ALDOBRANDESCHI, Margherita

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

ALDOBRANDESCHI, Margherita

Luciana Marchetti

Figlia di Ildebrandino "il Rosso" conte di Sovana e di Pitigliano, nacque, forse, verso il 1255, poiché non doveva avere più di quindici o sedici anni quando fu celebrato il suo primo matrimonio con Guido di Montfort (febbraio 1270, secondo il Ciacci; seconda metà del 1270, secondo il Lisini). Catturato Guido di Montfort nel 1287 dagli Aragonesi, durante la battaglia del golfo di Napoli, e morto prigioniero a Messina nel 1292, l'A. si trovò sola a fronteggiare le mire espansionistiche di Siena, tradizionale nemica degli Aldobrandeschi del ramo di Sovana. Forse già al momento della cattura di Guido, l'A. aveva stretto una relazione amorosa con Nello de' Pannocchieschi, signore di Pietra, in Maremma, con il quale, ove si debba accettare l'ipotesi del Ciacci, si sarebbe imita in matrimonio segreto, nella presunzione di avvenuta morte del marito, salvo ad abbandonare l'amante (o marito che fosse) nel 1290. Di questo periodo sono, infatti, le incursioni contro Orbetello, ove si trovava la contessa, di Ranieri d'Ugolino, signore di Baschi e Vi-tozzo, e di Ranieri di Montemerano, parenti dell'A., miranti, probabilmente, a staccarla dal Pannocchieschi, sia che l'A. li avesse a ciò sollecitati, sia che essi agissero di propria iniziativa.

Di qualsivoglia natura fossero stati i rapporti tra l'A. e Nello de' Pannocchieschi, nel gennaio 1292 la contessa era in trattative con Napoleone Orsini, forse già in vista di un suo nuovo matrimonio con il fratello Orso Orsini, reso necessario dalle precarie condizioni in cui versava la contea minacciata dagli inquieti Comuni maremmani. L'A. sposò Orso nei primi mesi del 1292 e riuscì, grazie all'abilità del marito, a ristabilire i normali rapporti di reciproca tolleranza con Orvieto, rinnovando i giuramenti di amicizia e di cittadinanza già sottoscritti dagli antenati e dal primo marito, Guido di Montfort. In Virtù del nuovo matrimonio, l'A. riuscì a stipulare un trattato anche con Siena, il 5marzo 1294. Nuovi timori, tuttavia, per la contessa di Sovana e Pitigliano, sorsero quando anche Orso Orsini morì nell'ottobre del 1295.

Respinto un tentativo di Nello de' Pannocchieschi di riproporre la sua candidatura come terzo - e questa volta - legittimo marito, nonostante l'invio di un'ambasceria di cui, con ogni probabilità, faceva parte Binduccio, figlio dell'A. e dello stesso Nello, la contessa fu indotta da papa Bonifacio VIII a sposarne un nipote, Loffredo Caetani, il 19 sett. 1296, in Anagni. Il matrimonio, però, ispirato a evidenti motivi di predominio politico ambito da Bonifacio VIII sulla contea aldobrandesca, non durò a lungo, poiché, già nel febbraio 1297, Orvieto, in occasione di una rivolta di Pitigliano contro l'A., inviava a proprie spese milizie "in adiutorium comitisse ",senza nessun riferimento a Loffredo.

Nulla più che ipotesi è dato di formulare a proposito delle vicende matrimoniali dell'A. con il Caetani: plausibile pare, tuttavia, quella che il pontefice, nel desiderio di isolare la contessa per poter. entrare completamente in possesso dei suoi beni, prendesse lo spunto dai suoi trascorsi coniugali alquanto torbidi per dichiarare nullo il suo matrimonio con Loffredo, al quale, nel 1298, procurava la mano della contessa di Fondi, Giovanna dall'Aquila, mentre, il 3 ottobre di quell'anno, ordinava al cardinale Gerardo Bianchi, vescovo di Sabina, di indagare sui precedenti matrimoni della contessa di Sovana, che venne di li a poco dichiarata bigama.

