MARIANO di Lacon Gunale

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 (2008)

MARIANO di Lacon Gunale

Barbara Fois

MARIANO di Lacon Gunale. – Giudice di Torres, primo di questo nome, nacque prima del 1065 se è lui il Mariano nipote di Barisone che in quell’anno compare col nonno nel «condaghe» (il registro patrimoniale) di Silki, per una donazione ai benedettini di alcune chiese. In un’altra scheda dello stesso condaghe compare con la moglie Susanna de Zori (o Thori) e col figlio Costantino.

È verosimilmente M. il Mariano giudice di Torres destinatario, con gli altri tre giudici sardi – Orzocco d’Arborea, Orzocco di Cagliari e Costantino di Gallura – di una lettera di Gregorio VII del 14 ott. 1073, nella quale il papa consiglia o, piuttosto, ordina loro di sottomettersi alla Chiesa di Roma, pena gravi pericoli per la libertà dei loro Stati.

Nel 1082 un giudice di Torres di nome Mariano donò, con la moglie Susanna e con il figlio Costantino, la chiesa di S. Michele di Plaiano e le altre che da questa dipendevano alla chiesa di S. Maria di Pisa; questo Mariano è certamente lo stesso del condaghe di Silki.

Questi sono i dati che risultano dai documenti; sulla figura di questo giudice vi sono quindi diversi dubbi, che nascono da un conflitto insanabile fra i dati offerti dalla documentazione e quanto scritto dagli storici di diverse epoche. Addirittura il dubbio maggiore riguarda proprio l’identità di Mariano, che alcuni storici darebbero come il primo di questo nome e altri come il secondo, incertezza non risolvibile.

Secondo lo storico cinquecentesco sassarese G.F. Fara il Mariano menzionato nella citata lettera di Gregorio VII (che Fara data al 1074) sarebbe il primo, mentre il secondo sarebbe quello che compare come primo nella cronaca apografa (ma forse anche apocrifa) nota come Libellus iudicum Turritanorum.

Tre secoli più tardi lo studioso sassarese P. Tola, nel suo Dizionario biografico…, fuse la figura di Mariano (I) e quella di Mariano (II), segnalate da Fara, in una sola persona, attribuendogli l’identità che Fara dà al proprio Mariano (II). Tola non esplicita il motivo di questa fusione, ma è probabile che abbia seguito le indicazioni contenute nel Libellus iudicum Turritanorum, più volte citato dallo stesso Fara.

Il Mariano del Libellus, infatti, come il Mariano (II) di Fara, è figlio di un certo Andrea Tanca, giudice di Torres in un tempo imprecisato. Il Libellus racconta anche che Mariano rimase orfano in tenera età, ma che fu eletto lo stesso come giudice «pro su bonu signu (sinnu) de sa mamma», cioè per il buon senso, per le capacità di equilibrio e di assennatezza di sua madre. Ancora ricorda il Libellus che da giovane Mariano era dedito al vino, ma sua madre lo curò con una medicina che lo fece diventare astemio. Ma, prosegue il racconto, era tanta l’acqua che beveva che divenne enorme, al punto che lo portavano in giro sopra un carro e doveva stare sempre a contatto con l’acqua, tanto che in estate stava a S. Maria de Campu Longu e faceva arrivare l’acqua fin dentro la chiesa e sopra il suo corpo, perché non tollerava il caldo estivo. Egli era comunque un saggio sovrano, che governò con rettitudine e giustizia, seguendo le leggi, e fu molto amato dal suo popolo. Fondò il monastero di S. Michele di Plaiano e la chiesa di S. Maria di Castra e sua moglie fondò S. Pietro di Silki e il fratello di sua moglie S. Maria di Tergu. Mariano ebbe un figlio di nome Costantino che fu a sua volta eletto giudice di Torres.

Fin qui le notizie contenute nel Libellus. A queste Tola aggiunge altre notizie di cui si ignora la fonte: rimasto orfano di padre ancora minorenne, Mariano governò con la reggenza della madre e di Zerchis, magnate del Giudicato di Torres; fu poi «re pacifico, religioso e liberale oltre modo nell’accrescere lo splendore del culto esterno»; sposò Susanna Gunale o de Zori, morì nei primi anni del sec. XII e fu sepolto nella chiesa maggiore di S. Maria d’Ardara. Gli è attribuita una seconda moglie chiamata Giusta, notizia che sembra confermata da un diploma del 1147 di Gonnario (II), che tra i suoi ascendenti cita «Mariano e Giusta di Torres ma non sarebbe improbabile che la stessa Susanna Gunale per l’eccellenza delle sue virtù fosse appellata antonomasticamente Giusta, e che poi un tal nome passasse come più onorifico alla memoria dei posteri» (Tola).

