CASTELNUOVO TEDESCO, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)

CASTELNUOVO TEDESCO, Mario

Cesare Orselli

Nacque a Firenze il 3 apr. 1895 da Amedeo e Noemi Senigaglia, in una fami,glia di banchieri ebrei. Dalla madre ricevette le prime lezioni di pianoforte, per poi passare all'istituto musicale Cherubini della sua città, dove studiò pianoforte con E. Del Valle Paz e composizione con I. Pizzetti, che, giunto a Firenze da Parma nel 1908, era il musicista più significativo del momento, attivo nella vita culturale della città toscana, partecipe dei circoli intellettuali che si raccoglievano intorno alle riviste Dissonanza, fondata da G. Bastianelli, e La Voce, diretta da G. De Robertis. Ottenuto nel 1914 il diploma di pianoforte e nel 1918 quello di composizione, il C. iniziò subito una brillante carriera come concertista (si ricorda, particolarmente significativa, una tournée, voluta da A. Casella, con Les Noces di Stravinskij, nel 1927) e come pianista collaboratore (fra i solisti più insigni: Madeleine Grey - già al primo festival di musica contemporanea di Venezia -, Lotte Lehmann, Elisabeth Schumann, Gregor Pjatigorskij). Contemporaneamente il C. svolse un'intensa attività come critico e saggista sulle maggiori riviste musicali (Il Pianoforte, La Critica musicale, Musica d'oggi, Rivista musicale italiana):i suoiscritti, tutti dedicati a compositori contemporanei (De Falla, Stravinskij, Pizzetti, Casella) lo segnalano come una delle intelligenze più vive della nuova generazione.

Ma già nel 1909 il C. aveva esordito in quello che sarà il suo maggior campo di attività, la composizione, con una Sonata inglese per pianoforte, che precede di un anno Cielo di settembre, di solito considerata la sua opera prima. Appena diplomato, nel 1919 vinse il primo premio a un concorso indetto dalla rivista Il Pianoforte con la pagina pianistica Cantico per una statuetta di s. Bernardino di Niccolò dell'Arca;segnalato con favore dal suo stesso maestro (Pizzetti su La Nazione)e dalle voci più autorevoli della critica (Pavolini, Bastianelli, Gatti, Valabrega), sostenuto dall'editore Bellenghi della casa editrice Forlivesi di Firenze, che ne stamperà le maggiori opere fino agli anni Trenta, il C. divenne uno degli esponenti riconosciuti della avanguardia. Già nel 1922 era presente con alcune liriche da, camera al primo Festival di musica moderna di Salisburgo, e da allora sue opere appariranno regolarmente alla Biennale di Venezia, nei festival della, Società internazionale di musica contemporanea, nei programmi del Maggio musicale fiorentino.

La vicenda artistica del C., per gli anni che vanno fino al 1938, s'identifica con le sue affermazioni come compositore, sempre più a livello internazionale (l'attività critica, dopo il '30, si dirada notevolmente, anche se sono da segnalare notevoli contributi sul neoclassicismo e su Casella pubblicati da Pégaso). A Firenze, dalla quale il C. non si allontanò quasi mai, costituiva un polo della vita musicale (dopo essere stato corrispondente per Il Pianoforte con una mensile "Lettera da Firenze", il C. venne chiamato a far parte della commissione che affiancava V. Gui nella programmazione della Stabile fiorentina, la futura orchestra dei Maggio musicale); ma la sua fama di compositore si estese rapidamente, in Europa e soprattutto in America. Se la sua prima produzione era stata prevalentemente cameristica (liriche e pagine per pianoforte), già nel 1925 egli risultò vincitore dei concorso lirico nazionale con l'opera La Mandragola, tratta dalla commedia del Machiavelli, che venne rappresentata alla Fenice di Venezia nel 1926 e, in una nuova versione in due atti, a Wiesbaden nel 1928. Alla Scala, nel 1931, ebbe la sua prima il Bacco in Toscana su testo, del Redi (di cui l'eco giunse anche sulle riviste francesi: si veda l'articolo di G. M. Gatti per La Revue musicale);per il Maggio musicale fiorentino il C. scrisse le musiche di scena per il Savonarola di R. Alessi (1935) e per I giganti della montagna di L. Pirandello (che verranno però eseguite in forma di concerto da G. Marinuzzi nel 1938, a causa dei dissensi sorti, dopo la morte di Pirandello, fra il regista dello spettacolo e l'autore delle musiche).