Certo è che già nel luglio 1298, l'A. doveva essersi imita con Guido da Santa-flora, suo parente, cui da quella data i Senesi, come all'A., si rivolgono negli atti pubblici, in occasione di lagnanze o di proposte di accordi. Nei primi mesi del 1299 - e cioè dopo che il precedente matrinionio con Loffredo era stato invalidato da Bonifacio VIII - l'A. era sposa di Guido, ricostituendo così, con grave pericolo per Siena e con minaccia implicita per lo Stato pontificio, l'unità dei due rami aldobrandeschi.

Si iniziò allora una vera e propria guerra tra gli Aldobrandeschi (di Sovana e di Santafiora) da un lato, e Siena e, in secondo tempo, Bonifacio VIII ed Orvieto, dall'altro. Nonostante l'apparente maggior peso militare e politico del gruppo controllato dal papa, le ostilità, dopo alterne vicende, non si conclusero con il pieno successo dei Senesi, perché questi, accortisi che Bonifacio VIII intendeva incamerare nella propria famiglia i beni aldobrandeschi, preferirono un compromesso con l'A. e con Guido di Santafiora. La lotta contro Orvieto e contro Bonifacio VIII si concluse invece nel 1302 con una richiesta di pace da parte di Guido (morto iopo poco).

L'A., rimasta vedova per la terza volta, fu privata, dopo un breve periodo di tregua concessole dal papa, impegnato nelle difficili vicende della guerra del Vespro, di ogni diritto feudale con bolla del 3 marzo 1303 e costretta a sposare Nello de' Pannocchieschi.

Il provvedimento papale si giustificava formalmente perché l'A. aveva ceduto a Enrico e Bonifazio di Santafiora alcune terre dell'abbazia di S. Anastasio ad Aquas salvias,di cui godeva l'enfiteusi e che passò al nipote del pontefice, Benedetto Caetani.

Morto Bonifacio VIII, l'A. si separò dal Pannocchieschi e si rifugiò a Roma presso le figlie Anastasia e Maria, mentre le terre della contea erano corse da Nello e dalle soldatesche di Orvieto, che si era preoccupata dei tentativi compiuti dal signore di Pietra di ricostituire, ai danni del Comune, l'unità territoriale della contea. Nel 1313 l'A. si recò ad Orvieto, dietro assicurazione di quel Comune, per abitare in un palazzo di sua proprietà; ma presto ne ripartì, adducendo a pretesto l'inadempienza degli Orvietani a certi patti con lei stipulati. Nonostante che avesse fatto ricorso ai senatori di Roma, l'A. non ottenne che Orvieto cedesse e prima di morire vide assegnata definitivamente la sua contea a Benedetto Caetani. L'A. morì in epoca e luogo imprecisati.

Solo leggenda è la tradizione ispirata ai celebri versi danteschi (Purg.V, vv. 133 ss.) che vorrebbe Nello de' Pannocchieschi uxoricida nella persona di Pia de' Tolomei per amore dell'Aldobrandeschi.

Fonti e Bibl.: Cronica Antiqua (Annales Urbe vetani),in Rer. Italic. Script.,2 ediz., a cura di L. Fumi, XV, 5, pp.125-136; Cronica Potestatum (Annales Urbevetani), ibid.,pp. 137-182; Cronaca di Luca di Domenico Manenti, ibid.,pp.269-414; G.Tommasi, Dell'Historia di Siena,Venezia 1625; Regesto di Atti originali per la giurisdizione del Comune,in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XV, 5,a cura di L. Fumi, pp. 97-123; G.Caetani, M. A. e i Caetani,in Arch. d. soc. romana di storia patria,XLIV (1921), pp. 5-36; A. Lisini, La contessa palatina M. A. signora del feudo di Sovana,Siena 1933; G.Ciacci, Gli Aldobrandeschi nella storia e nella Divina Commedia,I, Roma 1935, passim.

CATEGORIE
TAG

Guido di montfort

Benedetto caetani

Guerra del vespro

Stato pontificio

Napoleone orsini