Un altro storico sassarese, G. Bonazzi, nella sua edizione del condaghe di S. Pietro di Silki fornisce anche una genealogia dei giudici turritani, nella quale è sovvertito ancora una volta l’ordine dato da Fara e vi compare per la prima volta un Barisone, mai citato fino a quel momento, che Bonazzi trae dalle schede del suo condaghe. Barisone sarebbe il padre di Mariano (I), sposo di una Susanna de Zori e padre di un giudice Costantino. Le schede del condaghe di Silki in cui compare Barisone non sono datate, ma le donazioni delle chiese di S. Maria di Bubalis e di S. Elia di Montesanto fatte ai monaci benedettini (che compaiono anche nelle cronache cassinesi dell’epoca dell’abate Desiderio; cfr. Saba) le collocherebbero intorno al 1065. Nell’atto relativo a quelle donazioni compare non solo Barisone, ma anche suo nipote Mariano, come già ricordato.

Anche secondo la Serie cronologica dei giudici sardi di D. Scano M. sarebbe nipote di Barisone, marito di Susanna de Zori (o Thori) e fratello di Pietro de Serra e di una certa Giorgia. Sarebbe stato presente all’atto di donazione fatto dal nonno Barisone nel 1065, sarebbe il destinatario della lettera di Gregorio VII e sarebbe lo stesso giudice Mariano che, il 18 marzo 1082, donò la chiesa di S. Michele di Plaiano alla chiesa di S. Maria di Pisa. Scano non prende in considerazione i primi giudici segnalati da Fara e così tutti gli altri studiosi dopo di lui.

Anche F.C. Casula e L.L. Brook, nelle Genealogie medioevali di Sardegna, seguono il sentiero tracciato dal Tola e anch’essi fondono in un’unica figura i due Mariano citati da Fara.

Recentemente R. Turtas, seguendo la cronotassi dei giudici logudoresi dello storico sassarese M.G. Sanna, conferma l’esistenza di Mariano (I) come nipote di Barisone, marito di Susanna e padre di Costantino, ma non entra nella questione dei due Mariano.

Fonti e Bibl.: Codex diplomaticus Sardiniae, a cura di P. Tola, I, Augustae Taurinorum 1861, sec. XI, doc. X, p. 156 (lettera di Gregorio VII); Il condaghe di S. Pietro di Silki, a cura di G. Bonazzi, Sassari 1900, p. XXIX; Libellus iudicum Turritanorum, a cura di A. Sanna, Cagliari 1957, pp. 13 s.; Il condaghe di S. Pietro di Silki, a cura di I. Delogu, Sassari 1997, pp. 56, 58, 62; G.F. Fara, De chorographia Sardiniae libri duo - De rebus Sardois libri quattuor, a cura di L. Cibrario, Augustae Taurinorum 1835, p. 225; P. Tola, Diz. biografico degli uomini illustri di Sardegna, II, Torino 1838, pp. 221 s.; A. Saba, Montecassino e la Sardegna medievale, Montecassino 1927, pp. 133 s.; D. Scano, Serie cronologica dei giudici sardi, in Arch. stor. sardo, XXI (1939), pp. 80 s.; E. Putzulu, Costantino (I) di Torres, in Diz. biogr. degli Italiani, XXX, Roma 1984, pp. 338-340; Id., Costantino (II) di Torres, ibid., pp. 340 s.; Genealogie medioevali di Sardegna, a cura di L.L. Brook et al., Cagliari-Sassari 1984, pp. 82 s.; M.G. Sanna, Studio preparatorio per l’edizione critica del condaghe di S. Pietro di Silchi: la cronotassi dei giudici di Torres, Sassari 1998, ad ind.; R. Turtas, I giudici sardi del secolo XI: da G.F. Fara, a D. Scano e alle Genealogie medievali di Sardegna, in Studi sardi, XXXIII (2000), pp. 211-275; M.G. Sanna, La cronotassi dei giudici di Torres, in La civiltà giudicale in Sardegna nei secoli XI-XIII. Fonti e documenti scritti a cura dell’Associazione «Condaghe S. Pietro in Silki». Atti del Convegno di studi… 2001, Sassari 2002, pp. 97-113.