Le sue opere sinfoniche vennero tenute a battesimo dai più grandi interpreti e direttori: il Concerto per violino "I Profeti da J. Heifetz e Toscanini a New York nel 1933; il Concerto per violoncello da G. Pjatigorskij e Toscanini nel 1935; il II Concerto per pianoforte da John Barbirolli (solista l'autore), lo stesso che dirigerà la prima dell'ouverture shakespeariana King John e degli Indian Songs and Dances. Il C. fu praticamente l'unico autore italiano contemporaneo che Toscanini diresse - ricordiamo ancora le prime de Il racconto d'inverno (Vienna 1938) e del Sogno di una notte di mezza estate (1945) - e al grande direttore il C. dedicò infatti l'ouverture per Il mercante di Venezia. Da ricordare infine il celebre chitarrista Andrès Segovia, che porterà al successo le maggiori composizioni del C. (a cominciare dal Concerto per chitarra, Montevideo 1939) e lo indurrà a dedicarsi attivamente a questo strumento con una messe di opere che costituiscono forse il contributo più cospicuo dato da un musicista del Novecento alla letteratura per chitarra.

Quando in Italia il regime fascista promulgò le leggi razziali, il C. fu costretto nel 1939 con la famiglia (aveva sposato dal 1924 Clara Forti) a rifugiarsi negli Stati Uniti. Visse inizialmente a Larchmont nello Stato di New York; due anni dopo egli si stabilì nella città di Los Angeles dove, in un ambiente di esuli, allacciò fecondi rapporti di amicizia e di lavoro, riprendendo anche legami nati negli anni Trenta. La sua attività di compositore non subì arresti, nonostante i disagi della guerra e della situazione di esilio: durante gli anni del secondo conflitto mondiale il C. scrisse per orchestra, per voce. per complessi cameristici: si ricordano, fra le molte opere, l'ouverture per il Sogno... shakespeariano, il balletto The Birthday of the Infanta da O. Wilde; inoltre, nel 1944, quando, un ricco musicista di Los Angeles, Nathaniel Shilkret, chiese ad alcuni compositori di scrivere brani per illustrare la Genesi, il C. partecipò, accanto a Stravinskij, Schoenberg, Milhaud, con L'arca diNoè.

Nel 1946 ottenne la cittadinanza americana, e nello stesso anno divenne insegnante di composizione al conservatorio di Los Angeles: dalla sua scuola uscirono André Previn e Jerry Goldsmith. Da allora il C. svolse la sua attività quasi esclusivamente negli Stati Uniti, da dove si distaccò solo per qualche breve viaggio in Toscana. Scriveva molta musica per film - il mondo del cinema lo aveva sempre affascinato: i due Film Studies (Charlot e Mickey Mouse) sono del 1931 e le Stars (quattro ritratti pianistici di G. Garbo, D. Durbin, M. Dietrich, S. Temple) risalgono al 1940 - collaborando, fra l'altro, con René Clair per Dieci piccoli indiani; Katherine Dunharn ideò scenario e coreografia per il suo Octoroon Ball (1948). Tenne conferenze in università e ricevette riconoscimenti da istituzioni musicali e culturali d'America e d'Italia.

Nel 1952 la sua città natale mise in scena, nell'ambito del XV Maggio musicale fiorentino, la "cantafavola" Aucassin et Nicolette. Nel 1958 alla sua opera Il mercante di Venezia, coronamento di un lungo amore shakespeariano, venne conferito il premio Campari in un concorso indetto dalla Scala di Milano; e sarà ancora Firenze la città della prima rappresentazione assoluta, nel quadro del XXIV Maggio musicale (1961).

L'impegno compositivo del C. si prolungò fino agli ultimissimi anni: da segnalare l'opera da camera L'importanza di essere Onesto (da Wilde), un ciclo di cantate bibliche (di cui il Cantico dei Cantici è stato eseguito nel 1963 dagli studenti della Hollywood High School) e la vasta produzione dedicata alla chitarra: in particolare Platero y yo, I capricci di Goya e l'impegnativo ciclo Les guitares bien temperées, ventiquattro preludi e fughe per due chitarre, alla maniera del Clavicembalo... bachiano.

II C. morì a Beverly Hills (California) il 16 marzo 1968.

