PICKFORD, Mary

Enciclopedia del Cinema (2004)

Pickford, Mary

Giulia Carluccio

Nome d'arte di Gladys Louise Smith, attrice e produttrice canadese, naturalizzata statunitense, nata a Toronto l'8 aprile 1893 e morta a Santa Monica (California) il 29 maggio 1979. Fu la più celebre attrice del cinema muto per il quale interpretò prevalentemente ruoli di adolescente; se da un lato, come dichiarò, ciò che le importava era compiacere il pubblico, dall'altro la forte personalità e lo straordinario intuito di fronte alla macchina da presa le permisero di recitare con la massima efficacia. Fu anche una delle prime donne che al talento per la recitazione seppe unire l'indubbia capacità di comprendere i complessi dei meccanismi della produzione, intervenendo con successo in ambiti di tradizionale connotazione maschile. Ricevette un Oscar nel 1930 per Coquette (1929) diretto da Sam Taylor, e uno alla carriera nel 1976.

A sei anni, alla morte del padre, dovette iniziare a recitare in teatro con la madre, il fratello Jack e la sorella Lottie. Nel 1902 si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti, assumendo come nomi d'arte prima Gladys e poi Mary Pickford. Nel 1907 fu scritturata dal commediografo e regista David Belasco, che ne intuì le doti e le affidò ruoli importanti. Nel 1909 passò al cinema; assunta dalla Biograph Company, in poco più di un anno, inizialmente con il nome di Dorothy Anderson, interpretò oltre un centinaio di cortometraggi, diretti soprattutto da David W. Griffith; nella maggior parte di essi ebbe a fianco il fratello, la sorella e Owen Moore, allora il principale attore della Biograph, e dal 1911 suo primo marito. Griffith stabilì con lei un rapporto fruttuoso, anche se non privo di contrasti, ed è indubbio che il successo dei primi film del regista fu dovuto in parte alla presenza del personaggio della 'piccola Mary' dai lunghi riccioli biondi, che iniziò proprio allora a delinearsi; da parte sua la P. riconobbe in seguito il suo debito verso l'insegnamento griffithiano. Nel 1910 fu scritturata dalla Independent Motion Picture Corporation di Carl Laemmle, per la quale interpretò una cinquantina di brevi film, soprattutto di Thomas H. Ince; per la prima volta il suo nome venne citato nei titoli di testa, mentre la pubblicità veniva incentrata su di lei e non più (come alla Biograph) sulla casa di produzione. Ma divergenze di ogni sorta la spinsero nel 1911 a passare alla Majestic Motion Picture Company di Harry E. Aitken, dove fu diretta tra gli altri dal marito. Tornata alla Biograph, nel 1912 recitò in altri film di Griffith, tra cui Friends (Amici) e The New York hat (Il cappello di Parigi). Il suo senso degli affari le permise a ogni passaggio da una società di produzione all'altra di strappare contratti sempre più ricchi; nel 1913 ne firmò uno con Adolph Zukor, allora presidente della Famous Players Film Company (dal 1916 Famous Players-Lasky Corporation), che la indirizzò verso i lungometraggi e ne fece la prima vera star e l'attrice più pagata degli Stati Uniti. Nel 1916 divenne anche la prima attrice-produttrice, attraverso la Mary Pickford Motion Picture Company, associata alla Famous; quest'ultima per distribuire i film con la P. costituì nello stesso anno un'apposita azienda, la Artcraft Pictures Corporation. Fu in quel periodo che si fissò definitivamente il suo ruolo di 'fidanzata d'America'. Quasi ogni film di quegli anni fu un successo; tra gli altri A good little devil (1914; Un buon diavoletto) e Tess of the storm country (1914; La Madonnina del porto), entrambi di Edwin S. Porter, Rags (Straccetto) di James Kirkwood, A girl of yesterday di Allan Dwan, Madame Butterfly (Madama Butterfly) di Sidney Olcott tutti del 1915, e The poor little rich girl (1917; Una povera bimba troppo ricca) di Maurice Tourneur. Era ormai in grado di scegliere i soggetti e i collaboratori che preferiva, come la sceneggiatrice Frances Marion e l'attore e regista Marshall A. Neilan che, dopo aver recitato con lei, diresse alcuni dei suoi film migliori, in cui seppe valorizzare al massimo le sue capacità: Rebecca of Sunnybrook farm (Rebecca e l'ipoteca), The little princess (La piccola principessa) entrambi del 1917 e soprattutto Stella Maris (1918), dove interpretò due personaggi diametralmente opposti. Nel 1918, lasciato Zukor, associò la propria compagnia alla First National Pictures, con la quale girò pochi film, tra cui Daddy-long-legs (1919; Papà Gambalunga) di Neilan. L'anno successivo, insieme a Griffith, Charlie Chaplin e Douglas Fairbanks (dal 1920 al 1936 suo secondo marito), fondò la United Artists, una società indipendente che garantiva ai propri associati la libera produzione e distribuzione dei film. L'operazione non cambiò le caratteristiche del suo personaggio-tipo, come dimostrò il suo primo film con la UA, Pollyanna (1920) di Paul Powell. In Little Lord Fauntleroy (1921; Il piccolo Lord), del fratello Jack e di Alfred E. Green, interpretò invece sia il bambino sia la madre. Mentre la sua fama raggiungeva il culmine, grazie anche al matrimonio con Fairbanks, Rosita (1923) di Ernst Lubitsch non produsse il risultato sperato, anche a causa dei rapporti difficili tra l'attrice e il regista. Andò meglio con Dorothy Vernon of Haddon Hall (1924; Dorothy Vernon) di Neilan e con due film di William Beaudine, Little Annie Rooney (1925; La piccola Annie) e Sparrows (1926; Passerotti).

L'avvento del sonoro fu uno dei motivi che la indussero a passare a ruoli di adulti. Esordì con Coquette, che nonostante l'Oscar non ebbe successo; un vero fallimento furono poi altri due film di Taylor nei quali si dimostrò inadeguata, The taming of the shrew (1929; La bisbetica domata), il suo unico film con Fairbanks, e Kiki (1931). Il suo quarto film sonoro, Secrets (1933; Segreti) di Frank Borzage, fu anche l'ultimo, ma rappresentò un'uscita di scena all'altezza della sua fama, poiché vi ritrovò, in un tour de force attoriale (interpretò un'adolescente, una donna matura e un'anziana signora), le qualità che l'avevano resa celebre. Abbandonato lo schermo, dopo una parentesi in teatro (1933-34) si dedicò alla produzione. Dal 1935 fu vicepresidente della UA, e fondò anche altre aziende, che ebbero però tutte pochi anni di vita. Pubblicò saggi (Why not try God?, 1934; My rendezvous with life, 1935), romanzi (tra cui Little liar, 1934 e The demi-widow, 1935) e l'autobiografia Sunshine and shadow (1955).

Bibliografia

K.R. Niver, Mary Pickford, comedienne, Los Angeles 1969.

R. Lee, The films of Mary Pickford, South Brunswick (NJ) 1970.

R. Windeler, Sweetheart: the story of Mary Pickford, London 1973.

B. Herndon, Mary Pickford and Douglas Fairbanks, New York 1977.

S. Eyman, Mary Pickford, America's sweetheart, New York 1990.

E. Whitfield, Pickford: the woman who made Hollywood, Lexington (KY) 1997.

K. Brownlow, Mary Pickford rediscovered, New York 1999.

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