BURI, Max Alfred

Enciclopedia Italiana (1930)

BURI, Max Alfred

Paul Ganz

Pittore, nato il 24 luglio 1868 a Burgdorf (cantone di Berna), morto il 21 maggio 1915 a Interlaken. Studiò in un primo tempo in Basilea con F. Schider, passò quindi all'Accademia a Monaco, e in seguito (1887-89) nello studio, dell'ungherese Simone Hollósy. Dopo aver lavorato a Parigi nell'accademia Julian col Bourguereau e J. Lefebvre, nel 1893 divenne a Monaco allievo del suo compaesano A. Keller. Nel 1898 tornò in Svizzera e, fissatosi a Brienza nel 1903, vi rimase sino alla morte eseguendo una serie di opere che lo resero con F. Hodler il più alto rappresentante della pittura svizzera agl'inizî del sec. XX. Conscio di questo, egli distrusse quasi tutti i quadri giovanili, così che la sua evoluzione si può seguire s0ltanto dal 1900 in poi. Il primo successo gli fu procurato nel 1904 dal dipinto Die Dorf-politiker, a cui fece seguito il riconoscimento della sua arte alla IXª esposizione internazionale di Monaco con Nach einem Begräbnis in Brienz. Ottimo successo ebbe il B. all'esposizione di Roma (1911) con Die Alten che ottenne il premio del governo; al Salon del 1912 a Neuchâtel e nel 1913 all'esposizione internazionale a Monaco. Alternò la pittura di paese e di fiori col ritratto e con le caratteristiche figure dei contadini e delle contadine bernesi, dando alle sue tele sempre un valore decorativo. La condensazione delle forme facilita la comprensione delle sue tele e ne rende più intensa l'espressione. Nella sua tavolozza vivacissima prevalgono i turchini luminosi a contrasto dei bianchi violenti e delle ombre opache. L'intima amicizia con il Hodler ebbe grande importanza per la sua attività, e le sue opere intorno al 1905 rivelano una certa severità e semplicità nella composizione, dovute appunto all'influenza di questi. Presto però il B. ritrovò la sua maniera, né tentò mai di elevare la monumentalità delle sue creazioni col simbolismo o con i processi delle composizioni secondo le leggi del parallelismo e della simmetria, proprî del Hodler. Quegli effetti di forza e di convinzione che vivono nei suoi quadri sono dovuti alla sicurezza con cui il B. seppe esprimere con una semplice formula artistica la sola apparenza materiale delle cose.

Ricordiamo ancora fra le sue opere più notevoli: Winterlandschafl (Museo di Ginevra); Fanciulla bionda (Museo di Lucerna, 1913); Autoritratto (Museo di Zurigo, 1913); Contadino di Brienza che beve (ibid.).

Bibl.: Schweizer Künstler-Lexikon, I, pp. 242-43; II, p. 705; IV, pp. 82, 490-91; H. Kesser, in Thieme-Bcker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; H. Trog, Introduzione al Katalog der Zürcher Gedächtnis-Ausstellung, 1915; H. Graber, M. B., Basilea 1916 (con l'autobiografia dell'artista); J. Widmer, M. B., Zurigo 1919; W. Schaefer, Die moderne Malerei der deutschen Schweiz, Frauenfeld 1924.

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