SPAGNOLI, Mario

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 93 (2018)

SPAGNOLI, Mario

Valerio Corvisieri

– Nacque a Mantova il 12 gennaio 1900, primogenito di Annibale e di Luisa Sargentini. Alla fine di quell’anno, o forse nel successivo, la famiglia si trasferì a Perugia, donde proveniva.

Nel 1907 Annibale, che da sei anni gestiva con la moglie un’azienda artigiana che produceva confetti, si mise in società con Francesco Buitoni, Leone Ascoli e Francesco Andreani, fondando la Società Perugina per la fabbricazione dei confetti (che più tardi avrebbe assunto il nome Perugina), destinata a diventare una delle maggiori imprese italiane del settore dolciario.

Dal 1911 al 1914 frequentò i corsi dell’Accademia di belle arti Pietro Vannucci, poi andò a stare con i fratelli Armando e Aldo presso i parenti del padre, ad Assisi. La madre, infatti, non aveva possibilità di dedicare il necessario tempo ai figli, a causa del suo impegno professionale a fianco del marito. Nel frattempo l’azienda si era trasferita nella nuova sede di Fontivegge. Qui Mario, forse già nel 1917, cominciò a lavorare con i genitori, dai quali apprese i segreti della produzione delle caramelle e del cioccolato, divenuto ormai un prodotto fondamentale per la Perugina.

Gli anni dal 1920 al 1923 corrisposero a un periodo di imponente crescita della Società nonché all’esplosione della crisi coniugale tra gli Spagnoli, a causa della relazione sentimentale nata fra Luisa e Giovanni Buitoni, figlio di Francesco. Tale crisi, che vide Mario e i fratelli schierarsi decisamente dalla parte della madre e di Buitoni, s’intrecciò con il tentativo riuscito dei Buitoni di estromettere dalla società gli altri fondatori: nel 1923 la Perugina venne ricapitalizzata e si trasformò in società anonima per azioni, mentre i coniugi Spagnoli si separarono; i tre figli divennero azionisti della società con il 18,6%, grazie a un credito, a loro ceduto, vantato dal padre verso l’impresa. Luisa entrò a far parte del consiglio d’amministrazione, mentre Mario fu confermato direttore tecnico.

Il 29 aprile 1923 Mario sposò Eugenia Sarti, figlia di Augusto, titolare della Società anonima di elettricità umbra. Dotato, al pari della madre, di un fine palato, si applicava alla creazione di nuove specialità dolciarie (come le celebri caramelle Rossana e il cioccolatino Banana) e allo studio di procedimenti di lavorazione volti a migliorare la qualità dei prodotti. A lui si deve la scoperta dell’inversione dello zucchero per effetto del concaggio nella lavorazione del cioccolato, il fattore che trasforma il cioccolato comune in fondente. Avendo già pubblicato il manuale La fabbricazione del cioccolato (Milano 1926) ed essendosi messo in luce vincendo nel 1928 il premio dell’Ente nazionale italiano per l’organizzazione scientifica del lavoro, ricevette da Giovanni Treccani l’incarico di redigere le voci Cioccolato e Confetteria per l’Enciclopedia Italiana.

In perfetta sintonia con Giovanni Buitoni, offrì un contributo decisivo all’organizzazione delle quattro edizioni della coppa Perugina di automobilismo (1924-27), uno dei primi casi di sponsorizzazione sportiva in Italia, che si rivelò una potente operazione pubblicitaria. Nel 1925 entrò a far parte del consiglio d’amministrazione della S. A. Gio. e F.lli Buitoni di Sansepolcro, operante nel settore della pasta alimentare. Per questa ideò e brevettò nel 1931 la «scatola di cottura per pasta asciutta a surriscaldamento».

In questo periodo si dedicò anche alla creazione di un allevamento di polli, nei terreni attorno alla villa di famiglia a Santa Lucia, alla periferia di Perugia. Il giardino avicolo della famiglia Spagnoli non fu solo un hobby ma, grazie all’adozione di metodologie all’avanguardia, poté assicurarsi nel 1933 il titolo di pollaio provinciale, con una funzione di riferimento per l’arretrata produzione avicola locale. Fu in tale contesto che la madre iniziò i primi fortunati esperimenti di allevamento di conigli d’angora e di filatura della loro lana. Resosi conto della portata delle intuizioni materne, dapprima la sostenne, poi, scomparsa Luisa nel 1935, ne portò avanti con decisione l’opera.

