BETTI, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 9 (1967)

BETTI, Mario

Enrico Cingolani

Nato a Bagni di Lucca il 21 marzo 1875 da Adelson e Dalmansina Amadei, fratello gemello del violinista Adolfo, proveniva da famiglia di farmacisti che aveva esercitato questa professione fin dagli inizi del sec. XVIII. Nel 1892 si iscrisse al corso di diploma in farmacia nell'università di Pisa, ma un anno dopo passò a quello di laurea in chimica e farmacia, rinunciando così a proseguire la professione patema. L'ambiente di Pisa, dove il B. si laureò nel 1897 e dove restò come assistente per un anno, influì assai sulla sua prima formazione chimica. In questo anno di assistentato nell'Istituto di chimica diretto da P. Tassinari lavorò con R. Schiff, impegnandosi in ricerche di chimica organica sugli eterociclici pentaatomici

Nel 1898 il B. passò come aiuto alla cattedra di chimica generale dell'Istituto chimico dell'università di Firenze diretto da U. Schiff. La sua attività in questa sede era da poco iniziata, quando, essendo lo Schiff costretto a un lungo periodo di riposo, egli si trovò a dirigere l'Istituto e ad insegnare. Dopo un decennio di proficua attività a Firenze, fu nominato nel 1908 professore di chimica generale all'università di Cagliari, ove rimase per due anni, durante i quali si occupò principalmente della costruzione e dell'allestimento del nuovo Istituto chimico. Nel 1910 passò alla cattedra di chimica farmaceutìca dell'università di Siena; durante il decennio successivo assunse in quelruniversità le cariche di preside di facoltà e di rettore.

Nel 1921 il B. fu chiamato alla cattedra di chimica farmaceutica di Genovapassò poi nel 1923 alla cattedra di chimica generale dell'università di Bologna. succedendo a G. Ciamician. Qui organizzò il nuovo Istituto chimico, che era stato fatto costruire dal predecessore, e in pochi anni restituì alla sede bolognese una fervida attività scientifica. Nominato socio nazionale della Accademia dei Lincei e quindi socio aggregato alla Accademia d'Italia, membro dell'Accademia dei XI, e della Accademia delle Scienze di Torino, il B. fu presidente dell'Accadei:nia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, dove era entrato nel 1924, vicepresidente dell'Associazione italiana di chimica, e, dal 20 ott. 1939, senatore.

Ebbe come collaboratori S. Berlingozzi, G. B. Bonino, E. Lucchi, P. Pratesi.

Nelle sue ricerche il B. si occupò prevalentemente di chimica organica. La chimica dei composti eterociclici, alla quale i più illustri chimici dell'epoca in Italia apportavano contributi di primissimo ordine, fu uno dei cainpi di ricerca da lui preferiti. Durante il periodo fiorentino scoprì e studiò una nuova reazione generale di sintesi di derivati eterociclici basata sulla condensazione dei naftoli con aldeidi aromatiche e ammine primarie, ottenendo derivati nafto-isossazinici. Tale reazione fu poi indicata come "reazione di Betti".

Il B. si occupò anche di chimica naturalistica e di chiniica idrologica: già a Siena aveva iniziato questi studi, che continuò poi con passione fino all'ultimo e che lo portarono a illustrare l'idrologia delle varie regioni italiane, tra cui il Trentino, l'Alto Adige, l'Emilia e la Romagna. In questo campo compì anche ricerche sulle acque minerali e termali dì Bagni di Lucca e su quella di Fiuggi.

Le ricerche principali, che apportarono un contributo fondamentale e decisivo allo sviluppo della chimica, furono quelle sui rapporti fra costituzione chimica e potere rotatorio. Su questo argomento il B. pubblicò tra il 1907 e il 1932una decina di memorie sperimentali, parte sulla Gazzetta chimica italiana (1907-1923), parte (1925-1933)sulle Mem. dell'Acc. delle scienze dell'Ist. di Bologna e in altri periodici italiani e stranieri. Egli fu tra i primi a riconoscere che le cause che influiscono sul segno e sulla grandezza del potere rotatorio sono molteplici e non tutte facilmente appurabili. Per questo indirizzò i suoi studi sull'influenza del carattere chimico dei sostituenti del carbonio asimmetrico. Con essi dimostrò che il potere rotatorio delle sostanze organiche non dipende, come sosteneva il Guye, dalla massa dei quattro gruppi fra loro diversi che sono uniti all'atomo di carbonio asimmetrico, bensì dal loro carattere costitutivo, o meglio dalla loro fimzione chimica. Nel corso di queste ricerche sintetizzò numerosi derivati aldeido-amminici, tutti riferiti alla stessa base rotatoria, alfanaftol-benzilammina (" base di Betti"), trovando che l'andamento dell'influenza dei vari radicali legati al carbonio asimmetrico sul potere rotatorio è parallelo a quello della castante di dissociazione degli acidi carbossilici sostituiti dallo stesso radicale. Questa relazione ("relazione di Betti") costituisce uno degli apporti più importanti nel campo della chimica organica generale dei primi decenni del secolo. Gli sviluppi successivi di queste ricerche permisero al B. di stabilire inoltre rapporti tra il momento elettrico molecolare e il potere rotatorio delle molecole organiche.

