PALÈOLOGUE, Maurice-Georges

Enciclopedia Italiana (1935)

PALÈOLOGUE, Maurice-Georges

Alberto Maria Ghisalberti

Diplomatico e scrittore francese, nato a Parigi il 13 gennaio 1859 da famiglia d'origine bizantina. Compiuti ottimi studî classici al collegio Louis-le-Grand c affinatosi al contatto dei letterati e degli artisti che frequentavano il salotto di sua madre, s'iniziò nel 1880 alla vita pubblica come attaché di gabinetto del ministro Freycinet. Segretario alla legazione di Tangeri (1883), nel 1885 segretario d'ambasciata a Roma, ufficio che lasciò subito dopo per andare in Cina e in Corea incaricato di importanti missioni, dal 1887 al 1906 fu stabile al Quai d'Orsay, dove ebbe qualche momento di non felice notorietà quando, capo dell'ufficio cifra, fu inviato a deporre al processo Dreyfus (1899). Ministro plenipotenziario dal 1906, fu nel 1907 a Sofia e dal 1912 al 1914 direttore degli Affari pubblici e commerciali al Quai d'Orsay. Nel gennaio 1914 il P., persona di fiducia di Delcassé e di Poincaré, fu mandato ambasciatore in Russia. E qui rimase durante gli anni della guerra mondiale fino alla rivoluzione del 1917. Tornato in patria, nel 1920 ebbe la carica di segretario generale al Ministero degli esteri e nel 1921 andò in pensione.

Diplomatico di razza, colto e fine, è uno dei tipici rappresentanti della tradizione diplomatica francese. E come molti suoi colleghi ha saputo guardare con occhi intelligenti i paesi visitati e gli uomini conosciuti. Scrittore elegante e psicologo garbato e letteratissimo, si segnalò con alcuni buoni articoli sul Marocco nella Revue des Deux Mondes (1883) e con un volume su L'art chinois (1888). Seguirono a questi i saggi letterarî su Vauvenargues (1889) e Alfred de Vigny (1892), e i romanzi psicologici Profils de femmes (1895), Sur les ruines (1897), Le cilice (1901), La cravache (1904), Le point d'honneur (1907). Pagine colorite e di qualche efficacia hanno i volumi Rome (1902) e Essai sur Dante (1907). Le sue qualità di letterato e di romanziere non l'abbandonano neppure in opere che vorrebbero avere un più preciso carattere documentario o di critica, quali i due volumi su La Russie des tsars pendant la Grande Guerre (1921), Le roman tragique de l'empereur Alexandre II (1923), e specie in Cavour (1926), Les entretiens de l'impératrice Eugénie (1928). Escono ora suoi volumi di ricordi.

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