GIROLAMI, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001)

GIROLAMI, Mario

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Nato a Bologna il 1° maggio 1903 da Filippo e da Maria Vanni, studiò medicina e chirurgia nell'ateneo felsineo conseguendovi la laurea nell'anno accademico 1926-27. Già durante gli anni di studio aveva curato le dispense di numerosi corsi, con l'approvazione e il plauso dei professori che ne erano titolari. Nel 1927 fu nominato assistente presso la clinica medica dell'Università di Bologna, titolo che mantenne fino al 1942, completando in tal modo la propria formazione alla scuola dei due illustri clinici che ne furono direttori, G. Viola fino al 1939 e A. Gasbarrini. Ottenuto nel 1928 il diploma del corso di perfezionamento in igiene per ufficiali sanitari, l'anno successivo vinse il concorso per titoli ed esami di assistente effettivo dell'Istituto di igiene di Bologna. Nel 1932 e nel 1934 ebbe dal ministero per l'Educazione nazionale un assegno per proseguire gli studi all'estero: poté così frequentare il Ross Institute and Hospital for tropical diseases di Londra, diretto dal celebre tropicalista A. Castellani, e la London School of tropical medicine and hygiene. Nominato per il 1934-35 primario medico e direttore dei laboratori dell'ospedale italiano d'Alessandria d'Egitto, nel 1935 frequentò l'istituto di parassitologia della facoltà medica di Parigi. Conseguita nel 1935 la libera docenza in patologia tropicale e subtropicale, nel 1936 fu relatore al congresso di Tripoli della Società italiana per il progresso delle scienze sul tema "I progressi della patologia coloniale in Italia". Nel 1937 ottenne la libera docenza in patologia speciale medica e metodologia clinica e nell'anno accademico 1938-39, in considerazione delle sue competenze specifiche acquisite nei reparti clinici, il Consiglio direttivo della scuola di specializzazione in radiologia medica lo ammise al secondo anno del corso di specializzazione. Conseguita nel 1941 la libera docenza in clinica delle malattie tropicali e subtropicali, l'anno successivo risultò secondo classificato della terna vincitrice per la cattedra di clinica delle malattie tropicali e subtropicali dell'Università di Modena; il 1° dicembre dello stesso anno gli fu affidato, su chiamata unanime della facoltà medica, l'incarico dell'insegnamento della disciplina nell'Università di Cagliari, dapprima come professore straordinario, poi, dal 1945, come ordinario. A Cagliari, duramente provata dalle incursioni aeree, il G. accettò nel 1943 la direzione del reparto medico dell'ospedale; ebbe inoltre l'incarico degli insegnamenti di patologia generale nel 1942-43, di patologia speciale medica nel 1946-47, di parassitologia medica nel 1947-49. Nella stessa università fu anche incaricato dell'insegnamento della farmacologia nel 1945-46 e fu preside della facoltà di farmacia nel 1948-50. Nel 1948 fece parte del Comitato promotore del congresso nazionale di medicina e igiene tropicale e subtropicale svoltosi a Bologna, ove fu relatore sul tema della leishmaniosi viscerale in Italia.

Nel 1950, infine, il G. assunse la direzione della clinica delle malattie tropicali e subtropicali dell'Università di Roma, ove doveva concludere la sua carriera. L'insegnamento ufficiale della specialità era stato istituito nell'ateneo romano nel 1930 e i reparti clinici avevano trovato opportuna sistemazione in un padiglione concesso dall'amministrazione ospedaliera del policlinico Umberto I, adeguatamente ampliato e trasformato.

L'attività scientifica del G. fu prevalentemente orientata allo studio di importanti problemi di patologia tropicale e di gastroenterologia. Allievo e collaboratore del Castellani, formatosi alle scuole costituzionalistica del Viola e gastroenterologica del Gasbarrini, acquisì durante i viaggi all'estero e nei paesi caldi e con la frequenza nei vari reparti clinici una preziosa esperienza. Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, recò importanti contributi soprattutto su schistosomiasi e amebiasi, su alcuni argomenti di infettivologia e sulla terapia della cirrosi epatica. Tra i suoi numerosi lavori si possono qui ricordare: La lotta contro la schistosomiasi (bilharziosi) in Egitto (rivista sintetica), in Bull. delle scienze mediche, s. 11, III (1935), pp. 335-360; L'amebiasi urinaria. Rivista critico-sintetica con contributo clinico esperimentale, ibid., pp. 539-597, e in Arch. italiano di scienze mediche coloniali e di parassitologia, XVII (1936), pp. 129-176, 228-246; Il problema diagnostico della broncospirochetosi del Castellani, in La Riforma medica, LIII (1937), pp. 1403-1413; Endocardite da nocardie, in Il Policlinico, sez. medica, XLIV (1937), pp. 441-463, in collab. con L. Alestra; Sulla patogenicità del"Bacillus foecalis alcaligenes"nell'uomo; studio clinico e batteriologico, in Arch. per le scienze mediche, LXIV (1937), pp. 665-680; Malattie animali trasmissibili all'uomo, in Arch. italiano di scienze mediche tropicali e di parassitologia, XLIII (1962), pp. 441-476.