La sua produzione è vastissima e abbraccia ogni genere musicale dal pezzo per pianoforte all'opera teatrale, dal concerto alla cantata, dalla sonata per strumento solista alla ouverture sinfonica, oltre a una messe di oltre duecento liriche per voce e pianoforte. La data del 1939, che separa in due epoche la sua vicenda umana, può essere assunta anche come discrimine fra due fasi della sua attività di compositore, ma sarebbe difficile, comunque, individuare la fase dell'apprendistato, il momento della piena maturità e quello della stanchezza: tale è la coerenza e la costanza delle scelte stilistiche e la fedeltà a certi canoni espressivi stabiliti una volta per tutte già nelle primissime pagine. Si suol dire che il C. procede per la strada tracciata da Pizzetti: ma del maestro (e se ne avvide quasi subito la critica più accorta) egli non accoglie se non un largo senso di aristocrazia spirituale, di eleganza formale. I "panni curiali", la solennità arcaica dei personaggi del teatro pizzettiano sono assai lontani dal più raccolto mondo del giovane C., specie dalle sue pagine per pianoforte e per voce. Vi è in lui una facilità melodica nuova., fresca, temperata da un'eleganza che fa pensare ai francesi (più a Ravel che a Debussy, per la precisione dei contorni e per la vivacità e varietà dei ritmi); il suo è un linguaggio moderno che accoglie, ad esempio, i movimenti di danza contemporanea (fox-trot, blues, ecc.), ma non rifugge dal recupero di un'espressività "tradizionale", potremmo dire neoromantica. Di fronte alle angosce del nostro tempo, il C. - nella sua giovinezza come. nella maturità - mantiene una sostanziale serenità (magari velata di una ironica malinconia), una capacità di abbandono al canto immediato che oggi, in un contesto storico tanto profondamente mutato, di segno esattamente opposto, appare singolarmente lontana, come atteggiamento stilistico e dimensione spirituale.

Facile comprendere perché le pagine dei C. più sicuramente vive, emblematiche del suo essere musicista, siano quelle pianistiche e le liriche scritte fra gli anni Venti e i Trenta: in esse, con spirito aristocratico, intriso di civiltà soprattutto fiorentina, egli trae ispirazione da momenti, personaggi, immagini della sua terra e della sua cultura (Petrarca, Vasari, Redi, Machiavelli), con raffinati innesti "popolari" (vedi le Stelle cadenti, stornelli toscani per voce e pianoforte) e delicato gusto paesistico (Alghe, Cipressi e Ilraggio verde, che apparve ai suoi tempi rivoluzionario e che D'Amico ritiene non possa mancare in una ideale antologia della musica italiana per pianoforte).

Sempre agli anni Venti appartengono i dodici volumi nei quali il C. raccolse in musica tutti i Songs contenuti nei testi teatrali di Shakespeare (1921-25): pagine esemplari per la finezza e varietà dell'invenzione melodica, per l'adesione puntuale del canto all'accento e al ritmo del testo inglese. D'ora in poi abbandonerà gli autori "minori" della sua prima lirica da camera e darà voce musicale alle più grandi creazioni della letteratura poetica universale, nei loro testi originali: da Orazio a Heine, da Shelley a Proust, da Byron a Valéry a Whitman a Gide a Milton.

Nella musica di più largo respiro - è ancora il D'Amico a scrivere - "la sua verve iniziale parve diminuire. La sua stessa tecnica orchestrale, pur eccellente, non pareggiava il suo pianismo, che era in lui quasi una seconda natura". Tuttavia, anche nel repertorio sinfonico, le pagine più brevi (come le dodici ouvertures per il teatro di Shakespeare) confermano le sue qualità inventive; mentre nelle opere più vaste egli cede talvolta a un melodismo troppo facile ed immediato, a morfemi tradizionali, adagiandosi su strutture che procedono un po' accademicamente. Negli anni Cinquanta, con l'affermarsi - in Europa e in America - della nuova avanguardia postweberniana, il C. sceglie la strada di un discreto isolamento; nel 1951 scrive un Preludio e Fanfara per organo (due studi dodecafonici), testimonianza della sua intelligenza sempre vigile, ma sarà solo un episodio, in una carriera condotta fino in fondo all'insegna di un moderato modernismo e rifuggendo da ogni infatuazione ideologizzante.

