Walras, Marie-Esprit-Léon

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

Walras, Marie-Esprit-Leon

Bruna Ingrao

Walras, Marie-Esprit-Léon Economista francese (Évreux 1834 - Clarens, Losanna, 1910), figlio di Auguste (1801-1866), professore all’Università di Losanna (1870-92). Considerato tra i fondatori del marginalismo (➔) negli anni 1870 concepì il modello di equilibrio economico generale per descrivere l’interdipendenza dei mercati in libera concorrenza (➔ equilibrio competitivo) e discusse temi di giustizia sociale, economia applicata, politica monetaria.

Il pensiero di Walras

W. definì ‘ricchezza sociale’ l’insieme dei beni scarsi, cioè utili e disponibili in quantità limitata rispetto ai bisogni e introdusse la nozione di rareté (scarsità) per denotare l’utilità marginale (➔ utilità - La rilevanza del concetto di utilità nella teoria economica). Studiò il coordinamento nel mercato delle scelte ottimali di consumo e di produzione degli agenti economici, che classificò in senso funzionale come proprietari di capitali naturali, capitali personali e capitali propriamente detti (beni capitali prodotti), affidando alla figura astratta dell’imprenditore, senza profitti né perdite in equilibrio, l’organizzazione del settore produttivo. Nei suoi Éléments d’économie politique pure (2 voll., 1874-77), W. analizzò modelli teorici di complessità crescente: dal puro scambio, allo scambio con produzione e con formazione di capitali nuovi, fino a includere la domanda desiderata di scorte monetarie, importante contributo alla teoria della moneta. L’economia politica pura, secondo W., consente di esaminare in linguaggio matematico la determinazione dei prezzi, indicatori di scarsità relativa, in mercati ideali di concorrenza perfetta, modello d’organizzazione sociale sostenibile, che riflette il criterio della giustizia commutativa. W. definì il tâtonnement (➔) processo virtuale di aggiustamento dei prezzi (espressi nel numerario) all’equilibrio, in un sistema di mercati d’asta senza ‘attriti’ guidato da un banditore. Lo concepì come immagine teorica dell’autoregolazione dei mercati, spontaneamente condotti in equilibrio dai segnali di prezzo, benché per ipotesi gli scambi avvengano solo ai prezzi di equilibrio, senza apprendimento, errori o costi di transazione, né innovazioni. Pensatore riformatore di impostazione socialista liberale, per sua stessa definizione, W. riteneva che il sistema di mercato dovesse essere integrato da norme di giustizia distributiva, quali la proprietà pubblica dei suoli e l’abolizione dell’imposizione personale sui redditi. Altri temi a lui cari, dopo l’economia politica ‘pura’, e a questa complementari, sono l’economia politica ‘applicata’, che tratta l’efficienza nella produzione della ricchezza (Études d’économie politique appliquée,1898) e l’economia ‘sociale’, che valuta la giustizia distributiva (Études d’économie sociale, 1896).

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