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FIORONI, Mario

di Pier Paolo Pancotto - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
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FIORONI, Mario

Pier Paolo Pancotto

Nacque a Tarquinia (Viterbo) il 9 febbr. 1895 da Vincenzo, farmacista e amico di eruditi locali e poeti, tra i quali V. Cardarelli, e da Amadea Rispoli Saraga. Agli inizi degli anni Dieci, interrotti gli studi alla quinta classe ginnasiale (1911-12) dei liceo "E.Q. Visconti" di Roma, realizzò le sue prime sculture (Vecchio, 1911circa: Quesada, 1988, p. 27); si iscrisse al primo anno del corso libero superiore di scultura del R. Istituto superiore di belle arti di Roma, ove seguì i corsi di E. Ferrari. Negli stessi anni collaborò con A. Zanelli alla realizzazione del fregio del Vittoriano raffigurante il Trionfo del lavoro e dell'amor patrio (ibid., p. 22).

Nel 1919, congedato dal servizio militare (croce al merito di guerra), completò la formazione accademica ed incontrò Francesca Barbanti Brodano, che sposò nel 1925. Nel 1922 partecipò al concorso per le statue allegoriche delle città redente Trento e Trieste, per il Vittoriano a Roma. Nel 1923 e nel 1925 partecipò alla seconda e terza Biennale romana; sempre nel 1925 prese parte alla mostra delle arti decorative di Monza e, l'anno seguente, espose nell'ambito della mostra della Società degli amatori e cultori di belle arti di Roma. Nel 1925 realizzò un Presepio in terracotta per la cattedrale di Boston (ibid., p. 23).

Dopo un esordio di sapore vagamente simbolista il F. manifestò un particolare interesse per la rappresentazione di figure femminili ed infantili - spesso ispirate da sentimenti intimi e familiari - caratterizzate da uno spiccato realismo. Tale componente stilistica è improntata ad una matrice classica derivatagli da una vera passione per la statuaria antica, come conferma la sua ricca raccolta di riproduzioni di opere egiziane, greche e romane, oggi conservata presso l'Archivio Mario Quesada di Roma; accesa fu anche la sua ammirazione per l'arte rinascimentale. Nello stesso archivio sono raccolti numerosi progetti e fotografie di monumenti, alcuni dei quali mai realizzati, tra i quali il Monumento ai caduti di Casalecchio di Reno (1927). Dalle carte appartenute al F. sappiamo inoltre che realizzò alcune decorazioni per il villino Bocchini a Roma (Madonna e Fontana, 1925); mentre risale agli anni Trenta la tomba Barbanti Brodano nella certosa di Bologna (1932). Partecipò alla LXXXIX Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino (1931).

Nel 1929, a Roma, espose Piccolo ginnasta (Roma, eredi Fioroni) alla prima mostra del Sindacato laziale fascista degli artisti (rassegna alla quale prese parte anche nel 1930, 1936, 1940, 1942) e due anni dopo ripropose la scultura all'esposizione della Società promotrice belle arti di Torino.

Il F. partecipò inoltre alla prima mostra internazionale d'arte sacra, a Roma nel 1930, alla Biennale di Venezia dello stesso anno (espose il gesso Il grano), alla mostra della sala della "Nazione" di Firenze (1932) e alla prima Sindacale nazionale (Firenze 1933).

Il 24 dic. 1932 nacque la figlia Giosetta, che diverrà pittrice, spesso ritratta dal F. nelle sue sculture legate ai temi dell'infanzia. Con Bimba che dorme nel 1935 il F. prese parte alla seconda Quadriennale romana (espose a tutte le prime quattro edizioni della mostra, 1931-1943) e l'anno seguente espose Il bagno del bambino alla Biennale di Venezia.

Nel 1935-36 partecipò al concorso, senza vincerlo, per quattro gruppi scultorei da collocarsi sul ponte della Vittoria a Verona e nel 1938 al premio San Remo per la scultura (catal., 1939, Bassorilievi, ripr. nn. 55 s.); prese inoltre parte alla seconda mostra nazionale d'arte ispirata allo sport di Roma (1940) ed a quella delle opere offerte dagli artisti del Sindacato belle arti del Lazio a beneficio delle famiglie dei combattenti di Roma (novembre 1942).

Dal dopoguerra si dedicò quasi esclusivamente al disegno ed alle tecniche dell'incisione ed interruppe l'attività espositiva.

Morì a Roma il 22 ott. 1982.

