Mauritania

Dizionario di Storia (2010)

Mauritania


Stato dell’Africa occidentale. Luogo di scambi tra l’Africa subsahariana e l’Africa del Nord già da epoche remote, la M. vide il fiorire di una serie di importanti realtà statuali tra le quali il regno del Ghana (secc. 7°-11° ca.). L’unione fra comunità berbere e popolazione subsahariana con gruppi di lingua araba dediti al commercio e alla pastorizia portò alla formazione della cosiddetta cultura moresca e alla nascita di confederazioni regionali. Con l’espansione della dinastia almoravide (➔ Almoravidi) (11° sec.) si ebbe una diffusione dell’islam e un’avanzata dell’arabizzazione linguistica. La costa della M. fu toccata per la prima volta dai portoghesi nel 1442. Tra 15° e 18° sec. crebbero gli scambi con gli europei. I francesi, operanti dal vicino Senegal, si imposero nella regione nella seconda metà del sec. 19°. Dopo una campagna di conquista militare, la Francia stabilì nel 1903 il protettorato sulla M., poi aggregata all’Africa occidentale francese ed eretta in colonia separata nel 1920. Nel corso del Novecento si protrasse una storica divisione, ancor oggi radicata e fonte di conflittualità, fra l’elemento più fortemente arabizzato (i cdd. mauritani bianchi), nel Centro-Nord, e quello nero-africano prevalente nel Sud (mauritani neri), spesso asservito al primo in rapporti di forte dipendenza e forme di virtuale schiavitù. Autonoma dal 1958, divenne indipendente nel 1960. Il processo fu osteggiato dal Marocco, che avanzava pretese storiche sul Paese. Primo capo dello Stato fu il leader nazionalista Moktar Ould Daddah, autore di una svolta monopartitica e autoritaria e sostenitore di una politica di arabizzazione e islamizzazione intensiva, avversata da berberi e gruppi del Sud. Un suo tentativo di procedere all’annessione di una parte dell’ex possedimento spagnolo del Sahara Occidentale (1976), scatenò la reazione degli indipendentisti del Frente polisario e una situazione di guerra che fu causa prima di un colpo di Stato militare contro Ould Daddah (1978) e quindi del ritiro mauritano dal Sahara (1979). Nel 1984 si insediò al governo il colonnello Maaouya Ould Sidi Ahmed Taya, che promosse un ritorno al multipartitismo (1986) e una riconciliazione interna, ottenendo a più riprese la rielezione (1992, 1997 e 2003). Nel 1989 la M. fu coinvolta in una breve guerra di confine col Senegal. Nel 2005 un golpe porto al potere Ely Ould Mohamed Vall, che varò una riforma costituzionale in senso democratico (2006) e indisse nuove elezioni (2007), vinte da Sidi Ould Cheikh Abdallahi. Questi fu rimosso l’anno successivo dal generale Mohamed Ould Abdel Aziz, confermato alla presidenza del Paese nelle elezioni del 2009. La M. è uno dei rari Paesi africani in cui sopravvivono forme tradizionali di schiavitù, pur ufficialmente abolite nel 1980. Da qualche anno i governi hanno intrapreso politiche sistematiche per l’eliminazione del fenomeno, tuttavia il perdurare del conflitto razziale fra elemento arabizzato e gruppi del Sud è causa prima di seri problemi nell’applicazione dei diritti garantiti dalla Costituzione a tutti i cittadini.

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