MARKÓ

Enciclopedia Italiana (1934)

MARKÓ


. Casata di pittori, di cui il più importante è Károly il Vecchio, nato il 25 settembre 1791 in Löcse (Levoča, in Slovacchia) morto il 19 novembre 1860 a Villa Apeggi presso Antella (Toscana). Dopo aver conseguito la laurea d'ingegnere, si mise a studiare da autodidatta la pittura. Fra il 1822 e il 32 in Vienna dipinse ritratti e decorò con miniature piccoli astucci: le opere di quel periodo rivelano il noto stile Biedermeier dell'epoca. Nel 1832 si recò in Italia, dove si trattenne, salvo qualche breve interruzione, sino alla morte: 1832-38 a Roma, 1838-40 a Pisa, 1840-47 a Firenze, nel 1847-66 a Villa Apeggi. Sin dagli inizî del soggiorno in Italia s'andò formando il caratteristico stile della maturità: il M. dipinse in quel tempo esclusivamente paesaggi ideali con scene mitologiche e religiose, in cui si rivela l'influsso di Claudio il Lorenese e della pittura classicheggiante italiana e tedesca, distinguendosi per la finezza del disegno quasi da miniatura e lo splendore smaltato dei colori. Il M. fu il primo importante artista della pittura ungherese moderna, senza però esercitare su di essa una notevole influenza. Dei tre figli, anch'essi pittori, notevole Caroly il Giovane (nato nel 1822 a Budapest, morto nel 1891 a Mosca ove si era trasferito nel 1884), suo allievo e aiuto, che aveva saputo accostarsi meglio degli altri allo stile paterno. Anche gli altri due figli, András (nato nel 1824 a Vienna, morto nel 1895 a Marti, in Toscana, nella villa De Tivoli) e Ferenc (nato nel 1832 a Kismarton, morto nel 1874 a Budapest) furono suoi allievi e dipinsero paesaggi nello stile del padre.

Bibl.: T. Szana, Markó Károlyes a tájfestés, Budapest 1899; id., Száz év a magyar müvészet történetéböl, Budapest 1901; K. Lyka, A táblabiróvilág muvészete, Budapest 1922, voll. 4, passim; id., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930 (con bibl.).