L’Angora Luisa Spagnoli, registrata nel 1937, s’impose rapidamente come la maggiore impresa nazionale del suo genere, proiettandosi anche sui mercati internazionali. Successivamente Spagnoli poté contare anche sull’appoggio del regime, che già all’inizio degli anni Trenta, attraverso l’Ente nazionale per l’artigianato e le piccole industrie, aveva iniziato a promuovere la produzione della lana d’angora, in quanto materia prima nazionale. Esponente in vista del fascio cittadino, seppe volgere a suo vantaggio la propria posizione di presidente del sindacato provinciale della Federazione nazionale fascista dirigenti di aziende industriali (dal 1935) e di membro del Consiglio nazionale dell’economia corporativa (di cui divenne presidente nel 1941). Ma il successo dell’azienda dipese innanzi tutto dalla qualità del prodotto e dall’adozione di un’intelligente strategia: ottenne la collaborazione degli allevatori, attirati dalla possibilità di arrotondare i propri redditi, fornendo loro le prime coppie di conigli e gli utensili necessari, alcuni brevettati da lui stesso, nonché offrendo loro preziose informazioni per la conduzione dell’allevamento. Grazie alla fidelizzazione dei fornitori di materia prima, gli allevamenti facenti capo alla Spagnoli giunsero alla cifra di ottomila nel 1943. Parallelamente si ebbe un massiccio incremento della manodopera, in prevalenza femminile, e l’Angora Luisa Spagnoli dovette insediarsi in uno stabilimento nei pressi della Perugina (1939). Intanto fu intrapresa la strada della vendita diretta al pubblico mediante una catena di negozi a partire dal 1940.

Superati i difficili frangenti della guerra e dell’occupazione tedesca, con la distruzione dello stabilimento (1944), e i timori per l’arrivo degli Alleati, Spagnoli decise di spostare la produzione sui suoi terreni a Santa Lucia. Risale a questa fase l’elaborazione di un programma di organizzazione aziendale, la Città dell’angora, dal carattere paternalistico, poi solo parzialmente attuato. Le sue linee essenziali caratterizzarono le scelte dell’impresa nei riguardi dei dipendenti, assorbiti in una struttura che oltre al lavoro forniva loro il refettorio, l’asilo per i figli, uno spaccio, il campo sportivo, la piscina ecc.; tutto ciò era volto a legare i dipendenti all’azienda, attenuandone la conflittualità. Desideroso di rinsaldare l’immagine di un’industria dell’abbigliamento di lusso, curò l’aspetto estetico dello stabilimento, chiamando a decorarlo artisti come Gerardo Dottori, Enzo Rossi, Romeo Mancini, Enzo Brunori, Domenico Caputi.

Nel 1945 lasciò il posto di direttore tecnico della Perugina, ma restò membro dei consigli d’amministrazione di Perugina e Buitoni. Negli anni Cinquanta la sua azienda riprese a crescere, aumentando il numero degli occupati e dei punti vendita in Italia e all’estero. Riflesso dell’ormai avviata diversificazione produttiva fu la nuova denominazione Luisa Spagnoli confezioni a maglia s.r.l. (1952), che nel 1967 diventò una s.p.a. Sotto la direzione di Mario essa si caratterizzò per lo svolgimento al suo interno dell’intero ciclo produttivo, anche se fu ampio il ricorso al lavoro a domicilio. Prezzi relativamente contenuti, taglio e qualità all’altezza dell’haute-couture e grande varietà del campionario determinarono un florido sviluppo del marchio, che sfruttò appieno la fase espansiva del boom economico.

Nel 1956 fu eletto a capo dell’Azienda autonoma di turismo di Perugia, restando in carica fino al 1959; durante il suo mandato fu centrato l’obiettivo di aumentare le presenze turistiche, organizzando numerosi congressi, furono costruiti l’ostello per la gioventù e diversi impianti sportivi. Anche in seguito fece sentire la sua voce su questioni riguardanti lo sviluppo della città, come nel 1960, quando si schierò contro il possibile trasferimento della Perugina ad Assisi.

Nello stesso anno cedette la direzione dell’azienda di famiglia al figlio Lino. Ciò gli permise di dedicare più tempo all’azienda agricola e agli allevamenti da lui impiantati nel dopoguerra sui terreni di proprietà. Suo obiettivo era realizzare l’«industria dell’agricoltura» con la collaborazione della facoltà di scienze agrarie dell’Università di Perugia e dell’ispettorato agrario, per dimostrare come fosse possibile aumentare la produttività dell’agricoltura umbra (Industria dell’agricoltura per la produzione della carne, s.l. 1958); meccanizzazione, specializzazione delle colture e creazione di impianti idrici gli permisero di ottenere lusinghieri risultati.