Nella sua vasta produzione gran posto hanno le opere teatrali, i balletti, le musiche di scena; ricordiamo: La Mandragola (Venezia 1926; nuova versione, Wiesbaden 1928); Bacco in Toscana, ditirambo per soli, coro, orchestra e mimi (Milano 1931); Aucassin et Nicolette, azione mimata con marionette, per soprano e undici strumenti (Firenze, Maggio musicale, 1952); The import. of being Earnest (New York 1975); All's well that ends well (non rappr. 1958); Il mercante di Venezia (Firenze, Maggio mus., 1961); Pesce turchino, balletto (Firenze, Maggio mus., 1937); Bas-Relief (La Reine Nefertiti), balletto (Parigi 1938); The Birthday of the Infanta, balletto da O. Wilde (New Orleans 1947); The Octoroon ball (non rappres. 1947); sono da ricordare inoltre le musiche di scena per Savonarola (Firenze, Maggio musicale, 1935); Igiganti della montagna (Firenze 1938, solo orchestra); Saul (non rappres. 1960); Morning in Iowa (Hollywood 1964). Tra gli oratori e le cantate: Naomi e Ruth (1947); Illibro di Ruth (1949); Il libro di Giona (1951); La regina di Saba (1955); La fornace ardente (1958); Il libro di Ester (1962); Il Cantico dei Cantici (1963); per orchestra e voce recitante: The princess and the pea (1943); L'arca di Noè (1945). Delle composizioni per orchestra ricordiamo: Cipressi (1931-39; orig. per pianoforte); Indian Songs and Dances (1942); 5Humoresques (1943); An American rhapsody (1943); le ouvertures per le seguenti opere di Shakespeare: La bisbetica domata (1930), La dodicesima notte (1933), Il mercante di Venezia (1933), Giulio Cesare (1934), Ilracconto d'inverno (1934), A Midsummer night's dream (1940), King Jonn (1941), Anthony and Cleopatra (1947), The tragedy of Coriolanus (1947), Much ado about nothing (1953), As you like it (1953) e inoltre Four dancer from Love's labours lost (1953). Delle composizioni per orchestra e strumento solista lasciate dal C. ricordiamo: Concerto italiano in sol minore per violino (1924); Concerto in sol per pianoforte (1927); I nottambuli (variazioni fantastiche per violoncello e orchestra (1927-60); Variazioni sinfoniche per violino (1928); I Profeti (II concerto per violino, 1931); Concerto per violoncello (1932-33); Concerto in fa per pianoforte (1936-37); Concerto per chitarra (1939); 3º Concerto per violino (1939); Poem (Larchmont Woods)per violino (1942); Serenade per chitarra (1943); Capriccio diabolico per chitarra (1945; versione per chitarra sola, 1935); Concerto da camera per oboe e archi (1950); Concerto per due chitarre(1962). Delle composizioni per orchestra e voce solista ricordiamo: Due liriche dal "Giardiniere" di R. Tagore (1917); Tre Fioretti di Santo Francesco (1919); 2Romances viejos (1934; originale per pianoforte, 1933); Three Shakespeare Duets (1938; originale per pianoforte, 1937); 6 Scottish Songs (da W. Scott, 1939); A Lullaby (1943). Il C. compose inoltre la seguente musica da camera: Trio in sol per pianoforte, violino, violoncello n. 1 (1928); Quartetto in sol per archi n. 1 (1929); Quintetto in fa per pianoforte e archi (1931-32); Trio in sol per pianoforte, violino, violoncello n. 2 (1932); Concertino per arpa, quartetto d'archi e tre clarini (1937); Quartetto in fa per archi n. 2 (1948); Guitar Quintet per chitarra e quartetto d'archi (1950); Piano Quintet n. 2 per pianoforte e quartetto d'archi(Ricordi della campagna toscana, 1951); Corale e variazioni per quattro corni (1952). Per violino e pianoforte compose: Signorine (1918); 3 Canti all'aria aperta (1919); Ritmi (1920); Capitan Fracassa (1920); Notturno adriatico (1924); Sonata, quasi una Fantasia (1929); The Lark (1930); Exotica (A rhapsody of the South Seas, 1934); Ballade (1940); La figlia del reggimento (fantasia su temi di Donizetti, 1941);per violoncello e pianoforte: Sonata (1928); Vocalise-Chant Hébraïque (1928); Notturno sull'acqua (1935); Scherzino (1935); Toccata (1935). Compose inoltre: Sonata per violino e viola (1945); Sonata per clarinetto e pianoforte (1945); Sonata per fagotto e pianoforte(1946); Sonata per viola e violoncello (1950); String Trio per violino, viola e violoncello (1950); Sonata per violino e violoncello (1950); Divertimento per due flauti (1943); per chitarra: Variazioni (attraverso i secoli)(1932); Sonata Omaggio a Boccherini (1934); Capriccio diabolico. Omaggio a Paganini (1935); Tarantella (1936); Aranci in fiore (1936); J'ai du tabac. Variations plaisantes