Maschera
Il termine maschera (da una voce preindoeuropea, masca, "fuliggine, fantasma nero") indica un oggetto che ricopre totalmente o parzialmente la figura umana per nascondere colui che la indossa e dissimularne l'identità. La maschera può riprodurre lineamenti umani, animali o del tutto immaginari, ed è generalmente fornita di fori per gli occhi e la bocca. Viene indossata nelle società di interesse etnografico in funzione magico-rituale, per rendere simbolicamente presente un'essenza divina o demoniaca, o per scopi bellici, al fine di incutere terrore al nemico. Il suo significato è comunque strettamente legato ai valori culturali dei singoli contesti comunitari che l'adottano.
sommario: l. La variabilità dei contesti culturali. 2. Il corpo nascosto e il corpo rivelato. 3. La maschera e la morte. 4. Iniziazione e cosmologia. 5. Simbolo e artificio. □ Bibliografia.
l. La variabilità dei contesti culturali
In molte culture umane le cerimonie, le danze, il culto, comportano l'impiego di maschere variamente decorate, che ricoprono o rivestono il corpo di alcuni individui, nascondendo i loro tratti personali oppure celando la loro identità. Sebbene corrisponda a un fenomeno più ampio e universale, consistente nell'uso di travestimenti, ornamenti, pitture corporali e tatuaggi, l'uso della maschera vera e propria è circoscritto a determinate culture, anche se diffuso in ogni continente. Nei diversi contesti etnografici si possono riscontrare forme piuttosto semplici di maschere, realizzate in legno, corteccia, erbe intrecciate o fango, oppure oggetti riccamente elaborati la cui produzione richiede un vero e proprio talento artistico. Le maschere di molte regioni del mondo sono divenute celebri per le loro qualità estetiche (in particolare quelle dell'Africa occidentale, della costa nordoccidentale americana e della
2. Il corpo nascosto e il corpo rivelato
Non tutte le maschere sono prodotte per essere indossate: si conoscono, per es., alcune grandi maschere melanesiane che venivano fissate lungo le pareti interne delle capanne riservate agli uomini, dove avevano la funzione di oggetti sacri, immagini di spiriti e di entità soprannaturali la cui vista era proibita ai non iniziati; anche nell'antica
Analisi più precise e più dettagliate non permettono di confermare questo tipo di interpretazione: per es., raramente l'uso delle maschere è connesso con forme di possessione o di uscita temporanea dalla condizione di coscienza. Anzi, la maschera comporta anche la scrupolosa attenzione a seguire un comportamento prescritto e regolato: passi di danza, forme di atteggiamento e gestualità sono strettamente determinati e devono essere eseguiti con la massima meticolosità. In questo modo l'individuo che indossa una maschera non scompare del tutto, non viene sostituito integralmente dall'oggetto che ne nasconde il corpo e la personalità, anche se in alcune società si pensa che gli spettatori, o alcuni di essi (le donne, i bambini, i non iniziati), credano effettivamente alla non umanità delle figure mascherate. In realtà in tutto questo si trova un certo grado di messinscena, di finzione rituale. Ciascuno sa, in effetti, che dietro la maschera e il costume cerimoniale è nascosto un essere umano e, in vari casi, gli spettatori sono in grado di riconoscere anche la persona che indossa una certa maschera (Ottenberg 1982). Molto spesso, questa consapevolezza nel pubblico viene dissimulata o negata: così le donne fingono di non sapere che le maschere sono costruite e indossate dagli uomini, gli iniziati fingono di credere di essere alla presenza di veri e propri spiriti degli antenati e così via. Questa dissimulazione ha probabilmente come scopo quello di spostare l'accento e l'attenzione dal corpo di colui che indossa la maschera alla rappresentazione simbolica che essa manifesta (Pernet 1988). D'altra parte, la maschera, nel momento in cui rappresenta uno spirito, un antenato, un essere mitologico, non costituisce un'autentica rivelazione soprannaturale: ciascuno sa, infatti, che si tratta appunto di una maschera, di una creazione dell'abilità umana. La comparsa di personaggi mascherati non è, comunque, un'occasione priva di rilievo. La solennità, la ritualità, le prescrizioni che circondano solitamente la celebrazione di feste mascherate rivelano l'importanza sociale di questo evento, in cui trovano espressione le credenze e i valori più significativi per la comunità. La maschera si pone così come il luogo di numerose apparenti antinomie e contraddizioni, come espressione di una fondamentale ambiguità che ha indotto alcuni autori a parlare di 'paradosso' della maschera (Napier 1986). Tale ambiguità si presta adeguatamente a segnalare i momenti critici, le fasi di passaggio, le zone intermedie e marginali della vita sociale, i confini più o meno definiti tra un dominio della realtà e l'altro. Le maschere, infatti, compaiono frequentemente in queste occasioni, nella rappresentazione e riattualizzazione delle fasi primordiali della storia del mondo, nei momenti di transizione dal mondo umano a un 'altrove' non umano.