Fonti e Bibl.: C. Pavolini, La Mostra del Sindacato artistico laziale, in Il Tevere, 10 apr. 1929; U. Nebbia, La XVII Biennale di Venezia, in Emporium, LXXI (1930), p. 337; A. Maraini, Un anno di mostre dei Sindacati regionali, in Dedalo, X (1930), I, p. 684; M.M., Prima Quadriennale d'arte nazionale, in Primavera, IV (1930), I, p. 10; G.F. Usellini, Mussolini: La I Quadriennale è una bella esposizione che onora l'arte italiana, in L'Arca, II,(1931), I, pp. 4 s.; U. Nebbia, La Seconda Quadriennale, in Emporium, LXXXI (1935), p. 114; N. Bertocchi, Alla Quadriennale. XII, Altri scultori e pittori, in L'Italia letteraria, 5 apr. 1931; A. Garofalo, Mamme e bambini, in Maternità e infanzia, X (1935), 7, p. II; P. Scarpa, Motivi e realizzazioni plastiche, in Il Messaggero, 15 febbr. 1935; Bott., Tre mostre d'arte a Roma, in Corriere della sera, 2 febbr. 1936; N. Bertocchi, La XX Biennale. La scultura italiana, in L'Italia letteraria, 12 luglio 1936; Città di Littoria. Galleria d'arte moderna (catal.), Roma 1937, p. 25; Il panorama dell'arte italiana alla XX Biennale di Venezia, in Gazzetta di Venezia, 31 maggio 1938; N. Bertoletti, Ancora sugli scultori, in Quadrivio, VII (1939), 17, p. 3; E. Zanzi, Il ritratto italiano contemporaneo ai concorsi d'arte di San Remo, in Gazzetta del Popolo, 23 luglio 1939; I vincitori del premio San Remo di scultura, in Il Popolo d'Italia, 1°ott. 1939; Premio San Remo. Gli scultori vincitori., De Marchis e Venturini, in Il Popolo di Trieste, 10 ott. 1939; A. Lancellotti, Scultura e bianco e nero alla IV Quadriennale, in Il Giornale della domenica, 13 giugno 1943; A.M. Bessone Aurelj, Dizionario degli scultori ed architetti italiani, Genova-Roma-Napoli 1947, p. 223; F. Sapori, Scultura italiana moderna, Roma 1949, pp. 396, 452; E. Padovano, in Diz. degli artisti contemporanei, Milano 1951, p. 131; M. Quesada, in Roma 1934 (catal.), a cura di G. Appella - F. D'Amico, Modena 1986, p. 181; Id., in Scultori italiani degli anni Trenta (catal., Riolo Terme), a cura di G.C. Bojani, Faenza 1988, pp. 21-32 (con bibliografia); G. Cefariello Grosso, Alcune riflessioni sui rapporti tra ceramica e scultura negli anni Trenta, in Faenza, LXXVI (1990), p. 68, tav. XXIV; M. Quesada, L'idea del classico 1916-1932 (catal.), a cura di E. Pontiggia - M. Quesada, Milano 1992, p. 231; A. Panzetta, Diz. degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, Torino 1994, I, p. 127; M. Vittori - A. Serarcangeli, Il Novecento in provincia di Latina. Presenze e testimonianze, Latina 1995, pp. 37, 56; H. Vollmer, Künstlerlexikon desXX. Jahrhunderts, II, p. 110.

Vedi anche
artista Il termine, che definisce chiunque eserciti un’arte, ricorre nella letteratura artistica, dal 14° al 18° sec., parallelamente a quello di artefice (artifex). La definizione di artefice, di origine più antica, comprende il senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante dell’idea nella ... Biennale di Venezia Istituzione culturale nata con la prima Esposizione internazionale di arti figurative e applicate (1895). Divenuta ente autonomo nel 1930, la Biennale avviò anche manifestazioni per la poesia, la musica, il cinema, il teatro. Dal 1980 l'architettura è presente in forma autonoma con la Mostra internazionale ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ... scultura Arte e tecnica dello scolpire, cioè di raffigurare il mondo esterno, o meglio di esprimere l’intuizione artistica per mezzo di materiale opportunamente modellato; con valore concreto, l’opera stessa. Nella denominazione di scultura si comprende ogni opera plastica (statue, gruppi, rilievi), sia essa ...
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fioronato
fioronato agg. [der. di fiorone]. – In araldica, attributo delle pezze e spec. della croce con le estremità terminanti in fioroni.
fioróne
fiorone fioróne s. m. [accr. di fiore]. – 1. Fiore vistoso, di grandi proporzioni, spec. in quanto disegnato o dipinto: una stoffa, una tappezzeria a fioroni. 2. In botanica, nome con cui sono indicati i siconî del fico che maturano alla...
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