MASSIMINO il TRACE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1961)

Vedi MASSIMINO il TRACE dell'anno: 1961 - 1995

MASSIMINO il TRACE (Iulius Verus Maximinus)

H. P. L'Orange

Imperatore romano, nato in Tracia da famiglia di umili condizioni. Fu acclamato imperatore dalle truppe nel 235 d. C., sconfisse gli Alamanni, lottò contro Daci e Sarmati. Fu ucciso con il figlio Massimo nel 238.

La maggior parte dei ritratti che vanno sotto il nome di M. non ha nulla a veder con lui. Si tratta anzitutto di un tipo celebre le cui copie, a Berlino e a Copenaghen, appartengono al primo decennio del IV sec. d. C. e raffigurano un imperatore di quel tempo, probabilmente Costanzo Cloro (H.P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, pp. 32 e 104 ss., figg. 76 e 78). Non diversamente accade per la testa di bronzo che si trova a Monaco (A. Furtwängler, Münchner Jahrb. der Bildenden Kunst, i, 1907, p. 8 ss.) risultata poi appartenente alla serie eseguita per Massimiliano I (v. vol. iii, fig. 698), nonché un ritratto di una collezione privata, all'incirca dell'anno 240, esistente nella Wilton House (Fr. Poulsen, Greek and Roman Portraits in English Country Houses, p. 107, n. 105).

Appare assai strano che di codesto imperatore, ch'ebbe si breve impero e fu odiatissimo in Italia, si conservino tante immagini, quando si ha da ritenere che la maggior parte delle sue effigi dovettero andar distrutte dopo la sua morte a cagione della damnatio memoriae (cfr. per esempio Capitolinus, Max., 23).

Quattro ritratti, comunque, sono sicuramente di M. il Trace e sono tutte copie di uno stesso originale:

1) busto dei Musei Capitolini. Questa può essere considerata la copia migliore; Catalogue British School at Rome, The Sculptures of the Museo Capitolino, p. 207, n. 62; J. J. Bernoulli, Römische Ikonographie, ii, 3, p. 117, n. 6 e tav. xxxiii a-b; A. Hekler, Bildniskunst der Griechen und Römer, tav. 291 a; fot. Anderson n. 16o1; fot. Alinari n. 11763.

2) Testa nella Gliptoteca Ny Carlsberg: Fr. Poulsen, Katalog over antike Skulpturer, n. 744 e tav. lxiii; Arndt-Bruckmann, Griechische und römische Porträts, n. 559.

3) Testa al Louvre: fot. Giraudon 1342.

4) Parte superiore di una testa nel Museo Nazionale Romano (Magazzino): H. P. L'Orange, op. cit., p. 3 e tav. 4.

Il tipo che, a cagione della molteplicità delle copie, dev'esser certo l'immagine di un imperatore, appartiene, stilisticamente, ad un'epoca attorno al 230 e corrisponde, in ogni particolare, alle effigi di M. il Trace riprodotte sulle monete (R. Delbrück, Die Münzbildnisse von Maximinus bis Carinus, tav. i, 1-14 e p. 64 ss.). Pertanto nessun dubbio può esservi sull'identità della persona. L'individuo riprodotto nel ritratto ha una potente costruzione del cranio e grossi e fieri lineamenti che corrispondono esattamente alla tradizione letteraria di questo imperatore soldato dalla imponente statura, dalla forza indomabile e dal bell'aspetto virile (magnitudine corporis conspicuus. Forma virili decorus. Capitolinus, Max., 2, 2). I lineamenti, che non sono romani, confermano ciò che la tradizione tramanda circa l'origine di questo imperatore: egli era nato nella Tracia da genitori barbari: il padre, secondo ciò che si diceva, era gotico e la madre alana (Capitolinus, Max., i; Herodianus, 6, 8). Nella storia dell'arte romana, il ritratto-tipo è la più evidente espressione di quell'epoca di imperatori soldati e dell'irrompere di una nuova e inesorabile maniera di rappresentazione della realtà (H. P. L'Orange, op. cit., p. 3 ss.).

Bibl.: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3, Stoccarda 1894, p. 116 ss.; A. Furtwängler, in Münchner Jahrbuch der Bildenden Kunst, I, 1907; H. P. L'Orange, Studien zur Geschichte des spätantiken Porträts, Oslo 1933, p. 3 ss.; R. Delbrück, Die Münzbildnisse von Maximinus bis Carinus, Berlino 1940, p. 64 ss.; B. M. Felletti Maj, Iconografia Romana Imperiale da Severo Alessandro a M. Aurelio Corino, Roma 1958, p. 27 ss.; 114 ss.

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