3. La maschera e la morte
In numerosi casi la maschera è interpretata come una rappresentazione dei morti; anzi, talora si è supposto che questo fosse originariamente il significato principale dell'impiego rituale di maschere e che fosse strettamente connesso con l'usanza di conservare immagini o effigi dei defunti. Non è raro, infatti, l'uso di teschi o di parti di questi nella confezione di maschere. Si trovano poi, spesso, crani umani rimodellati, decorati e abbelliti, con cera, argilla o altre sostanze: per es., in Melanesia, in America Meridionale e tra gli aztechi. Questi oggetti sembrano avere in comune con le maschere il fatto di essere dei tentativi di raffigurare un'effige del defunto, un sostituto del corpo del morto che ne incarna il potere spirituale. Indossare una maschera significa, allora, riportare in vita i morti, identificarsi con un defunto e renderne manifesta la presenza. Numerosi rituali mascherati sembrano avere lo scopo di segnare la fine del periodo di lutto, di indirizzare le anime dei morti verso la loro destinazione definitiva nell'aldilà o di rappresentarne il periodico ritorno sulla terra a beneficio dei sopravvissuti. Colui che indossa la maschera deve essere legato al defunto da precisi vincoli di parentela o deve appartenere a una determinata parte del villaggio, clan o sezione, secondo un preciso equilibrio di scambi e di prestazioni rituali. Ma la maschera non si limita a raffigurare il morto, spesso essa intende identificare il defunto con un modello mitico, il primo essere umano morto o un eroe culturale. Secondo questa prospettiva è possibile prendere in considerazione anche le cosiddette maschere funebri che si trovano in varie culture dell'antichità: Egitto, Micene,
4. Iniziazione e cosmologia
Il momento più caratteristico per l'intervento delle maschere è costituito dai riti di iniziazione. Nell'Africa occidentale, in Melanesia e sulla costa nordoccidentale americana le maschere sono strettamente associate a comunità cerimoniali, definite spesso segrete, perché l'accesso non è aperto a chiunque ma è di solito riservato a un solo sesso (in genere quello maschile) e comporta un lungo periodo di iniziazione. I membri di tali società si presentano in pubblico indossando le maschere che fungono da simbolo ed emblema della propria condizione di iniziati. Queste immagini rappresentano antenati, in forma umana o animale, divinità o esseri spirituali, in genere associati al bosco o alla foresta, la cui principale funzione sembra essere quella di provvedere all'iniziazione dei nuovi membri della società cerimoniale.
La connessione tra maschere e
5. Simbolo e artificio
L'interesse che gli antropologi rivolgono alle maschere non riguarda tanto la loro qualità di prodotti artistici, quanto piuttosto il ruolo che esse svolgono all'interno di un sistema di simboli e di significati culturali e le relative connessioni con la cosmologia e il patrimonio mitologico (Griaule 1938). Più rari sono i tentativi di elaborare una teoria generale sull'uso culturale delle maschere (Napier 1986; Pernet 1988). Come abbiamo visto, le maschere compaiono frequentemente durante i riti di iniziazione o i riti funebri, dove rappresentano gli esseri spirituali o gli antenati. Esse hanno lo scopo di ricollegare la cerimonia con il tempo mitico delle origini, ove ebbero luogo gli avvenimenti che hanno determinato l'ordinamento dell'universo e della società nella sua forma attuale. Il loro impiego non può quindi essere disgiunto dalle altre componenti del complesso simbolico e cerimoniale del quale fanno parte integrante: il costume, la danza, il gesto, l'uso di un particolare strumento musicale che rappresenta
L'aspetto teatrale e scenografico delle maschere è molto frequente nelle più diverse culture ed esprime non tanto il gusto per la finzione e l'inganno, quanto piuttosto la fondamentale duplicità e contraddittorietà di numerose situazioni della vita umana, nelle quali interviene una dimensione diversa rispetto alla comune esperienza quotidiana. Le maschere allora si configurano come corpi artificiali, che ricoprono e nascondono quelli veri di coloro che li indossano, allo scopo di mostrare e rendere presenti quelle entità che non hanno un corpo visibile e che possono essere percepite soltanto attraverso un corpo falso, fittizio, che è appunto la maschera. Come già accennato, nella Grecia antica, le prime rappresentazioni iconiche di
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