Weber, Max

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

Weber, Max


Sociologo e storico tedesco (Erfurt 1864 - Monaco di Baviera 1920). Laureatosi a Berlino alla scuola di L. Goldschmidt, passò poi, sotto l’influenza di T. Mommsen, allo studio della storia agraria romana. Chiamato nel 1894 alla cattedra di economia politica di Friburgo in Brisgovia, poi nel 1897 a quella di Heidelberg, si trovò a dover prendere posizione tra la scuola storica di Berlino (che faceva capo a G. Schmoller) e la scuola teoretica di Vienna (di cui era principale esponente C. Menger). Formulò una nuova metodologia della ricerca scientifica nelle scienze sociali (storia, economia e, soprattutto, sociologia), che pose in atto nel volume Wirtschaft und Gesellschaft (post., 1922). W. si proponeva di studiare le azioni tipiche, le probabilità calcolabili nel comportamento degli uomini, non i valori soggettivi determinanti nella realtà le azioni; da qui la legittimità di una ricerca dei nessi mezzi-fine non in vista di un giudizio di valore sui fini stessi, ma in vista dell’adeguatezza dei mezzi per conseguirli. I suoi contributi principali in campo sociologico sono rappresentati dall’indagine sui rapporti tra forme religiose e forme economiche, nell’intento di mostrare, contro le interpretazioni correnti di derivazione marxista (R. Stammler, W. Sombart), l’irriducibilità del comportamento sociale a cause puramente economiche. Celebre la tanto discussa tesi che fa risalire la formazione dello ‘spirito’ capitalistico (imprenditorialità razionale) all’influenza delle posizioni etiche calvinistiche che concepivano il lavoro come vocazione, ascesi intramondana. Tra le opere: Gesammelte politische Schriften (post., 1921), Wis­senschaftslehre (post., 1922).

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