sur un petit thème populaire (1937); Rondò (1946); Suite (1947); Fantasia (con pianoforte, 1950); Preludio in forma di Habanera (1954); Platero y yo (con narratore, 1960); 24 Capricci di Goya (1961); Les guitares bien temperées, ventiquattro preludi e fughe per due chitarre (1962); Passacaglia (1970); The Divan of Moses-Ibn-Ezra, ciclo di canti per voce e chitarra (1973); per pianoforte: Sonata inglese (1909); Cielo di settembre (1910); Primavera fiorentina (1911); Questo fu il carro della morte (1913); Lucertolina (1916); Il raggio verde (1916); Alghe (1919); I naviganti (1919); Cipressi (1920); Cantico (1920); La sirenetta e il Pesce turchino (1920); Vitalba e Biancospino (1921); Epigrafe (1922); Alt Wien (1923); Piedigrotta 1924 (1924); Le stagioni (1924); Le danze del re David (1925); 3 Corali su melodie ebraiche (1926); Tre poemi campestri (1926); Sonata (1928); Passatempi (1928); b-a-ba (1929); Crinoline (1929); Fantasia e fuga sul nome di Ildebrando Pizzetti (1930); Media difficoltà (1930); 2 Film Studies (1931); Mi-la (sul nome di M. Mila, 1931); Tre preludi alpestri (1935); Onde (1935); Stars (1940); Nocturne in Hollywood (1941); Hommage à Paderewsky (1941); Candide. Six illustrations pour le roman de Voltaire (1944); Napolitana per due pianoforti (1945); Suite nello stile italiano (1947); Evangelion. La storia di Gesù narrata aifanciulli (1949); 6 Canoni (1950); Preludio e Fanfara. Due studi dodecafonici per organo (1951). Compose inoltre la seguente musica vocale per voce e pianoforte: Le Roi Loys (1914); Ninna Nanna (1914); Stelle cadenti (1915); Coplas (1915); Briciole (A. Palazzeschi, 1917); Il libro di Dolcina (1917); Girotondo dei golosi (1920); Etoile filante (di G. J. Aubry, 1920); L'Infinito (di G. Leopardi, 1921); Sera (di Dante, 1921); 33 Shakespeare Songs (1921-25); Piccino Picciò (di C. Pavolini, 1922); Ballata (da A. Poliziano, 1923); La barba bianca (1923); 2 Preghiere per i bimbi d'Italia (1923); La sera fiesolana (di G. D'Annunzio) con violoncello (1923); 8 Scherzi per musica (di F. Redi, 1924-25); 1830 (di A. de Musset, 1925); Indian Serenade (di P. B. Shelley, 1925); Heine Lieder (1926-29); 4Sonetti dalla "Vita nova"(1926); 3Sonnets from the Portuguese (di E. Barrett-Browning, 1927); Cadix (di A. de Musset, 1926); Villa Sola (1927); Ore sole (di A. Palazzeschi, 1928); 3Vocalizzi (1928); 6Odi di Orazio (1930); Ballade des biens immeubles (di A. Gide, 1931); 2Sonetti del Petrarca (1933); Petrarca-Chopin (madrigali per coro e pianoforte, 1933); 2Romances viejos (1933); Ballade des plus célèbres amants (di A. Gide, 1934); 2Rondes (di A. Gide, 1934); 3Poèmes de la Pléiade (1934); La Ermita de San Simon (1934); Lauda di Nostra Donna (1935); 2Romances viejos (1935); Chanson à boire (di Rabelais, 1936); 3Fragments de M. Proust (1936); Leaves of grass (di W. Whitman, 1936); Louisiana (di W. Whitman, 1936); Ocean (1936); Féeries (di P. Valéry, 1936); Charmes (di P. Valéry, 1936); Un sonetto di Dante (1939); Pansies (di D. H. Lawrence, 1939); Recuerdo (1940); Tavern (1940); The Legend of Jonas Bronck (1940); New Vork (1940); Upon his blindness (di Milton, 1941); Sweet spring (1941); My love's like a red rose (di R. Burns, 1941); 2Byron songs (1941); 2Stevenson songs (1941); 2Kipling songs (1942); Le rossignol (1942); Ozymandias (di P. B. Shelley, 1944); The daffodils (di W. Wordsworth, 1944); The shadow (di Ben Johnson, 1944); 28 Shakespeare sonnets (1944-45); Il bestiario (di A. Loria, 1946-60); 5 Poesie romanesche (1946); De amico ad amicam (1947);e le seguenti composizioni per coro: 2Madrigali a Galatea (1914); Fuori i barbari (1915); 2Canti greci (di N. Tommaseo, 1916); 2Laudi (dal Savonarola, 1935); Lechò dodi, con tenore solista (1936); Goccius (Laudi di Sant'Efisio), con soprano solista (1937); Keats songs (1942); Upon Westminster bridge (di W. Wordsworth, 1942); Le rossignol (1942); Sacred service (for the Sabbath Eve)con baritono solista (1943); Liberty, mother of exiles (1944); The owl (di A. Tennyson, 1945); Aubade (1945); Carol for Candlemas day (1945); To his son (1945); Venice (di W. Wordsworth, 1946); Addenda to the "Sacred service" (1950); 2Longfellow songs (1950), Songs and processionals for a Jewish wedding (1950); Romancero gitano (di G. Lorca) per 4 voci e chitarre (1951); 4 Christina Rossetti songs (1951); 3 Shelley songs (1951); Naaritz'cho per cantore, coro e organo (1952).