Il B. si occupò ancora di scissioni in antipodi ottici dei prodotti racemici, e negli ultimi due lustri della sua vita rivolse la sua attenzione all'attività ottica nell'ambito delle trasformazioni biologiche.

Ma i problemi che maggiormente suscitarono il suo interesse furono quelli connessi con la stereochimica dei prodotti asimmetrici. Quelli naturali, come è noto, assumono generalmente una delle configurazioni antipodiche, a differenza di quelli sintetici, che sono dei racemi. Particolarmente vivo era a quel tempo il problema dell'origine biologica dellimpronta rotatoria e varie ipotesi erano state formulate sulla natura dei fattori che la determinano. Il B., riprendendo l'ipotesi già accennata dal Pasteur nel 1884 e accolta in seguito da altri ricercatori, fra i quali W. Kuhn, che le sintesi o scomposizioni asimmetriche fossero provocate da forme asimmetriche di energia, si servì della luce polarizzata circolarmente per realizzare per la prima volta una sintesi asimmetrica. L'originalità del suo procedimento risiedeva soprattutto nell'uso di prodotti di partenza gassosi, in modo da eliminare le notevoli forze intermolecolari proprie dello stato liquido. Il B. affrontò l'ultima parte di questo lavoro quando già le sue condizioni di salute lasciavano molto a desiderare. Nel 1942, pochi giorni prima della sua scomparsa, comunicava all'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna (M. B. e E. Lucchi, Ricerche sulla sintesi asimmetrica assoluta, in Mem. dell'Accad. delle Scienze dell'Istituto di Bologna, IX[1941-1942], pp. 203-209) i risultati positivi ottenuti nella prima sintesi asimmetrica totale e assoluta della chimica organica.

Partendo da propilene e cloro il B. sintetizzò l'1,2-dicloropropano: con luce polarizzata circolarmente a destra ottenne un prodotto lievemente, ma nettamente e stabilmente, destrogiro; e con luce polarizzata circolarmente a sinistra, in misura pressocché eguale, un prodotto levogiro. Le condizioni sperimentali, l'andamento cinetico della reazione e i risultati constatati confermarono l'avvenuta sintesi asimmetrica totale. Anche di fronte alla necessità di non escludere in modo assoluto la formazione dei racemo e la successiva scomposizione, restò affermato il principio che il fattore di asimmetria interviene in concomitanza col processo sintetico.

Con le sue ricerche sulla sintesi asimmetrica assoluta, che confermarono la validità dell'ipotesi naturalistica dell'asimmetria e che lo portarono ad affermare che, anche nel settore dell'asimmetria molecolare, il vecchio concetto di vis vitalis doveva considerarsi decaduto, si chiudeva l'attività scientifica del B., il quale morì, poco dopo, a Bologna il 13 maggio del 1942.

Opere: Le memorie scientifiche del B., che sono più di centotrenta, sono state pubblicate principalmente suiperiodici seguenti: Gazzetta chimica italiana, Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, Memorie dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, Atti della Società italiana per il progresso delle scienze, Berichte der deutschen chemischen Gesellschaft.

Bibl.: S. Berbuozzi, M. B., in Gazz. chimica ital., LXXXIII(1953), p. 693-719 (con elenco delle pubblicazioni); G. B. Bonino, Commemorazione di M. B., in Atti della Reale Accademia d'Italia (Rendiconti), classe di scienze fisic. mat. e nat. IV (1942-1943), p. 245-255; A. Coppadoro, I chimici ital. e le loro associazioni, Milano 1961, p. 300; Id., necr., in La chimica e l'industria, XXIV (1942), p. 187.

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