Nel 1960, con la stessa mentalità da pioniere, cominciò a costruire sul monte Pulito, presso Perugia, la Città della domenica, originale parco di divertimenti tuttora esistente. Il complesso, dotato di ristorante, gli dette l’occasione di tornare a un suo vecchio interesse, la preparazione di piatti espressi: tra il 1954 e il 1969 registrò quattro brevetti riguardanti la cottura di vivande congelate.

Ebbe quattro figli: Luisa (1925-1977), giornalista e scrittrice; Annibale, detto Lino (1927-1986); Mariella (1929) e Augusto, detto Eugenio (1938-1953). Morta sua moglie Eugenia nel 1938, si risposò nel 1954 con una sua giovane dipendente, Lea Rotini, deceduta nel 1976. Nel 1958 il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi gli conferì l’onorificenza di cavaliere del lavoro.

Dimessosi nel 1973 dal consiglio d’amministrazione della IBP – nata dalla fusione tra Perugina e Buitoni – e allontanatosi dall’azienda di famiglia, si spense a Perugia l’11 maggio 1977.

Opere. La fabbricazione del cioccolato, Milano 1926; L’organizzazione scientifica del lavoro nella grande industria alimentare, Roma 1929; Il problema dei tempi e l’applicazione del sistema Bedeaux, in L’Industria umbro-sabina, II (1929), 5-6, pp. 191-195; Cioccolato, in Enciclopedia Italiana, X, Milano 1931, pp. 381-384; Confetteria, ibid., XI, Milano 1931, pp. 119-121; L’allevamento e la lana del coniglio Angora, Milano 1940; Norme pratiche sull’allevamento del coniglio angora. Per il potenziamento della coniglicoltura nazionale, Perugia 1943.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Perugia, Prefettura, Ufficio di Gabinetto, bb. 13-14, 90, 163, 166-167; Archivio Azienda promozione turistica, Deliberazioni, aa. 1956-1959; Perugia, Archivio dell’Accademia di belle arti Pietro Vannucci, Reg. d’iscrizione, aa. 1909-10 e 1913-14; Archivio storico Buitoni Perugina, V. Savonelli, Breve storia della corsa automobilistica Coppa della Perugina, Sez. fotografica, b. 5, n. 45, allegato. L’importante scoperta di un nostro concittadino, in L’Assalto, 22-23 dicembre 1927, p. 2; La Città dell’Angora Luisa Spagnoli, Perugia s.d. (1951), s. n. p.; Il chi è? nella vita economica italiana per il MEC. 1969, Milano 1969, p. 762; Intervista a M. S. esperto in refrigerazione, in La cucina italiana, 1971, n. 8, pp. 993 s.; G. Buitoni, Storia di un imprenditore, Milano, 1972, pp. 35 s.; R. Coppini, 50 anni di sport a Perugia (1880-1930), Perugia 1978, ad ind.; Luisa Spagnoli. Scritti e testimonianze, Roma 1979, pp. 250 s.; L. Ranieri Honorati, Gli umbri nella storia del volo, Perugia 1984, pp. 1013 e 1021; P. Boschi, L’Angora Spagnoli, in Ferro di Cavallo, San Marco e la città a Nord Ovest. Da aree rurali a comprensorio urbano, Perugia 1992, pp. 84-91; B. Buitoni, Pasta e cioccolato. Una storia imprenditoriale, intervista di G. Gallo, Perugia 1992, pp. 115, 160, 164, 173, 257, 297 s.; Perugia, a cura di M. Montella, Perugia 1993, pp. 333 s.; D. Magnini, Perugia nell’età della patria, 1915-1940, Perugia 1995, p. 104; F. Ghirelli - G. Martucci, Perugia. Un amore, Perugia 1996, pp. 84 s.; F. Chiapparino - R. Covino, La fabbrica di Perugia. La Perugina 1907-2007, Perugia 2008, pp. 56, 85, 95, 103, 108, 115, 119, 129, 132, 164 s., 170, 218, 235 s., 251 s., 272, 283; Cento anni di storia della Cassa di risparmio di Perugia. Dalla banca alla fondazione 1908-2008, Perugia 2008, p. 283; V. Corvisieri, Gli Spagnoli e Perugia. Storia di una famiglia di imprenditori del Novecento, Perugia 2010, ad ind.; B. Pedace, Perugia liberata. Artisti e sistema dell’arte a Perugia da fine anni Trenta ai primi anni Cinquanta, Soveria Mannelli 2012, p. 94; V. Corvisieri, Luisa Spagnoli, Perugia 2017, pp. 15, 17-25, 28-30, 38-43, 46 s., 88, 118.

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