TROISI, Massimo

Enciclopedia del Cinema (2004)

Troisi, Massimo

Federico Chiacchiari

Attore e regista cinematografico, nato a San Giorgio a Cremano (Napoli) il 19 febbraio 1953 e morto a Ostia (Roma) il 4 giugno 1994. Formatosi, come molti comici del cinema italiano della fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, attraverso il cabaret e la televisione, è stato uno dei più popolari attori cinematografici partenopei, tanto che una parte della critica lo ha considerato l'erede di Eduardo De Filippo fin dal folgorante esordio di Ricomincio da tre (1981) da lui diretto e interpretato, che gli valse un David di Donatello e un Orso d'argento come miglior attore e regista esordiente. Come regista seppe dar vita negli anni a un cinema coraggioso e originale, sviluppando con la sceneggiatrice Anna Pavignano storie tormentate e divertenti, quasi un piccolo catalogo dei sentimenti del nostro tempo.

Arrivato al successo con il gruppo comico La smorfia formato con Lello Arena ed Enzo De Caro, grazie anche alla trasmissione televisiva Non stop (seconda metà degli anni Settanta), raggiunse la definitiva popolarità con la trasmissione Luna Park (1979), che gli spianò la strada del cinema. Realizzò così Ricomincio da tre, brillante storia di un giovane napoletano trasferitosi (non 'emigrato') a Firenze, alle prese con i problemi relazionali e il disagio di fronte alle responsabilità della sua generazione. Il film fu uno dei più grandi successi del cinema italiano dei primi anni Ottanta e creò quel sottile e felice equilibrio, tipico del cinema di T., tra accesa comicità e indolente malinconia. L'anno dopo, per la serie televisiva Che fai ridi?, creò, quasi in sordina, Morto Troisi, viva Troisi (1982), in cui filmava una sua prematura scomparsa, con tanto di interviste ad amici e personaggi dello spettacolo e montaggio di brani di sue partecipazioni a trasmissioni televisive. Ritornò quindi al cinema con Scusate il ritardo (1983), il suo film forse più intimo, malinconico e a tratti crudele che vede ancora T. protagonista nel ruolo di Vincenzo, un giovane disoccupato napoletano mantenuto dalla famiglia che non riesce a uscire dalla sua apatia quotidiana neanche grazie alla relazione con Anna (Giuliana De Sio). Nel 1984 si divertì con Roberto Benigni a dirigere e interpretare un piacevolissimo nonsense comico, Non ci resta che piangere, dove il 'disavventuroso' viaggio nel tempo dei due protagonisti è al contempo puro divertissement e gioco rocambolesco e folle, più vicino alla commedia dell'arte che alla commedia all'italiana.

Dopo aver interpretato Hotel Colonial (1985) di Cinzia Th. Torrini, nel 1987 diresse e interpretò Le vie del Signore sono finite, ambientato durante il fascismo, che, attraverso la vicenda di un portiere affetto da paralisi psicosomatica, racconta ancora una volta l'amore vissuto come lancinante dolore. Nel 1989 recitò in due film di Ettore Scola, Splendor e Che ora è?, entrambi accanto a Marcello Mastroianni, mentre l'anno successivo ancora per Scola interpretò un malinconico Pulcinella in Il viaggio di Capitan Fracassa. Risale al 1991 il film forse più compiuto e complesso di T., Pensavo fosse amore… invece era un calesse, riflessione dolceamara sui rapporti uomo-donna alla fine del 20° sec., visti con la crudeltà e la dolcezza tipiche del suo cinema. Monotematico sull'ossessione dell'amore (tutti i personaggi, anche i minori, vivono e parlano solo d'amore), questo film rappresenta l'apice del cinema di T., ma fu anche la conferma della sua capacità di raccontare le ansie e le paure di una generazione, come anche della sua innata modestia e della voglia sua innata voglia di fare cinema. Seguì Il postino (1994), dal romanzo di Antonio Skármeta, commovente mélo ambientato negli anni Cinquanta, fortemente voluto da T. che ne fu l'interprete, al fianco di Philippe Noiret e dell'esordiente Maria Grazia Cucinotta, e di cui firmò solo la sceneggiatura. In realtà, pur firmato da Michael Radford, è a tutti gli effetti, nella sua malinconica finezza, una sua opera e una sorta di piccolo testamento cinematografico.

Bibliografia

Massimo Troisi. Il comico dei sentimenti, a cura di F. Chiacchiari, D. Salvi, Roma 1991, 1996².

A. Coluccia, Scusate il ritardo. Il cinema di Massimo Troisi, Torino 1996.

M. Hochkofler, Comico per amore. La favola bella e crudele di Massimo Troisi, Venezia 1996 (con il titolo Massimo Troisi. Comico per amore, 1998²).

M. Di Lauro, Massimo Troisi. Film e poetica di un grande artista napoletano, Roma 1997.

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