IONIO, MARE

Enciclopedia Italiana (1933)

IONIO, MARE (A. T., 11-12)

Giovanni Platania

MARE Lo Ionio è la parte del Mediterraneo romano compresa tra l'estremità meridionale della Penisola Italiana e la Sicilia a O., l'Albania meridionale e la Grecia a E.; esso va restringendosi verso la parte settentrionale e attraverso il Canale di Otranto comunica con l'Adriatico; attraverso lo Stretto di Messina col Tirreno. Non ha limite ben definito nella parte meridionale, né dalla parte orientale a S. della Grecia; quivi, nondimeno, il restringimento tra Creta e la Cirenaica, combinato con una lieve diminuzione della profondità, può considerarsi come una delimitazione verso l'area più orientale del Mediterraneo, detta comunemente Mar di Levante.

Il nome di Ionio fu dato dapprima alla parte di mare compresa fra Coreira (Corfù) e il Promontorio Iapigio e la costa italiana all'ingresso dell'Adriatico, e per estensione anche alla parte meridionale dell'Adriatico (Erodoto, Tucidide); Strabone dava ancora per limite settentrionale dello Ionio il Promontorio Acrocerauno, ma indicava come Mare Siculo la parte compresa fra la Sicilia e il Peloponneso.

Le principali insenature sono, nella parte italiana, quelle di Taranto, di Squillace, di Catania; nella parte orientale quelle di Arta, di Patrasso (Lepanto), di Arcadia, di Messenia, di Laconia.

La parte centrale dello Ionio è libera da isole, e queste mancano anche sul lato occidentale, mentre sul lato orientale si succedono le Isole Ionie (v.), e Cerigo, che sono lembi staccati dalla terraferma.

Nel Mare Ionio sono state determinate le maggiori profondità del Mediterraneo. La piattaforma è molto ristretta, in confronto di quella dell'Adriatico, e un'estesa area è circondata dall'isobata di 3000 m.; nella parte centrale in diversi punti si trovano profondità superiori a 4000 m.: 4115 a SE. di Capo Passero, 4067 più a E.; 4206 a SO. di Zante; la massima profondità finora raggiunta, misurata nel 1891 dalla nave austro-ungarica Pola, 4404 m., si trova a 35°44′8″ di lat. N., 21°45′8″ di long. E.

La temperatura dello strato superficiale varia nel corso dell'anno in dipendenza dalle condizioni meteorologiche, e decresce generalmente con la profondità fin a circa 300 m. Lo strato inferiore, fino alle maggiori profondità, può considerarsi come omotermico, con temperatura intorno a 13°,5. Le ricerche danesi dànno importanza al lieve aumento di temperatura riscontrato nelle acque abissali, già notato dal Magnaghi, che lo Schmidt attribuisce a riscaldamento adiabatico per compressione delle masse d'acqua discendenti.

Le condizioni idrografiche dello Ionio sono determinate dalle condizioni meteorologiche e insieme dall'afflusso d' acqua meno densa proveniente dall'Egeo e dal bacino orientale. Le masse superficiali d'acqua constano di due strati diversi: lo strato superficiale con salsedine relativamente bassa, con forti variazioni da luogo a luogo, avente uno spessore di 150 a 200 metri, e uno strato intermedio di acqua più salsa, con 38,8‰, avente uno spessore di circa 600 m. nella parte centrale dello Ionio. A profondità maggiori di 1000 m. la salsedine è quasi costante, sia orizzontalmente che verticalmente.

La corrente superficiale dello Ionio corre lungo le coste, nelle grandi linee, in senso inverso a quello degl'indici dell'orologio. La corrente litorale della Grecia, nell'Egeo, penetrando nello Ionio piega verso O. tra la Morea e Creta, e poi volge verso NO. lungo la costa greca, e le Isole Ionie; l'isola di Corfù la divide in due rami, uno orientale che costeggia il litorale, l'altro occidentale che s'inoltra verso il Capo Linguetta, con un ramo secondario verso O., attraverso l'imboccatura dell'Adriatico; la corrente discendente da questo mare lungo la costa italiana, congiungendosi con questo ramo secondario, si dirige verso S. e SO., lungo la costa calabrese, e raggiunge la costa sicula verso il Capo di S. Andrea. Presso lo Stretto di Messina essa è influenzata dalle alterne correnti di marea ivi esistenti. Percorsa la costa orientale della Sicilia verso S., la corrente piega gradualmente verso E., congiungendosi con le acque provenienti dall'Atlantico attraverso lo Stretto di Gibilterra, che bagnano la costa settentrionale dell'Africa, e prosegue lungo le coste della Tripolitania, della Cirenaica, della Marmarica, dell'Egitto. L'azione deviatrice della rotazione terrestre impedisce alle acque meno dense della corrente litoranea di diffondersi alla superficie dell'intero bacino ionio. La velocità di queste correnti è, in generale, debole, poco diversa da 400 m. all'ora; i venti persistenti possono farne variare la velocità fino ad annullarla e ad invertirla. La profondità della corrente superficiale è variabile; in qualche punto, vicino alle coste, può raggiungere 200 m., diminuendo verso il centro del bacino.

Le acque dello strato intermedio con salsedine più elevata, che deriva da afflusso di acqua del Mar di Levante, fluiscono lentamente verso O., passando nel bacino occidentale del Mediterraneo come corrente sottomarina, a circa 400 m. di profondità, attraverso il dorsale Mazzara-Pantelleria.

La marea dello Ionio è poco sensibile e non ha importanza per la navigazione, essendo la sua ampiezza di pochi centimetri. Secondo le più recenti ricerche, le maree semidiurne del Mediterraneo sono da considerarsi come oscillazioni stazionarie intorno a due assi nodali che attraversano da N. a S. i due grandi bacini orientale e occidentale. Nel Mediterraneo orientale questo asse è una linea che dall'O. di Creta giunge a Barca: lo stabilimento del porto è quindi di circa 3 ore sulle coste ionie della Sicilia e di 9-10 ore su quelle dell'Asia Minore.

Gli scambî diretti fra i paesi che si affacciano alle rive dello Ionio, furono attivi fino dall'età micenea e si svilupparono poi a partire dal sec. VIII a. C., quando tutto intorno a questo mare si stabilirono colonie greche. Dei numerosi porti allora fiorenti, alcuni sono del tutto tramontati e scomparsi, come Sibari e Metaponto, altri, come Corfù, Taranto, Siracusa, ecc., sono attivi ancor oggi. Ma ai nostri giorni lo Ionio ha importanza soprattutto come mare di transito: lo percorrono infatti tutte le linee di navigazione dirette dai mari Ligure e Tirreno (attraverso lo Stretto di Messina) e dal MareAdriatico (attraverso il Canale d'Otranto agli scali del Levante mediterraneo e a Suez; inoltre tutte le linee che traversano il Canale di Corinto. I porti di maggiore traffico sono Catania, Siracusa, Cortù, Patrasso; seguono Taranto (che oggi ha importanza soprattutto come piazzaforte marittima), Otranto, Zante, Calamata.

Bibl.: O. Marinelli e G. Platania, Sulla corrente littorale del Mediterraneo, con particolare riguardo alla costa orientale della Sicilia, Firenze 1908; J. Schmidt, Report on the Danish oceanographical expeditions 1908-1910 to the Mediterranean and adjacent Seas, I, Copenaghen 1912; M. Nozioni elementari sulle maree, Genova 1932.