Ancora in tema di patologia infettiva e parassitologica il G. fu autore di opere a carattere monografico e di collaborazioni ad alcuni trattati specialistici: I progressi della patologia tropicale in Italia durante l'era fascista, Modena 1938; Malattie dei paesi tropicali e modi di prevenirle. Nozioni pratiche di igiene e di medicina ad uso degli italiani dimoranti nelle colonie, Firenze 1938; Patologia tropicale. Malattie più frequenti nelle nostre colonie, in Sanità della razza in colonia…, Bologna 1942, pp. 51-97; Febbre gialla, in Trattato di malattie infettive, diretto da E. Carlinfanti - F. Magrassi, I, Napoli 1951, pp. 487-507; Amebiasi, ibid., III, ibid. 1952, pp. 1175-1227; Broncospirochetosi, ibid., pp. 759-768.

Nel campo della patologia gastroenterologica, oltre a pubblicare vari lavori (tra i quali si fa appena cenno qui a: La sindrome bantiana malarica, in Scrittiin onore di G. Caronia, I, Roma 1949, pp. 283-300; Lo stomaco e l'intestino, in Il corpo umano, III, Torino 1955, pp. 97-145; Sulla diagnosi delle steatorree, in Rassegna italiana di gastroenterologia, II [1956], pp. 425-449), il G. recò un contributo di indubbia originalità sul piano clinico e sperimentale: la terapia della cirrosi epatica con alte dosi di testosterone. Egli, muovendo dalla osservazione che nella cirrosi epatica non è raro riscontrare una diminuzione della normale quota di testosterone e dalla nota capacità di questo ormone di indurre in molti stati patologici un miglioramento delle condizioni generali grazie all'azione di stimolo esercitata su varie funzioni organiche, mise a punto uno schema terapeutico che gli consentì di ottenere in una elevata percentuale di cirrotici ottimi risultati, consistenti essenzialmente in diminuzione dell'astenia, aumento dell'appetito e netto miglioramento del bilancio azotato (Risultati ottenuti col nuovo trattamento della cirrosi epatica di Morgagni-Laennec a base di alte dosi di testosterone, in Rassegna italiana di gastroenterologia, II [1956], pp. 3-8; Trattamentodella cirrosi epatica atrofica ascitica con alte dosi di testosterone propionato, ibid., pp. 549-577; Die Behandlung der atrophischen Lebercirrhose mit hohen Dosenvon Testosteronpropionat, in Ärztliche Wochenschrift, XII [1957], pp. 640-643; Treatment of ascitic atrophic cirrhosis of the liver with high dosages of testosterone propionate, in Journal of the American Geriatrics Society, VI [1958], pp. 306-323; Sulla applicazione pratica del nostro metodo di cura della cirrosi epatica con alte dosi di testosterone, in La Clinica terapeutica, XV [1958], pp. 539-574; Considerazioni sulla scelta e l'azione dei preparati di testosterone per la terapia della cirrosi, in Rassegna clinico-scientifica, XXXVI [1960], pp. 33-42; Testosterone e patologie epatiche. Ricerche istologiche e biochimiche, Roma 1961; Terapia della cirrosi epatica con testosterone e vitamina B1, in Clinica europea, II [1963], pp. 15-25; Su due casi di ascite da cirrosi epatica in soggetti operati di splenectomia e presentanti obliterazione della porta. Guarigione clinica in seguito a trattamento con alte dosi di testosterone e vitamina B1, in Rassegna clinico-scientifica, XL (1964), pp. 33-43; La captation des isotopes radio-actifs comme preuve fonctionelle et morphologique de l'évaluation de la guérison de la cirrhose hépatique, in Gastroenterologia, CI [1964], pp. 65-83; Medical management of cirrhosis of the liver, in Postgraduate medicine, XXXV [1964], pp. 87-101; La captazione degli isotopi radio-attivi come prova funzionale e morfologica di valutazione dei risultati terapeutici della cirrosi epatica, in Arch. italiano di scienze mediche tropicali e di parassitologia, XLV [1964], pp. 501-514; La cirrosi del fegato può guarire clinicamente in una alta percentuale di casi con trattamento a base di testosterone e vitamina B1 ad alte dosi, in Minerva medica, LXIV [1964], pp. 1567-1623; L'indagine scintigrafica nello studio della cirrosi epatica (osservazioni su 366 casi), in Il Fegato, XI [1965], pp. 3-11, in collab. con A. De Dominicis).

Durante il suo insegnamento nell'Università di Roma il G. fondò la scuola di specializzazione in gastroenterologia, la prima istituita in Italia, che iniziò la propria attività nel 1955. Ebbe numerosi riconoscimenti civili e accademici in Italia e all'estero, tra i quali la Legion d'onore, la medaglia della Sanità pubblica e, in riferimento alla sua opera nel trattamento della cirrosi, la laurea honoris causa dell'Università di Bordeaux.

Il G. morì a Roma il 2 marzo 1982.

Fonti e Bibl.: Atti della Accademia Lancisiana di Roma, n.s., XXVII (1982-83), 1, pp. 60-62 (necr.); Curriculum vitae. Notizie sulla carriera universitaria e sull'attività didattica e scientifica. Elenco e riassunto delle pubblicazioni, Cagliari 1948; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 235, 237; II, p. 497; Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, II, 1, Firenze-Roma 1965, p. 580.

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