merid., 50 in quello centr.) e contenuto in ossigeno generalmente minore di 1 cmc. per litro. Gli strati acquei più profondi del bacino centrale (fra 650 e 768 m.) costituiscono una zona a sé, perché non contengono quasi ossigeno, ma invece contengono acido solfidrico (0,33-0,40 cmc. per litro). Forse una zona simile esiste però anche nel bacino meridionale.

Il Caspio è notoriamente un lago salato; la salsedine media delle sue acque è però poco più di 1/3 di quella del mare, ammontando a 13,85‰; gli strati superiori sono lievemente più salati di quelli profondi (ma la differenza non supera mai il 0,2‰). Superficialmente si hanno differenze notevoli nella salsedine: nel Mertvyi-Kultuk si sale al 56‰, presso lo sbocco del Volga si scende a 0,3‰. Nelle lagune della costa orientale si raggiungono concentrazioni molto maggiori: in quella grande (18.350 kmq.) ma poco profonda di Kara-Bugaz, in angusta comunicazione col Caspio, la salsedine supera anche il 20%. Si è citata a lungo questa grande laguna come un esempio di formazione attuale dei giacimenti saliferi, ma il sale non vi si deposita, rimanendosi ben lontani dal punto di saturazione del cloruro sodico (nei saggi di fondo se ne trova meno di 1‰, prevalendo invece il solfato di sodio). Nelle acque del Caspio prevalgono cloruro di sodio, poi solfati di magnesio e di calcio, cloruri di magnesio e di potassio, e in quantità ancora minori carbonati, bromuri, ecc.; diverse sono però le proporzioni di questi sali rispetto a quelle delle acque marine (meno NaCl, quasi 4 volte più MgSO4 e CaCO3 quasi 2 volte più CaSO4, ecc.).

Geologicamente, il Caspio è sempre stato ritenuto un lago relitto, residuo cioè d'un antico mare, e precisamente (insieme con l'Aral) del Mare Sarmatico o Pontico, che nel Miocene si estendeva fino all'Europa centrale; fino a tutto il Pliocene vi fu comunicazione fra Mar Caspio e Mar Nero attraverso uno o più canali (essendo in parte emersa l'area corrispondente alla catena del Caucaso), ma nel Quaternario il Caspio divenne un mare chiuso, però ancora ampiamente comunicante col Lago d'Aral, come testimoniano estesi depositi lacustri. Sono note antiche linee di spiaggia, elevate persino di un centinaio e più di metri sul livello attuale; si vuole che questi livelli molto elevati siano da mettere in relazione col tributo d'acque che il Caspio riceveva, durante il Quaternario, dal grande ghiacciaio scandinavo. Ma queste antiche linee di riva si trovano (anche le più recenti) ad altezze molto variabili da punto a punto, mostrando d'essere state deformate dai movimenti epirogenetici; ai quali anzi sarebbe dovuta, secondo alcuni, la formazione dell'area lacustre settentrionale poco profonda, che si sarebbe così aggiunta a quella meridionale preesistente. Una comunicazione tra l'Aral e il Caspio sarebbe persistita a lungo, e ancora nel Medioevo una parte delle acque dell'Amudarja pare si riversasse nel Caspio.

Il Caspio non ha, rispetto alla sua estensione, grande importanza antropogeografica: le sue rive sono poco popolate, specialmeme quelle settentrionali e orientali (talora meno di 1 ab. per kmq.). Pochi i centri abitati d'una certa importanza, e i due maggiori non debbono il loro sviluppo alla situazione sul lago o in prossimità di esso (Baku deve la sua importanza al petrolio del suo territorio e Astrachan, oggi a quasi 50 km. dal lago, dovette la sua passata floridezza essenzialmente alla pesca nel Volga). Una qualche importanza ha la pesca nel Caspio; ma il movimento commerciale vi è inferiore a quello di certi piccoli laghi dell'Europa centrale. In gran parte gli scambî attraverso il lago sono fra territorî russi; prima della guerra il commercio russo-persiano rappresentava il 10% del totale. La via principale è la Baku-Krasnovodsk; essa ebbe già molto a soffrire della costruzione della ferrovia Orenburg-Taškent, che deviò più a nord il commercio col Turkestan. Baku e Krasnovodsk sono del resto gli unici porti appropriati.

Fauna. - Il Mar Caspio ha una fauna assai interessante perché vi si presentano frammisti elementi d'origine marina e d'acqua dolce: i primi sono da considerarsi come un residuo dell'antica fauna marina; i secondi come invasori più recenti. La salinità delle acque, così varia da luogo a luogo, consente la vita di organismi proprî di acque soprassalate, come Artemia salina, e di organismi nettamente fluviali, come le Planorbis e le Anodonta. Vive nel Caspio una foca (Phoca caspica) che si ritrova anche nel mar d'Aral e nel lago Bajkal; vi si trovano numerosissimi pesci (Atherina, Cyprinus, Lucioperca, Syngnathus, storioni e soprattutto clupeidi, come Clupeonella e Harengula). I numerosi bivalvi hanno caratteri marini (Adacna, Monadacna, Didacna, Cardium) o d'acqua dolce (Dreissenia); i gasteropodi presentano piuttosto caratteri fluviali. Fra i crostacei, notevolissimi per i loro caratteri marini sono numerosi misidacei ed anfipodi. Una spugna (Hipania), una piccola medusa (Moerisia Pallasi), un polichete (Amphicteis) sono pure da considerarsi come relitti marini. Mancano però gli echinodermi, i cefalopodi, gli anfineuri, i picnogonidi, i tunicati e i selaci.

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