Ha inoltre composto molta musica per film, eseguito trascrizioni da Pizzetti, Bach, Rossini, Mozart, Chopin, Ravel.

Del C. ricordiamo i seguenti scritti: La Pisanella, in La Critica musicale, II (1919), 7, pp. 157-69; Ildebrando Pizzetti e la sua musica corale, in Il Pianoforte, II (1921), pp. 233-39; La sonata per violino e pianoforte di I. Pizzetti, ibid., pp. 1-5;"Undici pezzi infantili" di Casella, ibid., pp. 376 s.; La sonata per violoncello di Pizzetti (Lettera da Firenze), ibid., III (1922), pp. 21-23; Quartetti di Reger, Schönberg, Malipiero (Lettera da Firenze), ibid., pp. 154 ss.; "Dèbora e Jaéle" di I. Pizzetti alla Scala, in Musica d'oggi, V (1923), 1, pp. 1-6; Manuel de Falla, in IlPianoforte, IV (1923) pp. 8-16, poi in Manuel de Falla, a cura di M. Mila, Milano 1962, pp. 97-113; Il quartetto moderno, in La Critica musicale, VI (1923), 2, pp. 59-69; Casella e il suo terzo stile, in Il Pianoforte, VI (1925), pp. 241-47; Leggendo "Les noces" di Strawinsky, ibid., VIII (1927), pp. 15-25; Neoclassicismo musicale, in Pégaso, I (1929), 2, pp. 197-204; Malipiero e le sue "Sette canzoni", Roma-Milano 1929, pp. 47 ss.; Difesa (ovvero elogio funebre) del Pianoforte, in Pégaso, III (1931), pp. 232 ss.; Casella operista, ibid., IV (1932), pp. 481-88; La II Biennale di musica a Venezia, in Scenario, I (1932), pp. 30-35; Music and Poetry. Problems of a song-writer, in The Musical Quarterly, XXX (1944), pp. 102-11; Incontri letterari, in Letteratura, III (1955), pp. 53-65; A. Casella, in La Rassegna musicale, XXVII (1957). pp. 201-204; Pizzetti visto da lontano, in La città dannunziana a I. Pizzetti, a cura di M. La Morgia, Pescara-Milano 1958, pp. 157-63; Confessioni di un autore:"Il mercante di Venezia", in Numero unico per il XXIV Maggio musicale fiorentino, Firenze 1961, pp. 23-26; Melodia, in Enciclopedia della musica Ricordi, III, Milano 1964, pp. 144-47- Mendelssohn, III, pp. 150-152; Schubert, IV, pp. 172-173; Schumann, IV pp. 179-181. Fu inoltre autore dì numerose recensioni su La Rassegna musicale, La Critica musicale, Il Pianoforte, Rivista musicale italiana a musiche di Schoenberg, Stravinskij, Malipiero, Bartok, Respighi, Zandonai, Hindemith, Ives, Casella, Pizzetti, Poulenc, Honegger, Webern e altri compositori.

La International Castelnuovo-Tedesco Society ha edito a New York nel 1977 un Complete Catalogue of Works by M. C.-T., a cura di N. Rossi.

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